L.A.’s Finest, la recensione: lo spin-off al femminile di Bad Boys

La recensione della nuova serie con protagoniste Jessica Alba e Gabrielle Union, che riprende il ruolo da Bad Boys II, dal 9 novembre su Fox Italia.

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L.A.'s Finest: le protagoniste in una scena

Come scopriremo in questa recensione di L.A.'s Finest - la serie spin-off al femminile di Bad Boys che arriva su Fox Italia dal 9 novembre - segue tutti i canoni del genere. Una buddy cop series ideata da Brandon Margolis e Brandon Sonnier, già sceneggiatori di The Blacklist, ad alto tasso adrenalinico e che strizza continuamente l'occhio allo spettatore, presentando da subito due protagoniste estremamente bad ass e che all'epoca dell'annuncio provocarono non poco trambusto, come sta succedendo in questi giorni con il nuovo 007 donna.

LO SPIN-OFF È DONNA E IN COPPIA

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L.A.'s Finest: un'immagine della serie

Protagoniste di questo spin-off al femminile sono le bad girls Jessica Alba e Gabrielle Union, quest'ultima già vista nel secondo capitolo del franchise cinematografico. L'attrice riprende il ruolo di Sydney "Syd" Burnett, ex agente della narcotici, che ha lasciato il suo passato complicato alle spalle a Miami per diventare un detective della polizia di Los Angeles. Le viene assegnata come partner Nancy McKenna (Alba), una poliziotta mamma con un passato altrettanto complesso. Due donne diverse e complementari, come spesso capita nelle buddy stories, che impareranno a fare affidamento l'una sull'altra. Sono entrambe indurite dalla vita ma lo mascherano bene e ci vorranno più casi da affrontare insieme per imparare a fidarsi davvero l'una dell'altra.

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L.A.'s Finest: una scena della serie

Si fanno presto la fama di "migliori detective di L.A." (da qui il titolo) e, a rimarcare la loro bravura, hanno una coppia di colleghi agenti uomini che fanno ciclicamente sfigurare - "i Ben" (perché si chiamano entrambi così, interpretati dall'ex Scream Duane Martin e dall'ex Matt Saracen Zach Gilford, qui in un ruolo inedito). Completano il cast "familiare" un ritrovato Ryan McPartlin (Chuck) nei panni del marito di McKenna, che lavora nel campo legale, e Ernie Hudson in quelli del padre estraniato di Burnett. Proprio la figliastra adolescente di McKenna (Sophie Reynolds) fa una battuta nel pilot quasi meta-televisiva sul ruolo della donna in una società patriarcale.

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UN CRIME ESAGERATO

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L.A.'s Finest: una foto di scena

L.A.'s Finest nasce come progetto di spin-off nell'ottobre 2017, sviluppato per il network generalista NBC e prodotto nientemeno che da Jerry Bruckheimer, per poi non riuscire a entrare nel palinsesto di rete e finire ad essere il primo originale di Spectrum. Quest'ultimo è il nuovo servizio streaming della Charter Communications, che ha purtroppo cancellato la serie dopo due stagioni poiché non ha guadagnato il successo sperato, anche se la casa di produzione Sony Pictures Television sta provando a venderla ad altri.

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L.A.'s Finest: un'immagine delle protagoniste

L.A.'s Finest è un procedurale esagerato, che non fa mistero e si vergogna di alzare il tiro e mostrare sequenze d'azione ad alto tasso adrenalinico. Le battute, le mosse delle due protagoniste sono la corazza che nasconde dolori e segreti che verranno man mano sviluppati e approfonditi, sempre nei limiti del genere di appartenenza. Alba e Union offrono da subito una grande chimica tentando di replicare quella vista al cinema fra Will Smith e Martin Lawrence. I casi mostrati e sviluppati riguardano droga, prostituzione, traffico, gli autori non hanno paura di spingere sull'acceleratore della narrazione e di mostrare anche un lato più dark del passato delle due protagoniste. Sempre tra una scazzottata e un inseguimento in macchina o moto. È proprio questo elemento del chiaroscuro nella caratterizzazione delle due donne che risulta l'elemento più "nuovo" e interessante di questo spin-off, che non va comunque oltre l'aspetto da "passatempo" della visione. Per chi ama il genere L.A.'s Finest si dimostra un perfetto intrattenimento per sfogare l'inizio della settimana lavorativa attraverso la visione.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di L.A.’s Finest come l’abbiamo iniziata – tra una scazzottata, una risata e un inseguimento – ribadendo come la serie si rivolga ad un pubblico preciso, non necessariamente quello del franchise a cui si ispira ma comunque quello dello sguardo non completamente attento. Quello di chi cerca un intrattenimento e uno svago in tv per il dopocena. Jessica Alba e Gabrielle Union sono comunque magnetiche e fanno la loro parte, condendola di alcuni oscuri segreti che verranno svelati man mano.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • La serie è fedele al franchise, al genere di appartenenza e alla propria identità…
  • …ma approfondisce anche alcuni lati e temi più oscuri delle due protagoniste.
  • Jessica Alba e Gabrielle Union sono azzeccate per i ruoli.

Cosa non va

  • La serie non va molto oltre l’intrattenimento, lo svago e il passatempo quindi chi cerca quel “qualcosa in più” potrebbe storcere il naso.