Prendi una manciata di attori marziali, un attore per tutte le occasioni spesso abituato a operazioni sopra le righe e una sceneggiatura che scopiazza in malo modo archetipi vari del cinema action-fantascientifico, a cominciare proprio da quel Predator (1987) che sembra più di un modello per la bizzarra e anacronistica narrazione.
Come vi raccontiamo nella recensione di Jiu Jitsu ci troviamo infatti davanti ad un'operazione altamente improbabile, che si fa forza di un cast eterogeneo e sui generis per dar vita a un inedito, pasticciato, mix tra il cinema di arti marziali e la sci-fi più ludica, con tanto di cacciatori extraterrestri che arrivano sul nostro pianeta ogni tot anni in cerca di avversari umani da sfidare e con i quali misurare le proprie abilità. Una trama che a molti di voi avrà sicuramente ricordato già qualcosa...
Chi sono io?
Jake Burnes si risveglia senza memoria nelle foreste della Birmania. Gravemente ferito e curato da alcuni abitanti del posto, viene poi consegnato alle forze armate che si trovano in loco e infine sottoposto a un interrogatorio per scoprirne di più su quanto sta accadendo nella zona. Lì infatti ogni sei anni si verifica l'apparizione di una cometa che lambisce l'atmosfera terrestre e appare collegata a un antico tempio che si trova a pochi chilometri dall'avamposto militare. Jake riesce a fuggire grazie all'intervento di Keung, un individuo dotato di incredibili capacità atletiche che sgomina decine e decine di soldati pur di condurlo in salvo. Il protagonista scopre così di appartenere ad un'élite di guerrieri che hanno il compito di affrontare un cacciatore extraterrestre, che proprio ogni sei anni fa la sua comparsa sulla terra con l'obiettivo di trovare un degno avversario e sfidarlo in una lotta all'ultimo sangue.
Con Air, la recensione: l'esplosivo cult anni '90 con Nicolas Cage
Volti conosciuti
La giungla, un'armatura che concede l'invisibilità alla creatura aliena dalle fattezze umanoidi, le soggettive con i livelli termici delle future vittime: tutto nella caratterizzazione della nemesi riporta alla mente la razza degli Yautja, tornata recentemente alla ribalta nell'atipico ma convincente prequel Prey (2022). Questa volta non è Arnold Schwarzenegger ad affrontare questa minaccia apparentemente invincibile, bensì il più anonimo Alain Moussi, già protagonista del dittico revival/reboot di Kickboxer. Tanto che i motivi di interesse, almeno per ciò che concerne il cast, risultano nei comprimari di lusso: se Frank Grillo si limita a una semplice gita di piacere, con tanto di doppio dito medio scult in una delle fasi clou, a far la parte del leone è ancora una volta Nicolas Cage nell'ennesimo ruolo folle di una carriera sopra le righe. Il nostro, che negli ultimi tempi ha partecipato a diversi progetti di valore - Jiu Jitsu non è tra questi ovviamente - segue un ruolo che ricorda in parte quelli già vestiti in Outcast - L'ultimo templare (2014) nonché nel folle e adorabile Prisoners of the Ghostland (2021) del maestro giapponese Sion Sono.
Da Pig a Il Talento di Mr C: vi spieghiamo perché Nicolas Cage è un grande attore
Qualcosa di improbabile
Il film come valore artistico è pari a zero e anche dal livello ludico risulta più strampalato e anonimo del previsto. Le coreografie d'azione possono almeno contare sull'esaltante atletismo della star Tony Jaa - tutti dopo Ong Bak ci aspettavamo un ben altro futuro per lui - che ci regala anche un piano sequenza iniziale assai divertente nelle fasi iniziali, pur contaminato da un utilizzo esasperato di brevi scene al rallentatore e da qualche aiutino digitale. Forse il solo passaggio realmente ispirato dell'ora e mezzo di visione, nella quale il regista di origini greche Dimitri Logothetis - suo il sopraccitato Kickboxer: Retaliation (2018) - non può far molto; uno stile scialbo, che va di pari passo con il budget ai minimi termini e la povertà delle ambientazioni, tra campi di grano secco dispersi nel nulla e antichi templi improvvisati. Per non parlare delle varie fasi di collegamento tra uno stacco temporale e l'altro, uniti da pagine in stile fumetto che compaiono all'occasione sullo schermo. Non abbiamo ancora speso parole sulla sceneggiatura, ma da come forse avrete intuito nella sinossi precedentemente esposta la storia rasenta in più occasioni i limiti del ridicolo involontario, affossando sul nascere qualsiasi sussulto emotivo o anche una vaga affezione per i personaggi in essa coinvolti, con almeno un paio di colpi di scena della serie "quando è troppo è troppo".
Conclusioni
Un uomo senza memoria, una squadra di coraggiosi guerrieri appartenenti a un ordine segreto, un alieno umanoide che ogni sei anni si presenta sul nostro pianeta per affrontare un prescelto in un duello mortale. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Jiu Jitsu, ci troviamo di fronte ad un action/sci-fi strampalato non soltanto nelle sue premesse narrative, con diversi passaggi che sembrano un parodico copia-incolla dalla saga di Predator, ma anche nelle particolari scelte di casting. Ad accompagnare l'anonimo protagonista Alain Moussi in questa missione disperata, troviamo infatti nomi del calibro di Frank Grillo, Tony Jaa - e qualche coreografia avvincente è almeno garantita grazie a lui - e soprattutto Nicolas Cage nell'ennesimo ruolo piacevolmente sopra le righe della sua carriera.
Perché ci piace
- Un cast bizzarro, che vanta in ruoli secondari la presenza di Nicolas Cage, Tony Jaa e Frank Grillo.
- Un paio di coreografie marziali più che discrete.
Cosa non va
- La storia fa acqua da tutte le parti e scade di sovente nel ridicolo involontario, oltre a essere estremamente derivativa.
- Un protagonista anonimo.
- Effetti speciali ben più che mediocri, figli di un budget assai contenuto.
- Ambientazioni scialbe e incolori.