Il K-Pop macina numeri da capogiro ormai ovunque, dopo aver varcato i confini nazionali per diffondersi, con proporzioni più o meno contagianti, in ogni angolo del pianeta. Non deve perciò stupire l'arrivo su Netflix di un film d'animazione che vede al centro del racconto proprio una pop-band coreana tutta femminile, immersa in un mondo fantastico dove i demoni minacciano l'esistenza dell'umanità e soltanto la musica può "accendere l'anima e unire la gente".

Eccoci così a parlare di KPop Demon Hunters, dove protagoniste sono le superstar Rumi, Mira e Zoey, ovvero le Huntrix. Tre ragazze piene di sogni ed energia, che hanno giurato di proteggere il mondo dalle mire del crudele Gwi-Ma, re dei demoni che intende risucchiare le anime delle persone. Per contrastare la missione delle nostre eroine, il villain ha deciso di creare una boy band demoniaca, le cui canzoni hanno il compito di scalare le hit parade e contrastare il successo delle Huntrix. Nel frattempo Rumi ha un blocco della voce e nasconde da lungo tempo un segreto che potrebbe cambiare tutto per sempre...
Le KPop Demon Hunters hanno un gran tiro

Sin dall'inizio salta subito agli occhi - e alle orecchie - il riuscito mix tra quell'estetica colorata e la componente musicale, con il sonoro e le immagini che vanno di pari passo in un equilibrio a tratti galvanizzante, con le tonalità sgargianti che ben si adattano a questa vicenda dai toni fantastici. Il background è introdotto con un esaustivo voice-over che ci accompagna alla scoperta della band protagonista e dei nemici che dovrà affrontare e già dai primi minuti lo spettatore ha già una certa familiarità con il contesto in cui ha luogo il racconto.
Un'animazione accattivante, solo parzialmente derivativa in alcune scelte, caratterizza i cento minuti di una visione che si concentra non soltanto sulla archetipica lotta tra il Bene e il Male, ma anche sull'accettazione di se stessi. Il percorso di crescita vissuto da Rumi, costretta una volta per tutte a fare i conti con la sua vera natura, ha un buon impatto emotivo sul pubblico, desideroso di scoprire quale scelte prenderà in vista della resa dei conti finale.
Una per tutte, tutte per una

Resa dei conti letteralmente esplosiva, accompagnata da una canzone che riuscirà a far breccia anche in chi solitamente non avvezzo a certi tipi di sonorità: un testo e una musica orecchiabili e vagamente epici al contempo fanno da sottofondo ad una battaglia decisiva. Summa di un'anima spettacolare che, tra split screen, slow motion e pose plastiche, garantisce il corretto intrattenimento a tema. In una sorta di adattamento delle canoniche dinamiche da videoclip, con le luci dei concerti e gli show sempre più spettacolari che vengono allestiti per il visibilio dei fan quale modello di ispirazione.
Ma KPop Demon Hunters non manca nemmeno di ironia e leggerezza, con le caratterizzazioni volutamente caricaturali di personaggi principali e secondari e un paio di compagni animali - il gattone tigrato e il corvo dai tre occhi - quali buffi famigli a far la gioia dei più piccoli.
Quando non te l'aspetti
Da far notare come KPop Demon Hunters contro ogni aspettativa batta bandiera a stelle e strisce. La regista esordiente Maggie Kang - affiancata dal collega Chris Appelhans - ha infatti voluto realizzare una storia che rendesse omaggio alle sue origini coreane, nella quale fondere elementi mitologici e del folklore locale, con la forza trascinante e universale del K-Pop quale mezzo per arrivare a un range di spettatori il più possibile eterogeneo.

Il discorso sulla fama e sullo stato con il quale in patria queste girl/boy band vengono divinizzate da orde di fan urlanti è ben rappresentato in diversi passaggi, con qualche accenno velatamente critico in una sceneggiatura che si dimostra molto più profonda di quanto inizialmente prevedibile. E popolata di personaggi e situazioni che mettono in mostra un certo appeal, tanto che un ipotetico sequel non sarebbe certamente disprezzabile.
Conclusioni
Tre ragazze in lotta contro il male in un film d'animazione che, come dice già il titolo, sfrutta le sonorità K-Pop per dar vita ad un'avventura a prova di grandi e piccini. Il gruppo delle protagoniste, cacciatrici di demoni in incognito, dovrà vedersela con una boy band tutta nuova, oscura creazione di chi intende distruggere il mondo tramite il potere coercitivo della musica. KPop Demon Hunters partiva con basse aspettative ma si è rivelato una piacevole sorpresa, con canzoni orecchiabili e accattivanti - sul finale l'impatto emozionale è alto nella fusione tra musica e immagini - ad accompagnare un'animazione non trascendentale ma gradevole, colorata e ad alto tasso d'azione. E tra ironia, drammi e riscoperta di se stessi, i cento minuti di visione scorrono con brio ed energia senza mai annoiare.
Perché ci piace
- Animazione colorata e accattivante.
- Canzoni trascinanti.
- Storia semplice ma non avara di significati.
Cosa non va
- A tratti manca un pizzico di personalità nello stile.