Nessun regista più di Ken Loach sa quanto sia forte il potere dei film per veicolare le proprie idee politiche sul mondo e sulla società. In quasi cinquant'anni di carriera, il grande autore britannico non si è mai nascosto dietro ad un dito, facendosi portavoce di un cinema genuinamente militante, che con amara ironia riesce ancora oggi a mettere in evidenza la distanza, quasi incolmabile, tra governi e popolo.
A Roma per presentare il suo ultimo lavoro, scritto con Paul Laverty, Jimmy's Hall - Una storia d'amore e libertà, in uscita il prossimo 18 dicembre con BIM, Loach ha incontrato prima gli spettatori capitolini in un incontro tenutosi ieri sera al Nuovo Cinema Aquila, voluto dalla Fondazione Cinema per Roma, poi i giornalisti.
La danza di Jimmy
Fucili, lotta senza esclusione di colpi, battaglie cruente. La rivoluzione non è un pranzo di gala, diceva Mao Tse Tung, e in certi casi è obbligatorio scendere in piazza, sapendo di rischiare il tutto per tutto. Eppure il protagonista del film di Loach è un eroe gentile, misconosciuto al grande pubblico, che negli anni '30 lottò fieramente con gli abitanti di un piccolo paese irlandese della contea di Leitrim, per difendere gli ideali di libertà e democrazia, attraverso la costruzione di una sala da ballo, un luogo in cui tutti potevano conoscersi e discutere, leggere Yeats e ballare, cantare e dipingere, dibattere di grandi temi sociali e rafforzare la collettività con uno scambio continuo di opinioni e punti di vista. Jimmy Gralton, questo il suo nome, fu osteggiato per questo dai rappresentanti della chiesa locale che vedevano di cattivo occhio quella comunità, in cui uomini e donne potevano relazionarsi senza paura.
"Jimmy Gralton sapeva per cosa stava combattendo - ha raccontato -, quando lo vediamo durante il discorso pronunciato per riportare a casa la famiglia sfrattata, cacciata dal proprietario terriero, sa bene di cosa parla. Non volevamo che quelle parole andassero oltre, ma se avesse proseguito avrebbe parlato di giustizia sociale, della possibilità di riprendere il controllo delle proprie vite e di proprietà comune. Avrebbe parlato di controllo democratico e di un sistema economico diverso".
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Nel nome del padre
E' la chiesa locale a mostrare il suo volto più arcigno a Jimmy, attraverso le parole dell'intransigente padre Sheridan che lo definisce senza mezzi termini "Anticristo" per il suo ateismo e per l'amore verso i piaceri della vita. Un'immagine, quella del prete interpretato da Jim Norton, che sembra distante anni luce dal "nuovo" corso voluto da Papa Francesco. O forse no? "Sì, molti definiscono il Papa come un uomo progressista, ma questo può essere molto pericoloso, perché, nonostante ciò, potrebbe lo stesso allinearsi con i reazionari - ci ha detto -. Se il Papa stesse con i lavoratori e si opponesse ai capitalisti, sarebbe un conto, ma non credo che sia possibile una cosa del genere. E' facile dire, siamo contro la povertà, ma non è abbastanza. C'è una frase molto bella che dice così, 'Quando dono qualcosa mi chiamano santo, ma quando mi chiedo perché la gente sia povera, mi chiamano comunista'. Ecco, bisogna vedere se il Papa si limiterà a fare doni o si farà domande sui grandi temi della vita".
Jimmy e i giovani
Jimmy Gralton, interpretato da Barry Ward, è una figura che può essere fonte di ispirazione per i giovani di oggi, almeno così la pensa Mr. Loach. "Quali sono i problemi che un ragazzo o una ragazza devono affrontare? Cercano un lavoro sicuro che gli permetta di avere uno stipendio, un posto dove vivere per non stare con i genitori. In Inghilterra ci sono contratti a zero ore che non ti promettono alcun lavoro, gli ammortizzatori sociali sono stati tagliati e la casa è un problema. Mi sembra chiaro che il nemico principale oggi è la struttura economica che supporta le multinazionali e, ovviamente, quei politici che parlano per conto delle multinazionali. Ecco perché abbiamo bisogno di un leader a sinistra", ha spiegato.
I giovani possono non avere una coscienza politica, ma sanno che li stanno fregando
Tra passato e presente
Con il documentario The Spirit of '45 e Jimmy's Hall - Una storia d'amore e libertà, Loach ci parla di due epoche passate in cui sembrava possibile lottare per ottenere un cambiamento sostanziale. "Certo, il passato ci aiuta a capire molto del presente. Per quanto riguarda il 1945, quello fu il punto più alto toccato dalla Socialdemocrazia. Venne stabilito un Welfare sostenuto da tutti, ma i capitalisti rimasero purtroppo intoccabili. Lì sono nati i problemi - dice Loach -, ma in quel momento avevamo chiara la sensazione che potessimo fare tutto e farlo assieme e questo spirito deve vivere anche oggi. L'importante è che non si facciano gli stessi errori, facendo il lavoro a metà".
"Allora il movimento operaio creò biblioteche, luoghi per musica, costruì opere di valore culturale, ora tutto sembra una transazione finanziaria. Parlano di industria creativa e non di cinema, quindi parlano di soldi. Ogni cosa ha uno sponsor ed è un problema ideologico perché fanno passare l'idea che siano le multinazionali a darti tutto. Ecco come entrano nei nostri cervelli. E' meraviglioso che dei giovani a Roma abbiano così a cuore le sorti di cinema e teatro, bisogna continuare a programmare film e a fare teatro, bisogna restare collegati col mondo e stabilire una connessione tra palco e strada", ha poi concluso.