L'Italia ormai la osserva con lo sguardo limpido e incuriosito di uno straniero che tenta di decifrare un fenomeno inspiegabile. Dopo quindici anni di permanenza a Montreal, in Quebec, Simone Rapisarda Casanova ha scelto di parlare del paese d'origine con un approccio a metà tra lo storico e l'etnografico.
Il regista di El ârbol de las fresas torna in competizione a Locarno nella sezione Cineasti del Presente con una nuova opera dal titolo enigmatico, La creazione di significato. A creare il significato del suo lavoro, documentario atipico ambientato sulle Alpi Apuane, è chiamato il pubblico che dovrà rimettere insieme i pezzi di un collage che unisce memoria partigiana, vita in campagna, lezioni di storia sulla Seconda Guerra Mondiale, confronto sociopolitico tra Italia e Germania e frammenti di attualità che filtrano nella pace idilliaca dei monti attraverso la radio.
"Sono contento che il mio film risulti ondivago" ci spiega Simone Rapisarda Casanova. "La finzione, nei film, è una scusa, ma anche la storia è una scusa per mostrare il mondo reale. Di solito a occuparsene sono i documentari, ma io cerco di trovare una via diversa, di andare oltre il puro documentario o la pura finzione. Tento di ottenere il massimo realismo utilizzando inquadrature molto lunghe, senza intervenire troppo all'interno, ed evitando di lavorare con attori professionisti. Terry Gilliam diceva che l'Italia è piena di ottimi attori e i peggiori sono sullo schermo. La verità è che questi, per me, sono progetti sono molto intimi perciò mi piace lavorare da solo. Per un montaggio più specifico avrei avuto bisogno di una troupe e sarebbe diventato un altro film".
Là dove passato, presente e futuro si congiungono
La creazione di significato è un lavoro che nasce dalla crisi economica in cui si trova l'Italia, crisi che coinvolge l'intera Europa. Per parlare del presente, il regista sente il bisogno di recuperare la memoria del passato, nello specifico la memoria della Resistenza e della lotta partigiana. Il film, però, ha una duplice origine, letteraria e contingente al vissuto di Simone. "L'ispirazione per la mia opera proviene da un racconto breve di Borges contenuto nella raccolta L'Aleph. L'Aleph sarebbe lo scantinato di una casa da cui si può vedere un luogo in cui tutto è concentrato. E' una grande esperienza mistica, mi ha sempre affascinato questo concetto di luoghi in cui passato, presente e futuro si sovrappongono. Nella vita cerco di trovare questi luoghi e questa casa sulle Alpi Apuane mi è sembrato proprio uno di quest posti. Il protagonista del film, Pacifico, mi è stato indicato da mia madre, che vive a valle. E' un personaggio straordinario che ha accettato di farsi riprendere ed è stato eccezionale. E' un figlio della Seconda Guerra Mondiale e i genitori lo hanno chiamato Pacifico. E' anche il suo nome che mi ha spinto a riflettere a fare questo film. Io chiedo ai personaggi di essere loro stessi. L'essere partecipi di una storia inventata è un po' una scusa. Parlo prima con loro e cerco di capire se possono integrarsi nella mia storia. Non uso un vero copione, preparo tracce molto vaghe, ma lascio assoluta libertà".
Italia e Germania: due memorie a confronto
A fianco di Pacifico, l'altra figura che emerge è quella di Alex (Alexander Auf der Heyde), tedesco che vive in Italia da anni e cerca una casa in montagna da acquistare per trascorrervi le vacanze con la famiglia. Alex sembra interessato alla casa di Pacifico, ma la visita è una scusa per dar vita a una lunga riflessione sul confronto e sulla relazione tra due popoli nel passato e nel presente. Il contrasto nasce dalla presenza di un tedesco che evoca una posizione abusiva, quasi coloniale, anche se il personaggio è gentile, cortese, amichevole. La sua presenza sulla Linea Gotica, luogo denso di significato dove si è combattuta la guerra più sanguinosa, è simbolica. Rapisarda Casanova chiarifica: "In Germania ci sono moltissimi intellettuali di sinistra, Alex è una figura classica. In Italia, invece è mancata una vera sinistra, capace di far propri i valori della Resistenza e questa è una cosa che mi ha fatto star male. Oggi viviamo un momento storico in cui è difficile assegnare un significato a ciò che facciamo. Il monopolio dell'ideologia capitalista ha generato la globalizzazione. Secondo i filosofi viviamo in un mondo post-ideologico, in cui manca il contrasto. Tutto è invaso da un rumore bianco. Per me questo era un film necessario perché volevo parlare dell'Italia e dell'Europa, ma soprattutto volevo riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni quotidiane".
Cinema in libertà
Dalle parole di Simone Rapisarda Casanova si comprende come la sua idea di cinema sia diametralmente opposta a quella imperante. Ad aiutarlo nel suo lavoro di ricerca e di sperimentazione è la scelta di vivere in Quebec, una delle nazioni più volenterose nel sostenere economicamente i talenti tanto da aver creato il terreno fertile per l'esplosione di una nuova generazione di artisti che girano i festival di tutto il mondo e talvolta vengono incantati dalle sirene di Hollywood. I modelli del regista di La creazione di signficato si collocano però più a Oriente. "Sono anni che cerco di liberarmi dell'ossessione che ho per Fellini. Tra i registi che amo di più oggi ci sono Tsai Ming-Liang e Apichatpong Weerasethakul. Negli ultimi vent'anni il cinema orientale ha fatto cose meravigliose. Per quanto riguarda il cinema italiano, abbiamo una grande tradizione realista e oggi i film di finzione fanno fatica anche perché i registi moderni sono pigri. I miei film hanno difficoltà a circolare perché non sono in linea con l'industria, ma adesso sto valutando la distribuzione su internet. Mi manca lavorare con la pellicola, ma questa rivoluzione video che stiamo vivendo è la democratizzazione dell'arte. Il cinema non è più controllato solo dall'elite economica. I festival sono l'ultimo baluardo del cinema indipendente e della visione su grande schermo, ma ho deciso di fare questo film in modo diverso dal precedente proprio per permettere una fruizione anche su internet".
Per fornire un esempio della sua libertà artistica nella costruzione delle sue opere, Simone spiega che la sequenza d'apertura di La creazione di significato è nata per caso. "La scolaresca che vediamo non era prevista nella storia, ma li ho trovati mentre passavo di lì, gli ho raccontato il mio progetto, ci siamo dati un appuntamento successivo e li ho inclusi nel film. Questi progetti, per me, sono momenti di crescita. Su un set non ti puoi prendere il lusso di avere un giorno libero con il tuo protagonista, ma proprio da questi incontri io trovo nuova linfa vitale per la mia arte".