Kung Fu Panda 4 è uno di quei capitoli che arrivano molti anni dopo il precedente eppure ha un successo al botteghino tale da far capire che una saga è ancora molto amata e tutt'altro che fatta e finita. Nonostante il film (leggi la nostra recensione) parli proprio di passaggio di testimone e di eredità. La trama del film infatti vede Po diventare la guida spirituale della Valle della Pace e quindi dover scegliere un sostituto come Guerriero Dragone e addestrarlo affinché ne ripercorra le orme. Sulle sue tracce si mette la Camaleonte, che ha messo gli occhi sul Bastone della Saggezza di Po, che le darebbe il potere di risvegliare dal Regno degli Spiriti tutti i cattivi che l'improbabile eroe ha sconfitto. Troverà un aiuto inaspettato nella ladra Zhen, una volpe corsara le cui abilità si riveleranno preziose. Con il film disponibile in digitale su tutte le piattaforme principali per l'acquisto (dal 20 giugno anche a noleggio) e in vista anche dell'uscita home video della pellicola (sempre il 20 giugno), abbiamo incontrato su Zoom il regista Mike Mitchell e il capo-animatore Sean Sexton per farci raccontare qualche curiosità sulla realizzazione del film.
L'inizio della fine
Dato che parliamo di una sorta di capitolo conclusivo ma anche aperto al futuro del franchise, abbiamo iniziato la nostra intervista partendo dagli esordi del duo nella saga. Il regista Mike Mitchell è arrivato per primo: "Io ho lavorato al primissimo film mentre stavano cercando di capire quale sarebbe stata la storia e quale il cattivo. Ero alle prese con gli storyboard e con Tai Lung per capire che tipo di villain sarebbe stato. È stato divertente e in fondo già sapevamo che sarebbe stato un gran film". Qualche tempo dopo è toccato a Sean Sexton, Head of Character Animation: "Io ho avuto la scelta tra quello e Bee Movie e ho scelto il secondo all'epoca (ride). Però ho lavorato in Kung Fu Panda 3 per gli ultimi sei mesi, mi sono divertito molto e Po è diventato il mio personaggio animato preferito". Mitchell gli fa notare che hanno quasi sempre lavorato soprattutto negli ultimi sei mesi ai progetti e Sexton lo rimbecca dicendogli che è per quello che è entrato in quel momento, così avevano già risolto i problemi più grossi (ride).
Proprio perché questo quarto capitolo parla di eredità, ci siamo chiesti qual è quella che il franchise lascia all'animazione? Sean Sexton ne è convinto: "Sicuramente per noi è stato il pianificare. Avevamo tante scene d'azione nella pellicola e l'aspetto più importante erano le reference. Avevamo un coreografo che ha lavorato in molti live action che, insieme al proprio team, dallo storyboard preparava una scena con le migliori sequenze d'azione che avessimo mai visto e poi tornavamo ad animarla. C'era un ragazzo alla DreamWorks che si occupava di realizzare la scena interamente in animazione 2D, preparando una sorta di planimetria da unire poi al live action e ottenere un risultato davvero incredibile. L'aspetto più importante è stato coordinare tutti i vari reparti insieme". Come dice Mike Mitchell, l'aver unito vecchia e nuova scuola, animazione 2D a animazione 3D, ha reso il risultato molto forte. Un'identità differente e un aspetto più cool rispetto ai primi tre film.
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Le new entry
La differenza nel nuovo capitolo di una saga la fanno spesso i nuovi arrivati, e l'animazione non fa eccezione. Come racconta Sean Sexton: "Zhen ha la voce di Awkwafina e lei è stata fantastica. Sapevamo dal primo giorno che sarebbe stata lei a doppiarla e quindi ci vedemmo i suoi lavori precedenti e uno in particolare ci fece scompisciare, ovvero Nora del Queens. Io e mia moglie iniziammo con un paio di episodi per farci un'idea ma finimmo per fare binge watching dell'intera serie. A quel punto dovevamo capire come animarla, dato che sapevamo che sarebbe stata una volpe corsara, molto agile. Ci vedemmo vari filmati di volpi reali per capire quanto erano scattanti e veloci. Era il momento della camminata: le volpi sono animali a quattro zampe ma noi volevamo metterla su due zampe e dovevamo capire se sarebbe risultato strano o ridicolo. Proponemmo una versione simile a Bugs Bunny in cui alza le piante dei piedi e una digitalizzata, e alla fine optammo per quest'ultima. Lo rimbecca Mitchell: "Mi ricordo quando mi presentaste il progetto di confronto fra l'anatomia umana e quella di una volpe. Fu molto divertente (ride)!"
L'altro nuovo membro del cast vocale più importante è sicuramente Viola Davis nei panni dell'antagonista di Kung Fu Panda 4. Come dice Sexton: "Viola Davis è stata fantastica come Camaleonte. Già l'idea di base era vincente, ovvero una villain con la capacità di trasformarsi in qualunque degli altri cattivi già visti. Non è stata facile da animare, aveva ben 8130 controlli digitali da poter muovere e poter trasformare. Però ne è valsa la pena, soprattutto grazie al lavoro di tutti i reparti insieme".
Forse il personaggio più affascinante del film, una cattiva al 100%La Camaleonte è davvero molto affascinante e finalmente una villain al 100%, come dice Mitchell: "L'aspetto che mi ha sempre più affascinato della saga di Kung Fu Panda sono stati i cattivi (ride). Penso che abbia i migliori villain dell'animazione: da Tai Lung a Lord Shen fino a Kai il Collezionista. Non volevamo iniziare a lavorare sulla storia e sul film finché non avevamo un cattivo degno di questo nome (ride). Ci chiedevamo come poterla rendere più minacciosa dei primi tre e quando ci è venuta l'idea 'E se fosse capace di trasformarsi proprio in loro?' ci è sembrata perfetta, così siamo passati istintivamente al camaleonte dato che siamo in un mondo popolato da animali. Ci piaceva anche che sarebbe stata la prima villain femminile della saga e molto più soprannaturale rispetto ai precedenti cattivi. A quel punto design e animazione hanno fatto il resto".
A quel punto c'era la questione statura, come racconta Sexton: "Ci siamo chiesti come renderla minacciosa dato che era l'animale più piccolo di tutti, alta meno di un metro. Ma la trasformazione le permetteva di ingrandirsi. Inoltre credo abbia fatto differenza la voce di Viola Davis che è stata davvero in grado di essere spaventosa con la propria performance. Succede quando si prendono seriamente i cattivi, penso al Lupo del Gatto con gli Stivali 2. Volevamo che Po la vedesse realmente come una minaccia, e di conseguenza gli spettatori con lui". Insomma Po come Batman. Ha i cattivi migliori, meglio quasi dell'eroe.
Cibo e animazione per il sociale
Vi è capitato di avere voglia di cibo cinese durante la visione di Kung Fu Panda? Non siete i soli. Come racconta Mike: "È un aspetto che mi ha sempre fatto sorridere il fatto che agli spettatori piaccia guardare Po mangiare, così strano e divertente". Poi continua, su suggerimento di Sexton che racconta come abbiano provato a rendere il cibo autentico: "_Spesso capitava prima di pranzo che dovessimo disegnare e animare quel cibo fumante e quindi era impossibile non avere fame (ride)".
Impossibile non chiudere l'intervista con il nostro tormentone sull'animazione che chiediamo sempre agli addetti ai lavori. L'animazione può essere uno degli strumenti utili a salvare la crisi del cinema e della sala durante e post-pandemia che stiamo vivendo in tutto il mondo? Ne è assolutamente convinto Mike Mitchell: "Sembra non si facciano più commedie per il grande schermo e penso che l'animazione abbia preso le redini del genere. Queste sono pellicole davvero divertenti per tutta la famiglia ma sono anche belle da vedere, epiche e curati nei dettagli, dai grandi world building. Uno degli aspetti di Kung Fu Panda 4 che più mi ha colpito è stato infatti il portale che trasporta nel Regno degli Spiriti, accompagnato dalla musica di Hans Zimmer. Che nessuno voglia più andare al cinema secondo me è più facile a dirsi che a farsi, bisogna realizzare più pellicole che pretendono di essere viste sul grande schermo. Sono cambiate lo storytelling, le tecniche e gli strumenti ma non la voglia delle persone di uscire di casa per vivere un'esperienza comune in una sala, soprattutto per le commedie, sentendo le altre persone ridere. Forse Netflix ha rovinato più di qualche uscita cinematografica ma penso anche che la gente si sia stancata di quell'approccio streaming". Chiude **Sean Sexton: "Concordo pienamente e vedere questo tipo di film sul grande schermo insieme ad altre persone è un'esperienza molto più piacevole, con tutte quelle risate live, che non puoi vivere da solo sulla tv di casa".