Killers Of The Flower Moon, Martin Scorsese: "La guerra tra Russia e Ucraina mi preoccupa molto"

A Cannes 2023 Robert De Niro definisce Donald Trump "uno stupido" durante la conferenza di Killers Of The Flower Moon, Scorsese parla del conflitto Russia-Ucraina e Lily Gladstone omaggia il regista e Leonardo DiCaprio.

Killers Of The Flower Moon, Martin Scorsese: 'La guerra tra Russia e Ucraina mi preoccupa molto'

Durante la recente conferenza stampa che ha avuto luogo questa mattina presso il Festival del Cinema di Cannes 2023 in onore di Killers of the Flower Moon, il leggendario regista Martin Scorsese, insieme alle star di Hollywood Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, all'attrice Lily Gladstone e al capo della tribù Osage, Chief Standing Bear, si sono riuniti per far luce sugli eventi tragici che si sono verificati nella ricca nazione degli Osage nei primi anni '20, strettamente legati al famigerato massacro di Black Wall Street. Non sono mancati riferimenti e parallelismi con Donald Trump con George Floyd e con l'odierno razzismo sistemico.

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Killers of the Flower Moon: Martin Scorsese sul set del film

In apertura, Scorsese ha rivelato che cosa ha provato dopo la proiezione e la standing ovation di ben nove minuti (la più lunga finora al Festival) che ha seguito la prima della pellicola: "Beh è stata una combinazione di anni di lavoro e uno straordinario calore e amore che è stato espresso. Sto parlando per me ovviamente, è come se tutto si realizzasse definitivamente solo quando ti trovi in quella stanza durante la premiere; il film è venuto dal cuore e so che è quello il motivo per cui è così toccante." In seguito il cineasta ha espresso la sua preoccupazione per la situazione tra Russia e Ucraina e ha riflettuto sui rischi che si assume alla sua età, affermando: "Rischiare a questa età, cos'altro posso fare?". L'obiettivo principale di Scorsese, almeno secondo quello che emerge dalla conferenza, è estremamente chiaro: attirare l'attenzione sulle atrocità commesse contro il popolo Osage durante un periodo estremamente buio della storia americana.

Robert De Niro schernisce Donald Trump, parlando di razzismo e di George Floyd

Tracciando un parallelo tra la nazione Osage e la tragedia di George Floyd, durante la conferenza Robert De Niro ha espresso il suo pensiero sul razzismo sistemico, un problema ricorrente e senza tempo che permea entrambe le narrazioni. Esprimendo la sua confusione riguardo al suo personaggio, William Hale, De Niro ha chiesto: "Non capisco molto del mio personaggio. Le persone fanno delle cose e spesso non si capisce bene il motivo. Perché tradisce tutti?"

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Killers of the Flower Moon: Robert De Niro e Leonardo DiCaprio in una foto del film

A proposito di Floyd e del razzismo, De Niro ha affermato: "Dopo George Floyd con il razzismo sistemico - perché è questo che è - cosa succede? Quello che non sapevamo del massacro di Black Street, è la banalità del male. Sono queste le cose a cui dobbiamo stare attenti." Il veterano di Hollywood ha poi espresso le sue critiche nei confronti dell'ex presidente Donald Trump, paragonando la presunta mancanza di intelligenza di quest'ultimo all'astuzia del suo personaggio sul grande schermo: "Lo vediamo oggi, sappiamo tutti di cosa sto parlando, ma quell'uomo è stupido. Hale invece è intelligente in molti modi, ma il razzismo è sistematico."

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Il personaggio di Leonardo DiCaprio: "Marty fa emergere la condizione umana"

Leonardo DiCaprio, che interpreta Ernest Burkhart nel film, ha approfondito l'abilità incomparabile di Scorsese nel portare alla luce gli aspetti più oscuri e contorti di un personaggio, esplorando al contempo le profonde sfumature della condizione umana. Un Leo insolitamente molto coinvolto e passionale ha osservato: "Quello che Marty fa incredibilmente bene è dare vita al personaggio più contorto e sinistro che tu possa immaginare, e far emergere la condizione umana."

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Killers of the Flower Moon: una foto del film

Inizialmente scelto per interpretare un agente federale nel film, la determinazione di DiCaprio nel cogliere il cuore della storia ha spinto Scorsese a rivalutare il suo focus narrativo. Dopo estese riunioni con la tribù Osage, il regista ha deciso di spostare l'attenzione sul personaggio di Ernest, che era stato relativamente trascurato nelle prime precedenti della sceneggiatura della pellicola. Questa decisione ha aggiunto profondità a un racconto ricco di tragedia, amore e tradimento.

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Il leader della tribù Osage e il commovente tributo di Lily Gladstone

Standing Bear, il leader della tribù Osage, ha svolto un ruolo fondamentale nel guidare la narrazione di Scorsese: quando quest'ultimo ha espresso il desiderio di adattare il romanzo di David Grann, Standing Bear ha enfatizzato l'importanza di raccontare la storia di fiducia e tradimento tra Mollie ed Ernest. Durante la conferenza il leader ha espresso gratitudine nei confronti dell'impegno di Scorsese nel rappresentare in modo autentico l'esperienza del popolo Osage: "Il mio popolo ha sofferto molto, le conseguenze di quello che è accaduto sono ancora con noi. Posso dire a nome degli Osage che Martin Scorsese ha ripristinato quella fiducia che mancava da tanto tempo".

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Killers of the Flower Moon: Leonardo DiCaprio e Lily Gladstone nella prima foto

In conclusione Lily Gladstone, in un commovente tributo al celebre regista e a DiCaprio, ha elogiato le loro "anime artistiche" e il "sincero interesse" che dimostrano di avere per le vicissitudini affrontate dalla tribù Osage affermando: "Martin ha puntato l'obiettivo della telecamera sulle nostre comunità: stiamo parlando del Black Wall Street e di Tulsa degli anni '20. Ne parliamo molto nel nostro film. Perché il mondo non sa queste cose? Le nostre comunità lo sanno da molto tempo." In seguito l'attrice si è rivolta a DiCaprio e ha affermato che la star ha affrontato la situazione "come un essere umano, non come una persona che sta studiando un argomento".