Il film di Luketic deve la sua efficacia principalmente alla coppia Heigl-Butler: un'eroina sofisticata e romantica alle prese con un nacisista, sessista, cinico anti-eroe, che finirà per caderle ai piedi nonostante la "solidità" delle sue teorie.
La battaglia dei sessi nel terzo millennio secondo secondo Robert Luketic vede protagonisti una donna in carriera, bellissima, intelligente e indipendente eppure costantemente in cerca del principe azzurro, e un uomo che abbraccia con orgoglio tutti gli stereotipi più irritanti e grossolani del maschio predatore e ne risulta vieppiù irresistibile per il gentil sesso. Le premesse di questo La dura verità e dello script firmato da un trio in rosa - Nicole Eastman, Karen McCullah Lutz e Kirsten Smith - non sono il massimo della plausibilità, ma a far funzionare i due personaggi ci pensa un tandem di interpreti azzeccati, bravi e sexy al punto giusto.
La nuova star della rom-comKatherine Heigl veste i panni di Abby, affermata produttrice televisiva che non si rassegna ad essere single e che riceve un brutto colpo quando i dirigenti del network impongono al suo show un ospite fisso davvero difficile da digerire: esuberante, volgare e maschilista, il bel Mike (Gerard Butler) è diventato una celebrità locale grazie al suo ruolo di spietato promotore della "dura verità" in materia di sentimenti - ovverosia, l'amore romantico non esiste, il maschio è un animale dalle esigenze molto semplici, interessato sostanzialmente a fornicare: quindi svegliatevi, signore, e filate in palestra a rassodarvi la mercanzia.
Costretta a coabitare suo malgrado con l'energumeno, Abby finirà per dare una chance alle sue teorie e conquistare così il suo uomo ideale, un aitante e sensibile medico; intanto, però, la regola degli opposti che si attraggono innescherà una certa attrazione tra lei e il suo sboccato mentore e i due saranno trascinati dalla passione verso l'inevitabile epilogo.
Niente di nuovo sotto il sole, dunque, se si esclude una certa carica provocatoria che certamente regala a La dura verità alcuni momenti decisamente spassosi. Ma a fare la parte del leone, lo ribadiamo, sono i due lead, soprattutto la Heigl, luminosa e trascinante, che si azzarda persino a fare il verso a Meg Ryan nella scena dell'orgasmo al ristorante (quello di Abby, però, non è simulato). Purtroppo i due protagonisti funzionano meglio singolarmente che in coppia, e questo alla lunga danneggia gli intenti della pellicola, che diverte molto nella prima parte, fino a che i due sono impegnati in siparietti personali, monologhi abrasivi o scenette slapstick, e convince meno quando allo spettatore viene chiesto di investire emotivamente nel loro improbabile romance.