La bambina con la valigia, recensione: un film tv che racconta le persone dietro la Storia

Il tv movie di Gianluca Mazzella ripercorre l'epopea di Egea Haffner, esule giuliana divenuta un simbolo oggi ancora più rilevante. Su Rai1 e su RaiPlay.

I protagonisti de La bambina con la valigia

Egea Haffner, di quei giorni, ricorda tutto. Ha 84 anni, ma l'odore dell'acqua di colonia di suo padre (prima di essere ucciso dai titini jugoslavi), che la prendeva in braccio per farla entrare nei rifugi, è ancora lì, vivido e impresso nella sua memoria. Ed è proprio Egea la protagonista di La bambina con la valigia, tv movie di Gianluca Mazzella targato Rai, e tratto dal libro omonimo firmato dalla Haffner insieme a Gigliola Alvisi.

La Bambina Con La Valigia
Le protagoniste La bambina con la valigia

Una bambina, e poi ancora una ragazza divenuta una donna entrata nella storia: simbolo nel simbolo, emblema delle comunità giuliane-dalmate e istriane che, alla fine della seconda guerra mondiale, furono costretti a lasciare le loro case, quando il governo di Tito, con violenza (sfociando con l'episodio delle foibe), spinse all'esodo oltre 250mila persone. Egea Haffner, al centro di uno storico scatto fotografico, diventa nel film - scritto da Andrea Porporati - una figura fondamentale per allargare un certo tipo di discorso, urgente e nevralgico.

La bambina con la valigia: dietro la storia vera di una fotografia epocale

La Bambina Della Valigia Foto
Una scena del film

La bambina con la valigia inizia nel 1944. I bombardamenti martoriano la città di Pola, avamposto strategico nel Nord-Est. La vita di Egea (Petra Bevilacqua), ancora piccola, si alterna tra il rifugio anti-missili, la villa dei nonni paterni e la gioielleria di suo papà Kurt (Andrea Bosca). Quando la guerra finisce, ad Istria prendono il potere i Titini, esercito comandato da Tito, che andrà ad occupare l'intera regione giuliana, parte dell'Italia fascista.

La fine della guerra sarà per la popolazione l'inizio di un incubo: Egea si vede prima portare via suo padre (si dirà poi morto nelle foibe), poi dovrà lasciare la sua terra, affrontando un trasferimento a Bolzano, accudita dalla nonna Maria (Sandra Ceccarelli) e dalla zia Ilse (Sara Lazzaro). Mamma Ersilia (Claudia Vismara), invece, si trasferisce in Sardegna: vuole dimenticare la famiglia Haffner, che non l'ha mai accettata. Egea crescerà a Bolzano (e sarà interpretata poi da Sinead Thornhill e da Roberta Sferzi), portando con sé, anno dopo anno, la ferita emotiva impressa da un dramma indicibile.

Non solo divulgazione

Oltre all'attinenza storiografica, e oltre al riverbero attuale di una storia, ripetiamo, dai tratti universali (discorso applicabile a tutti quei popoli tutt'ora estromessi con la forza dalla loro terra d'appartenenza: basta aprire un giornale per capire a chi ci riferiamo), La bambina con la valigia non si rege solo sul didascalismo da prima serata Rai. O almeno, non del tutto: è sì un film tv pensato per un pubblico avvezzo ad operazioni similari (e ricordiamo La Rosa dell'Istria, scadente melò travestito da dramma storico, passato su Rai1 nel 2024), ma ha nei suoi concetti e nei suoi personaggi (o per meglio dire, persone) una valenza per quanto possibile tridimensionale, e approfondita.

La Bambina Della Valigia Foto Promozionale
Foto di gruppo dal set

Stesso discorso, dal punto di vista tecnico: e citiamo la buona scenografia di Maurizia Narducci o i costumi di Alessandra Torella. C'è uno sguardo semplice ma preciso, che traduce le pagine del libro in un film biografico in cui il contesto storico è centrale ma mai invasivo, e mai sovraesposto: in questo senso l'universo di Egea (un'universo femminile), segnato da momenti certamente complicati, non è solo circoscritto all'interno del tema portante (appunto, gli esuli), ma si allarga verso lo spettro emotivo più intimo, e coeso rispetto all'interesse dello spettatore. Chiaro, è pur sempre un prodotto strutturato per perseguire, fin da subito, una dichiarata intenzione divulgativa (alla fine, sempre sulla Rai siamo), ma la scelta di raccontare gli eventi dal punto di vista di Egea (e non dal punto di vista della Storia) è significativa: La bambina con la valigia infatti, pur non volendo essere più di quanto mostra, diventa un romanzo di formazione capace di arrivare comunque al cuore.

Conclusioni

Gianluca Mazzella porta sulla Rai la storia vera di Egea Haffner, esule giuliana divenuta simbolo di un'epoca. La bambina con la valigia, tuttavia, non si ferma solo sul didascalismo storico, ma si concentra sulle persone dietro gli eventi. Una chiave di lettura sicuramente più interessante, al netto dei macroscopici limiti dei film tv generalisti.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Buone interpretazioni.
  • L'idea di concentrarsi sulle persone, più che sulla Storia.
  • L'attualità del tema.

Cosa non va

  • A tratti limitato come molti prodotti similari.
  • Niente che possa definirsi originale.