Recensione De-lovely (2004)

La musica di Porter è quanto di più lontano dall'intrattenimento ci possa essere. Le sequenze musicali sono tanto piacevoli da nuocere leggermente alle parti dialogate del film.

L'incantevole musica di Cole Porter

Let's Do It, Begin The Beguine, Let's Misbehave, Night And Day, Ev'ry Time We Say Goodbye, Love for Sale... tutto questo It's De-Lovely, tributo a Cole Porter (1891-1964) uno dei massimi compositori americani del periodo swing-jazz insieme a George Gershwin e Irving Berlin.
Indecisa in più punti tra la struttura di un musical tradizionale ed il surrealismo visivo moderno, la regia mediocre di Irwin Winkler evita le trappole dei film biografici e s'intesse lungo la spirale amorosa della coppia di protagonisti Kevin Kline e Ashley Judd. De-Lovely è un film romantico cullato da note scritte per echeggiare nelle teste chi ama la musica.

Cole Porter e la moglie/musa/anima gemella/angelo custode Linda hanno bruciato tutta la fiamma dell'amore che li ha legati per trentacinque anni nonostante la celebrazione del loro matrimonio fosse di natura 'professionale' per celare l'omosessualità del compositore. Da Parigi, a Venezia al ritorno negli Stati Uniti, Linda fu la vera artefice dell'ascesa artistica del marito. Anche dopo la caduta da cavallo nel 1937, fatale per le gambe di Cole Porter che fu confinato così su di una sedia a rotelle e costretto a più di trenta operazioni chirurgiche in venti anni, la moglie gli fu accanto fino all'ultimo dei suoi giorni. Lo lasciò solo nel 1954, quando un cancro se la portò via.

Il film, selezionato fuori concorso per chiudere il 57° festival di Cannes, è articolato come se fosse uno dei musical scritti da Porter, un viaggio nella sua vita artistica e sentimentale, in cui sul palco si alternano cantanti della scena musicale attuale quali Robbie Williams, Sheryl Crow, Alanis Morissette, Elvis Costello esibendosi nelle meravigliose canzoni del compositore.
Kevin Kline, seduto in platea invecchiato dal trucco, assiste allo show e ripercorre gli eccessi, l'esuberanza, l'irriverenza, l'inventiva del suo personaggio. L'attore suona il pianoforte canta, talvolta balla con tutta la bravura e lo charme di cui dispone. Quella di Ashley Judd non è una caratterizzazione di Linda Porter, piuttosto una genuina attitudine volta a far funzionare la chimica frizzante della relazione con Kline. Nel film viene detto che un grande show non dovrebbe iniziare né finire con un pezzo musicale.

De-Lovely non solo comincia e finisce così, l'intero film è una ballata. La musica di Porter è quanto di più lontano dall'intrattenimento ci possa essere. Le sequenze musicali sono tanto piacevoli da nuocere leggermente alle parti dialogate del film, francamente inferiori.