La casa nella palude, la recensione: l'horror tv made in Blumhouse

La recensione de La casa nella palude, produzione Blumhouse per il mercato televisivo in onda questa sera su SKY.

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La casa nella palude: Angela Sarafyan in una foto

Jessica Chambers mette il marito John di fronte alla verità, dopo aver scoperto il suo tradimento con una giovane studentessa. L'uomo ammette la colpa e promette di cambiare e interrompere ogni rapporto con l'amante, a patto che Jessica non dica nulla alla loro figlia Anna, ancora quindicenne. Come vi raccontiamo nella recensione de La casa nella palude, la coppia decide di organizzare una vacanza nel tentativo di appianare la situazione e ritrovare la necessaria armonia coniugale e insieme ad Anna si appresta a trascorrere qualche giorno in una casa isolata nella baia della Lousiana. Un luogo remoto dove poter ritrovare la pace, almeno nelle comuni aspettative. Poco dopo l'arrivo infatti la famiglia riceve la visita del giovane Isaac e di suo nonno, che sostengono di essere loro vicini e si fanno invitare a cena. Ma tra una portata e l'altra comincia a emergere un'inquietante verità e ben presto Jessica comprende che lei e i suoi cari si trovano in una situazione di grande pericolo...

Di tutto e di più

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La casa nella palude: una foto del film

L'arte della mistificazione in un film che rimescola continuamente le carte sul tavolo, restando sospeso sul sottile filo che lega thriller e horror, sovrannaturale e reale. Con le influenze di genere e le numerose citazioni che collimano in una sceneggiatura scattante e alla ricerca di un colpo di scena sempre dietro l'angolo, l'ora e mezzo di visione riesce ad offrire qualche passaggio accattivante pur all'interno di una narrazione popolata da spettri. Spettri non effettivi ma che risultano essere i protagonisti stessi, la cui caratterizzazione è soltanto abbozzata e impedisce di entrare pienamente in comunione con la storia e la lotta per la sopravvivenza che comincia ad aver luogo dopo la prima mezzora.

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Uno di tanti

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La casa nella palude: una sequenza

La casa nella palude è il primo di otto titoli che la sezione televisiva della BlumHouse Production ha messo in cantiere per la rete via cavo Epix ed è il secondo lavoro dietro la macchina da presa del regista e sceneggiatore Alex McAulay, che segue il suo esordio Non dirlo a nessuno del 2020. McAulay utilizza un paio di soluzioni interessanti nel tentativo di generare un senso di straniante inquietudine, ma non riesce a mantenere su livelli stabili il tasso tensivo, con alcuni tempi di stanca e altri inutili spiegoni che spezzano il ritmo.

La crisi coniugale in corso, con le dinamiche interne a questa famiglia prossima ad un'ipotetica frattura, si appoggia a diverse forzature e a una gestione dei dialoghi banale e poco sentita, anche per via di un cast non nel pieno della forma, a cominciare proprio dai due presunti villain che mettono a dura prova la stessa sopravvivenza dei protagonisti. Tra survival movie e home invasion, ghost-story e plot-twist di sorta, La casa nella palude sembra procedere per accumulo, senza mai trovare una chiara identità, e il rischio di aggiunte gratuite diventa ben presto realtà, con scene più o meno efferate a far capolino nella concitata mezz'ora finale, fino a quell'epilogo aprente a potenziali sequel.

Sospensione dell'incredulità

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La casa nella palude: Angela Sarafyan in un'immagine

La panic room, stanza segreta dove si nasconde chissà cosa, è un MacGuffin che perde progressivamente di mordente fino all'effettiva rivelazione, troppo debole per quanto spinta in precedenza e schiava di logiche non sempre coese ed affini al quadro generale, che finisce così per negare ulteriore armonia e aggiungere carne al fuoco senza reali motivazioni. Quando l'inverosimile diventa elemento fondante della trama lo spettatore deve obbligatoriamente scendere a patti per godere appieno dell'esperienza, ma qui in più di un'occasione si chiede anche troppo al pubblico, soprattutto per via dei vari sviamenti che la storia prende qua e là, alcuni più improbabili di altri. Questo penalizza anche la discreta atmosfera che si era creata nella prima metà, con quel senso di attesa e lo svelamento dell'identità di Isaac e del nonno che aveva suggerito suggestivi interrogativi, salvo poi non indirizzarli nel migliore dei modi.

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Il giorno del giudizio

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La casa nella palude: Angela Sarafyan in una scena del film

Il discorso sulla colpa e della punizione, seguente una deriva cristiana per cui chi ha commesso un errore, piccolo o grande che sia, merita di finire all'inferno, si sublima nell'indifferenza di una collettività pronta sempre a giudicare, decisa ad accettare un determinato, innaturale, status quo per il quieto vivere. Il fatto che i telefoni non funzionino proprio nel momento del bisogno, evento che si ripercuote frequentemente in produzioni di questo genere, è solo l'ennesima conferma delle piccole inconsistenze che, sommate l'una all'altra, tolgono fascino ad un film che con qualche sfumatura in più avrebbe potuto regalare maggiori soddisfazioni.

Conclusioni

Come vi raccontiamo nella recensione de La casa nella palude, ci troviamo davanti ad un horror / thriller ricco di potenzialità ma schiavo di forzature narrative e di una mal riuscita commistione di toni e influenze, con il survival-movie che si ibrida alla ghost story e poi ancora all'home invasion in un mix inverosimile. La discreta gestione delle atmosfere e una manciata di scene ad alto tasso tensivo evitano in ogni caso la noia, ma con qualche sforzo in più ci saremmo trovati ad un film di ben altro spessore: la destinazione televisiva per il quale è stato pensato non deve aver aiutato in questo.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Atmosfere inquiete e buone soluzioni tensive.

Cosa non va

  • Una trama potenzialmente affascinante che si perde in forzature.
  • Un cast e relativi personaggi poco carismatici.