Prendere un classico, dargli un nuovo look e una nuova vita, tradurlo per una nuova generazione non è certo un'operazione semplice. Ancora più difficile se questo classico è animato, come La bella e la bestia che la Disney ha realizzato nel 1991, che a inizio anno, a un quarto di secolo di distanza, è diventato un film con attori in carne e ossa, per proseguire il filone dei remake live action degli ultimi anni. Un lavoro non facile che richiede l'impegno creativo e artistico di eccellenze in tantissimi campi, per realizzare scenografie, costumi, effetti speciali e tutta la componente visiva a supporto delle performance dei protagonisti, affidati a Emma Watson e Dan Stevens.
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Una mole di lavoro che non ha solo tradotto la storia, ma l'ha ampliata, integrando anche nuovi brani nella bellissima colonna sonora di Alan Menken, come Giorni di sole in un nuovo La Bella e la Bestia che è ora possibile gustare in homevideo per notare quei particolari che alla prima visione in sala possono essere sfuggiti. Noi abbiamo approfittato dell'occasione per una chiacchierata con uno degli artefici di questo lavoro, il coreografo Anthony van Laast, che a dispetto di una carriera ricca e di successo, si è trovato nella condizione inedita di far ballare oggetti inanimati. Proprio da questa curiosità è iniziata la nostra intervista.
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Un lavoro enorme e complesso
Lei ha una grande esperienza come coreografo, ma immagino sia la prima volta che si trova a far danzare oggetti come candelabri, orologi e teiere... ci racconta l'esperienza?
Quando Bill mi ha chiesto di fare il film, non ci avevo pensato realmente, anche perché nella versione teatrale sono persone. Consideravo che il numero più complesso per me sarebbe stato Gaston, ma quando ho incontrato Bill a New York, mi ha detto che il più difficile per me sarebbe stato Stia con noi. "Ma è animazione" gli ho detto e lui mi ha risposto "ma tu farai l'animazione!" Ne sono rimasto stupito, ma poi ho dovuto lavorare con la previsualizzazione, motion capture, con ballerini che interpretavano i diversi personaggi e costruivano le relazioni tra loro. Gli animatori osservavano come coreografavo i balletti e poi usavano una combinazione di motion capture e ballerini veri con la previsualizzazione. È stato un lavoro enorme! Non avevo idea che avrei fatto qualcosa del genere, non avevo coreografato altro che esseri umani in precedenza ed ora posso far ballare oggetti. Sono sicuro che mi tornerà utile in futuro!
È stato difficile mantenere un equilibrio tra la fedeltà all'originale animato e l'aggiunta di un tocco personale ai numeri musicali?
Ho sempre voluto mantenere lo spirito del film d'animazione, che penso sia meraviglioso. Volevo aggiungere del mio, ma senza arrivare al punto da dire "questo è un mio lavoro". Abbiamo cercato di dargli un nuovo look e Bill ha riflettuto molto su quali siano state le principali ispirazioni della storia e tutto il team creativo ha fatto sua la visione del regista. Bill Condon è stato un conduttore fantastico e tutti lo abbiamo seguito.
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Qual è stata la sequenza più complessa da realizzare del film?
Ogni sequenza ha avuto i suoi problemi. Anche il finale del film, con quel bellissimo valzer con tutti i personaggi tornati finalmente sé stessi: in quel caso abbiamo avuto gli attori con noi sul set solo per poche ore e io volevo fare qualcosa di splendido con il poco tempo a disposizione.
Abbiamo girato tutta la sequenza in un solo giorno ed è stata dura.
I segreti del successo de La Bella e la Bestia
In Disney sono in cantiere altri adattamenti di vecchi successi animati, dal Re Leone a Mulan. Ha un suo preferito al quale le piacerebbe lavorare?
Oh sì, amo Il gobbo di Notre Dame. Ma dirò qualcosa di stupido ora: penso che Fantasia sarebbe fantastico!
L'ha sorpresa il successo mondiale de La Bella e la Bestia o si aspettava un tale entusiasmo da parte del pubblico internazionale?
Sembrerà molto arrogante, ma... non ho dubitato per un secondo. Non lo dico con arroganza, ma essendo stato coinvolto, avendo visto la dedizione e il lavoro con il quale è stato realizzato, avendo visto Bill all'opera, i bellissimi costumi, i set, la musica di Alan Menken e tutti gli artisti coinvolti nel darle vita, non potevo dubitare. Bill mi ha mostrato una versione grezza il giorno in cui abbiamo terminato le riprese, ed ho subito capito che sarebbe stato un successo colossale. Non avrei saputo quantificare questo successo a livello finanziario, ma ne ero certo. Ha guadagnato il doppio del musical successivo nelle classifiche di incasso... e la cosa positiva è che io ho lavorato ad entrambi!