Julianne Moore a Giffoni: "Con Robert De Niro una serie ambientata a New York"

Julianne Moore si racconta al Giffoni Film Festival: tra Todd Haynes e Robert Altman, il nuovo film con David O. Russell e la bellezza di essere genitori.

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I celebri capelli ramati portati lisci a incorniciare un viso che non ne vuole sapere di invecchiare, costellato da lentiggini che sono diventate il suo marchio di fabbrica: eppure Julianne Moore, premio Oscar e musa di registi di culto, dai fratelli Coen a Paul Thomas Anderson, non ne vuole sapere di accettare le sue efelidi, come ha detto al Giffoni Film Festival, spiegando come ha fatto ad accettarsi: "È difficile dire come si arriva da A a B: è complesso capire come si arriva ad accettarsi. Ancora oggi non amo le mie lentiggini, ma è cambiato il modo in cui le guardo: quello che un tempo mi sembrava una cosa enorme, oggi per me è marginale se la inquadro nell'insieme delle esperienze della mia vita. Le amicizie, l'amore, i figli, il lavoro, sono stata fortunata, mi sono fissata degli obiettivi che ho cercato di raggiungere man mano. Il processo non è così schematico, anche perché quando sei giovane pensi che la vita debba essere a scalini, mentre in realtà crescendo capisci che si espande in direzioni impreviste".

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Di bianco vestita, quasi un'apparizione mistica, l'attrice americana ha incontrato con gioia il giovane pubblico del festival campano: spontaneo chiederle quindi come abbia vissuto la maternità e che rapporto abbia con i suoi figli: "Essere un genitore è sempre una cosa che ho desiderato tanto, dipende dal modo in cui io stessa sono stata cresciuta. È un dono. La cosa che ho imparato, ora che ho un figlio di diciannove anni e una figlia di quindici, è che tutto quello che insegni a loro li porta ad allontanarsi da te. È incredibile vedere i tuoi figli diventare sempre più indipendenti: rimani indissolubilmente legato ai tuoi genitori, ma il fulcro di una relazione sana è andare avanti per la tua strada. Gli ho insegnato a camminare, a parlare e a essere indipendenti: anche se è straziante vederli allontanarsi da te".

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Una carriera tra i giganti: da Altman a Haynes

Berlino 2016: Julianne Moore al photocall di Maggie's Plan
Berlino 2016: Julianne Moore al photocall di Maggie's Plan

Durante la sua carriera Moore ha dimostrato di saper compiere delle scelte intelligenti e per nulla scontate, prediligendo ruoli magari non da protagonista ma dall'impatto forte: "Per tutta la mia carriera mi sono comportata così ed è quello che insegno ai miei figli: bisogna imparare muoversi verso ciò che ci piace. Non mi sono mai preoccupata del budget o del minutaggio: nella vita è fondamentale scegliere ciò che sentiamo più giusto per noi".
Uno dei registi a cui è più legata è Todd Haynes, di cui è diventata la musa, avendo lavorato con lui in quattro dei suoi film: "Sono stata davvero fortunata a incontrarlo: quando ho letto la sceneggiatura di Wonderstruck - La stanza delle meraviglie, il nostro ultimo film insieme, sono rimasta sconvolta che ci fosse ancora la possibilità di fare il provino per quella parte, era incredibile che non l'avesse già avuta qualcuno. Incontrare una persona come Todd, che ha una voce unica e originale, un'anima speciale, permette di creare una relazione artistica fuori dal comune. Sono felice di fare qualsiasi cosa mi proponga: credo che sia un grande artista e un intellettuale".

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Un altro nome a cui il premio Oscar è legatissima è Robert Altman: "Se sei così fortunato da nascere nello stesso periodo di un grande artista è un onore e un privilegio lavorare con lui: quando penso ai grandi artisti della nostra epoca penso a Robert Altman. Da giovane non andavo al cinema, guardavo soprattutto la televisione. Al college invece ho cominciato a guardare film e uno dei primi che ho visto è stato Tre donne, di Bob: finalmente ho capito cosa voleva dire avere una voce autoriale. Mi sono immediatamente chiesta chi avesse diretto quel film e ho pensato: è questo il genere di cose che voglio fare, voglio lavorare con persone così. Mi ero persa un sacco di cose durante la mia adolescenza! Lui poi mi ha chiesto di recitare in teatro, in Zio Vanja, ci siamo conosciuti così. Il fatto di essere riuscita a lavorare con lui è stato uno degli apici della mia carriera: ha ispirato il mio lavoro, sono stata davvero fortunata. Aveva una grande umanità e tutto ciò che faceva era perfetto: i suoi personaggi, pur con tutti i loro difetti, erano perfetti, perché aveva una grande capacità di osservare gli esseri umani".

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Il nuovo film di George Clooney e la serie tv di David O. Russell

Suburbicon: Julianne Moore sul set del film di George Clooney
Suburbicon: Julianne Moore sul set del film di George Clooney

Tra i prossimi impegni della Moore figurano Suburbicon, il nuovo film diretto da George Clooney, e la serie tv, dal titolo ancora segreto, diretta da David O. Russell. Del film di Clooney l'attrice ha detto: "George è unico, non credo che ci sia un altro essere umano come lui in tutto il mondo: è una persona piena di vita, molto generosa e ha un grande talento come regista. Si circonda di persone di grande talento, non solo per quanto riguarda gli attori, ma soprattutto per quanto riguarda la troupe: sceglie le persone una per una e sono tutte dei talenti unici. D'altro canto tutti vogliono lavorare con lui: ha un grande intelletto, vasta cultura e lavora in modo splendido. Sono felicissima che sia diventato padre: io mi sono goduta moltissimo la maternità, auguro a tutti le stesse gioie, ovviamente anche a lui. L'unico consiglio che mi sento di dargli è che deve prepararsi a giocare moltissimo e per molti anni: non si ha idea di quanto si debba giocare!". Mentre sulla serie: "È ancora in fase di lavorazione: per il momento posso dire che lavorerò con Robert De Niro e che al centro c'è una famiglia di New York. È piena di personaggi".

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Girare in Italia e scrivere libri per bambini

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Come mai Julianne Moore non ha mai lavorato in Italia? Le piacerebbe? "Non è mai successo perché nessun regista mi ha mai proposto nulla. Ho incontrato Tilda Swinton in un hotel della California qualche tempo fa e le ho fatto i complimenti per come parlava italiano nel film di Luca Guadagnino, anche se con accento russo! Non so come abbia fatto, non so se io ci sarei riuscita! Lei è stata straordinaria. Credo che Guadagnino sia un regista di talento: mi piacerebbe lavorare con lui".

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Oscar 2016: Julianne Moore sul red carpet
Oscar 2016: Julianne Moore sul red carpet

Una cosa che non tutti sanno è la passione dell'attrice per la scrittura: in questi ultimi anni ha scritto una serie di romanzi per bambini con protagonista il personaggio di Freckleface Strawberry, ovvero "fragola lentigginosa": "Ho cominciato a scrivere dodici anni fa, quando mio figlio aveva sette anni, l'ispirazione è nata da lui: cominciava a crescere, gli erano caduti i dentini, si lamentava perché pensava di avere i denti troppo grossi e io cercavo di spiegargli che era a sua bocca a essere piccola perché doveva ancora crescere, cominciava a guardarsi allo specchio e diceva di avere le orecchie troppo grandi... mi sono resa conto che stava diventando consapevole del proprio aspetto e mi sono ricordata di quando da bambina i miei compagni mi prendevano in giro chiamandomi fragola lentigginosa, era una cosa che non sopportavo, mi faceva odiare i miei capelli rossi: vedendo mio figlio mi sono ricordata di come mi sentivo io e questo mi ha dato l'ispirazione per scrivere questi libri. Ad oggi ho realizzato quattro libri illustrati e ne ho scritto un altro che è dedicato a mia madre: io sono la prima generazione nata in America, lei è venuta qui dalla Scozia. Questo non è un libro per bambini, anche se la voglia di farlo è venuta proprio leggendo storie ai miei bambini".