Da quando è stato scoperto il DNA, genetisti e antropologi stanno studiando come e quanto patrimonio genetico e ambiente influiscano sulle capacità e sulla vita degli individui. I gemelli omozigoti separati alla nascita sono la materia di analisi perfetta: possedendo lo stesso corredo cromosomico, possono dimostrare quanto conti l'ambiente in cui si cresce. Quasi come fossero degli scienziati, Emmanuel Courcol, regista, e Irène Muscari, sceneggiatrice, in L'orchestra stonata riflettono proprio su questo, raccontando la storia di due fratelli.
Thibaut e Jimmy, interpretati da Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin, non sanno di essere parenti. Lo scoprono da grandi, quando il primo, un famoso direttore d'orchestra di Parigi, capisce di avere una malattia che si può curare soltanto con un trapianto di midollo. Ritrova quindi Jimmy, che fa l'operaio a Lille, ma ha la passione per la musica: suona infatti la tromba nell'orchestra del paese.
Grazie a queste due persone, entrambe con un talento innato per la musica - hanno tutti e due l'orecchio assoluto -, vediamo come, pur avendo le stesse abilità, se si nasce in una famiglia, o in una città, che offre meno possibilità non è così scontato che si faccia lo stesso percorso. Ne abbiamo parlato con gli autori nella nostra intervista, che, contemporaneamente, sempre attraverso la musica, parlano anche della Francia di oggi.
L'orchestra stonata: intervista a Emmanuel Courcol e Irène Muscari
In L'orchestra stonata vediamo la grande orchestra del conservatorio di Parigi e la banda di paese degli operai di Lille: i primi sono ammirati, i secondi devono lottare per continuare a seguire la propria passione. Anche perché la fabbrica in cui lavorano sta per chiudere e rischiano di perdere il lavoro. Con la musica si può raccontare lo stato di salute della Francia?
Emmanuel Courcol: "È vero che si tratta di un film musicale e realistico: la musica è veramente inserita nel contesto sociale ed economico di un'area. Quindi c'è sicuramente un legame tra geografia e musica nella nostra storia. La musica, la musica popolare per bande di ottoni, è una tradizione che si trova in tutto il mondo: in Europa, in Italia e in Francia. Ma ci sono regioni in cui il fenomeno è ancora più diffuso, perché spesso è legato alla storia economica. Nel film siamo nel nord della Francia, che ruota attorno al bacino carbonifero e alle sue industrie. Era una regione molto industriale, mineraria, ma ora è in profonda crisi economica".
"E così, la musica laggiù, questa musica popolare, è, direi, ciò che resta di questa attività. È l'eredità di tutto questo. Parlarne significa contestualizzarla. Ed è per questo che stiamo parlando di uno stabilimento che sta per chiudere, della solidarietà della popolazione e anche di una banda di ottoni formata da lavoratori".
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Genetica e ambiente: cosa conta di più?
Siamo abituati alla retorica del: se hai talento e ti impegni, puoi raggiungere qualsiasi risultato. Ma spesso non è così: se si cresce in un posto che non offre opportunità anche il più grande genio potrebbe non sbocciare mai. Thibaut e Jimmy ne sono la prova?
Irène Muscari: "Non c'è talento senza lavoro. Ci devi lavorare. C'è un messaggio preciso in questo film: è vero che il determinismo sociale esiste. Jimmy lo dice al fratello: a te a tre anni ti hanno messo al pianoforte, a me a tre anni hanno messo in una famiglia d'accoglienza. Quindi sono partiti in maniera diversa. Però c'è un doppio livello: è vero che se non partiamo dalla stessa base non possiamo arrivare allo stesso traguardo, però è anche vero che, grazie all'educazione artistica, ogni talento può essere scoperto. Tutti noi abbiamo un talento: non tutti possiamo essere dei grandi pianisti o pittori, però c'è sicuramente qualcosa in cui siamo bravi e l'importanza dell'educazione artistica è proprio quella di far emergere queste abilità".
La differenza tra Parigi e la provincia
Nel film vediamo la netta differenza tra i musicisti di Parigi, eccellenti, snob e solitari, e quelli di Lille, accoglienti, simpatici e più contenti di fare musica insieme, che del risultato. Questo diverso atteggiamento verso la musica rispecchia anche la differenza tra grandi città e provincia?
Emmanuel Courcol: "È la verità! Ci siamo informati, abbiamo letto libri, abbiamo fatto ricerche. E in effetti, possiamo vedere che ci sono due poli diversi. C'è la ricerca dell'eccellenza e la ricerca dell'interazione sociale e del piacere. C'è una scala: più ci si sforza di raggiungere l'eccellenza, più ci allontaniamo dal piacere di vivere insieme. E viceversa, cioè nella direzione opposta, il piacere di vivere riunirsi, bere qualcosa, condividere un momento, è più importante del risultato. Nel film ci sono quindi due opposti. Non sappiamo cosa sia meglio. Ascoltandola, è chiaro che l'apertura del film sia molto bella, molto forte. Ma si vedono persone che lavorano duramente. Sappiamo com'è la situazione nelle orchestre sinfoniche. Non ci sono molte risate. Esiste una forte gerarchia tra loro. E poi, dall'altra parte, ci si ritrova in una sala in cui si può bere qualcosa, cantare e godersi la vita insieme. Tutto dipende da come si è fatti".
Irène Muscari: "Io farei una distinzione molto semplice: c'è un piacere solitario, che è il piacere dell'eccellenza, quello che ti fa desiderare di arrivare sempre più in alto, e il piacere sociale. È un diverso tipo di piacere. I musicisti classici traggono gioia dal suonare, ma è un piacere più solitario. Alle bande invece piace suonare insieme".