'L'inchiesta' colpisce nel segno
La miniserie in due puntate L'inchiesta, di Giulio Base, vince in entrambe le serate la sfida del pubblico. Ben otto milioni di telespettatori hanno guardato la seconda ed ultima puntata andata in onda martedì 3 Aprile.
Ma vince anche una sfida molto più importante, quella della qualità: dopo Damiano Damiani, regista del primo L'inchiesta del 1986, era difficile fare meglio. Con un cast d'eccezione e con lo spirito giusto e la fede, fondamentale per chi dirige un film che parla di Cristo, però, ce l'ha fatta.
Siamo nel XXXIII d.C.. Una serie di strani avvenimenti, come il cielo che si oscura, un terremoto, ma soprattutto la notizia che un certo Gesù di Nazareth sarebbe risorto e che una parte della popolazione locale ci credeva, spinsero l'imperatore Tiberio a richiamare dall'esilio un suo capace collaboratore, il giovane Tauro, e ad affidargli il compito di condurre un'inchiesta su tutto ciò. Indagando sugli avvenimenti, conoscendo la gente che aveva vissuto con Gesù ed era stata testimone delle sue opere e dei suoi miracoli, Tauro conoscerà Tabità, una giovane seguace di Cristo. Sarà anche grazie all'amore per lei che Tauro, infine, si convertirà.
L'attore interprete del personaggio protagonista Tauro è Daniele Liotti. La sua prestazione è stata perfetta, all'altezza delle grandi stelle di Hollywood che insieme a lui hanno lavorato alla produzione.
Nel cast anche l'attore svedese di storica esperienza cinematografica Max Von Sydow, che tutti ricordano per l'intensa parte che recitò nel film colossal L'esorcista (1973). A lui non avrà avuto bisogno di dare consigli né di fornire alcuna indicazione il quarantaduenne regista Giulio Base, che avendone avuta la possibilità l'ha chiamato ad interpretare l'imperatore Tiberio.
L'altro grande del cinema mondiale presente nel cast è F. Murray Abraham, padre cattivo di Tabità, interpretata da Mónica Cruz l'incantevole sorella minore di Penelope.
E poi Ornella Muti nei panni di Maria Maddalena, Vincenzo Bocciarelli in quelli del sanguinario e folle Caligola, nipote di Tiberio.
Straordinari anche costumi ed ambientazioni (tra Tunisia e Bulgaria).
Giulio Base, interprete fra l'altro di Lazzaro, si dice soddisfatto di quello che è, forse, il lavoro migliore della sua vita. "Il mio colossal" lo definisce, e aggiunge: "fare così bene raccontando di Cristo, per me che sono un credente, è un onore".
La miniserie sarà ridotta a film ed esportata all'estero. Riconoscendo il merito e la qualità, le auguriamo tanta fortuna.