L'amore è un sorriso e una lacrima
Superate brillantemente, almeno in termini di successo al botteghino, le 'notti prima degli esami', consumate tra i mitici anni '80 e i tempi più recenti dell'Italia mondiale, Fausto Brizzi tenta il salto di qualità, e forte del boom degli esordi può concedersi il rischio di modificare il tiro, seguendo più in profondità i propri gusti. Questo almeno nelle intenzioni, ma il rischio che dice di essersi preso l'ormai quarantenne regista romano è ovviamente calcolato e la contaminazione del dramma nel già solido (e solito) tessuto della commedia non ha certo effetto disorientante per lo spettatore. Nasce così Ex, film corale che mette insieme un nutrito cast di attori che spazia dal cinema al teatro, alla televisione, e che racconta le storie di sei coppie e più evitando accuramente la divisione in episodi, per favorire l'immersione completa dello spettatore in una trama dove vanno ad intrecciarsi baci, rancori, liti e ricongiungimenti dei personaggi in gioco. Le atmosfere sognanti dell'inizio (dalle luci di Natale ai cuori di San Valentino, fino agli amori d'estate in spiaggia) si spezzano presto seguendo il naturale corso dell'esistenza: le storie finiscono, i matrimoni entrano in crisi, l'amore sfiorisce e risorge per qualcun'altro. Brizzi si intrufola tra i sopravvissuti alla catastrofe dell'amore (che come dice un personaggio del film 'è solo una grande bugia', e come dargli torto?) che mai domi tornano a confrontarsi con le proprie emozioni e a cercare di restare a galla, tra chi si rimbocca le maniche e guarda al futuro e chi incatenato a ciò che è stato tenta disperatamente di rimettere insieme i cocci.
La materia ben si presta quindi a tutte quelle situazioni che intervengono puntuali ogni volta che il cinema italiano mainstream fa scontrare gli esseri umani: dagli isterismi al romanticismo divinizzato, dal melodramma senza limiti alla risata scacciapensieri. Ex è fondamentalmente una commedia popolare, rivolta a un vasto pubblico che in essa può facilmente riconoscersi, e come giusto che sia non ha guizzi, né in termini di forma che di contenuto, particolarmente innovativi. Anche le tragedie che intervengono nella storia trovano una giusta collocazione e il tono più adatto per poter essere esposte, mentre l'umorismo politically correct (anche quando si parla di preti dalle prestazioni sessuali da 10 e lode) che caratterizza la storia chiede continuamente la complicità dello spettatore, presentandosi proprio nei tempi e nei modi più previdibili, una volta capito il meccanismo di questo ibrido di dramma e commedia. Brizzi, insieme ai co-sceneggiatori Marco Martani e Massimiliano Bruno, prova a non fare della leggerezza mera superficialità, tenendo sotto controllo le spinte verso la risata facile con una convincente tensione al dramma che però non paralizza mai la storia. E per una volta ci vengono evitate parolacce e cafonaggini nelle quali gode a sguazzare la peggiore commedia all'italiana e di questi tempi è già un grande merito. Regista per caso, Brizzi comincia inoltre a trovare una certa padronanza del mezzo tecnico, restando comunque nell'orizzonte del lecito per un prodotto del genere, anche se di tanto in tanto si lascia andare a qualche sfizio personale, come i pomposi viaggi aerei nella 'Terra di Mezzo' tesi semplicemente a sottolineare in via spiritosa il 'mito' di quei posti. Eccessivo il commento musicale, il product placement a differenza del passato (vedi la scorsa Notte), non è mai invasivo, sia pur presente in maniera massiccia, mentre la co-produzione con la Francia rivela l'obiettivo di una larga distribuzione nell'episodio ambientato a Parigi, che però risulta anche il meno convincente. Non fosse altro per quell'inquadratura insistita sul Moulin Rouge che ricorda ogni volta allo spettatore il luogo in cui ci si trova e il respiro romantico al quale si ambisce. Il cast si comporta piuttosto degnamente, nonostante una caratterizzazione canonica dei personaggi: un inquietante deja-vu ci coglie ritrovando Flavio Insinna nel ruolo del prete dalla battuta pronta, Claudia Gerini che veste i panni della romana naive sull'altare, o Cristiana Capotondi, ancora ragazzetta acqua e sapone fedele al suo amore, mentre Claudio Bisio si rivela ancora una volta attore sorprendente nella sua capacità di mantenere in equilibrio i toni che caratterizzano il suo personaggio. Le due ore di durata di Ex trascorrono comunque agevolmente, il tempo di ridere a denti stretti della grande beffa dell'amore, per ricordarci che in una coppia, oltre l'Eden dei primi baci, bisogna sopravvivere alla faticosa tortura del quotidiano.