Mettete dei fiori nei vostri cannoni!
I tre giorni di pace, amore e musica più famosi di tutti i tempi, continuano a distanza di (sigh!) quarant'anni a mietere attenzione e successo. Nel bel mezzo dell'ennesima serie di uscite video e discografiche assemblate per commemorare l'evento, esce nelle sale la commedia Motel Woodstock (titolo originale Taking Woodstock), diretta dal Premio Oscar Ang Lee e tratta dall'omonima biografia di Elliot Tiber.
L'intento di Lee risiede nel racconto dell'atmosfera che si respirava in quelle ore, filtrata attraverso gli occhi del protagonista.
Ma non pensate di recarvi al cinema per scoprire chi interpreti Jim Morrison o Jerry Garcia: l'intento della pellicola non è raccontare il festival (cosa che non sarebbe certo stata troppo originale), bensì raccontare una storia.
La colonna sonora è curata da Danny Elfman, quattro volte candidato all'Oscar, uno dei compositori per musiche da film più importante degli ultimi venticinque anni. Elfman contribuisce attivamente con quattro tracce autografe comprese nella colonna sonora.
Per il resto, l'elenco prevede alcuni fra gli artisti che marchiarono musicalmente un'epoca segnata dalla contestazione giovanile e dall'utopistica voglia di cambiare il mondo: nomi che non hanno certo bisogno di presentazioni, come Doors, Jefferson Airplanes, Band, Crosby Stills & Nash, Grateful Dead, Canned Heat, Love, Country Joe McDonald e la trascinante Janis Joplin di Try (Just A Little Bit Harder).
Richie Havens, che il 15 Agosto del 1969 aprì la prima giornata del festival, propone una nuova versione di Freedom, il brano che chiuse la sua esibizione.
Probabilmente lo sforzo economico necessario per il pagamento dei diritti d'autore ha impedito la costruzione di una tracklist più corposa ed importante, ma per chi intendesse avere fra le mani un resoconto più completo della tre giorni, le fonti non mancano di sicuro.