Jung_E, la recensione del nuovo sci-fi Netflix diretto da Yeon Sang-ho

Il regista di Train to Busan ed Hellbound torna dietro la macchina da presa per un film fantascientifico profondamente immaginifico e intrinsicamente umano da non perdere.

Jung_E, la recensione del nuovo sci-fi Netflix diretto da Yeon Sang-ho

Messa da parte l'apocalisse zombie con l'uscita di Peninsula nel 2020, comunque parte della saga di Train to Busan, il sud coreano Yeon Sang-ho ha scelto di prestare il suo talento a Netflix. Il regista di culto ha infatti sviluppato già nel 2021 la serie Hellbound tratta dall'omonimo webtoon coreano da lui ideato; un successo di critica e pubblico che viaggia verso una seconda stagione e che ha cristallizzato definitivamente il talento di Sang-ho, tra le firme più note e apprezzate del cinema orientale. Nel vuoto creativo che separa l'inizio del progetto dal suo prosieguo naturale, comunque, l'autore ha deciso di non restarsene con le mani in mano e di dare fondo al proprio stacanovismo, scrivendo e dirigendo l'interessante Jung_E, una storia sci-fi di ottima caratura intellettuale e buona misura action prodotta sempre in esclusiva per la piattaforma. E anche in questo caso i risultati sono davvero meritevoli come vedremo in questa recensione.

Verso la vittoria

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Jung_E: una sequenza

Ambientato nel 2194, il film mostra una futuristica società umana ormai trasferitasi nello spazio. A causa dell'innalzamento dei mari dovuto al cambiamento climatico, la Terra è infatti divenuto un pianeta praticamente inabitabile, costringendo la civiltà a creare 80 rifugi tra la Terra e i piani orbitali della Luna. Una volta completato l'insediamento, alcuni di questi rifugi - per la precisione i numeri 8, 12 e 13 - hanno scelto la via della ribellione al nuovo status quo costituitosi, slegandosi dunque dal sistema e reclamando la propria indipendenza sotto il nome di Repubblica Adriana. Apertamente nemici dei terrestri, la Repubblica comincia ad attaccare indiscriminatamente sia la Terra che i rifugi, dando vita a una guerra ultradecennale tra loro e le forze alleate.

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Jung_E: una scena

I pochi umani rimasti ancora sulla Terra sono adibiti alla creazione di munizioni e armamenti, ma la fine del conflitto e la vittoria della Forze Alleate potrebbe risiedere nella leggendaria mercenaria Jung-Yi (Kim Hyun-joo). A capo del team scientifico del Laboratorio Kronoid, la dottoressa Yoon Seo-hyun (interpretata dalla compianta Kang Soo-yeon, qui nel suo ultimo ruolo) riesce infatti a sviluppare un metodo per clonare il cervello umano e trasformare il procedimento in una vera e propria catena di montaggio stratificata di IA da combattimento. E sono proprio mente e abilità militari sia strategiche che guerriere di Jung-yi - in coma da decenni dopo una missione fallita - a interessare il progetto, ormai in corso di finalizzazione e alla ricerca di finanziamenti. Questo almeno finché non accade qualcosa di irreparabile e sorprendente.

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Ghost in the Shell secondo Sang-ho

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Jung_E: una foto del film

C'è un chiaro file rouge concettuale tra Jung_E e il capolavoro giapponese di Masamune Shirow. Il nuovo film di Sang-ho pesca infatti non poco dall'opera del 1989, che sia l'idea di raccontare una storia di "un'anima" all'intero di un corpo meccanico o cibernetico oppure la volontà di farlo addentrandosi nel tema dello sviluppo dell'IA umana come moralmente sbagliato. Non aspettatevi comunque una massiccia quantità di scene d'azione dal film, perché il titolo volge il suo appassionato e intrigante sguardo soprattutto al cuore del progetto in divenire e - appunto - alla dicotomia etica che si cela dietro allo stesso. Come già fatto in Hellbound e ancora prima in Train to Busan, l'autore sud coreano continua il suo percorso di critica sociale attraverso i generi, concentrandosi qui su di un tema apertamente anti-bellico che può contare su di una scrittura intelligente ed efficace e solide interpretazioni (ottima quella di Soo-yeon, molto caratteristica quella di Ryu Kyng-soo nel ruolo di Sang-hoon).

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Jung_E: un frame del film

Convincono anche le poche ma ben congeniate sequenze d'azione, per lo più simulazioni di battaglia che hanno però stratificato ed evidente senso evolutivo, tanto legato alla narrazione principale del lungometraggio quanto a quella secondaria e intrinseca di Jung_E come soldato artificiale o "figlia" meccanica della dottoressa Seo-hyun, anche qui a ricordare un altro grande manga giapponese: Astro Boy. Molto meno efficaci sono gli effetti visivi e speciali, spesso posticci e senza forza estetica espressiva, specie quando si tratta di momenti concitati. Per quanto godibile, il worldbuilding sembra non avere idee originali, comunque, anche queste pescate senza particolare revisione da opere come Elysium o Planetes, in una sorta di futuristica semi-apocalisse naturale terrestre con rifugiati di alto e basso livello nello spazio. Non è certo questa l'anima del film ed è anzi accessoria, in fin dei conti, motivo che ci porta a promuovere con le giuste riserve ma anche con giusta convinzione Jung_E, che può definirsi un'altra buona creazione di Sang-ho.

Conclusioni

Concludendo il discorso approfondito in recensione, Jung_E di Yeon Sang-ho si rivela una buona storia fantascientifica che affonda le sue interessanti radici concettuali in svariate ispirazioni nipponiche come Ghost in the Shell o anche Astro Boy. Un'opera di forte caratura umana che vive un sano equilibrio tra dramma e azione, sfruttando ovviamente il genere con cognizione di causa e contenuto. Peccato per una resa visiva non sempre convincente e un peso narrativo che spesso diventa fardello, ma in linea di massima ci troviamo davanti a un valido titolo che vale in effetti la pena di vedere.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • L'autore sud coreano si dimostra ancora una volta un ottimo scrittore e regista.
  • Le eccellenti ispirazioni a cui si rifà Jung_E.
  • L'interpretazione della compianta Kang Soo-yeon.
  • Le scene d'azione adrenaliniche...

Cosa non va

  • ...Peccato siano davvero poche.
  • Estetica un po' posticcia e rarefatta.
  • La narrazione risulta a volte troppo appesantita.