Jim Carrey a Roma... per dire sempre di sì!

Uno Jim Carrey in splendida forma ha incontrato la stampa il 13 dicembre a Roma, presentando l'esilarante Yes Man insieme a Zooey Deschanel e al regista Peyton Reed.

Dopo che in Yes Man lo abbiamo visto dire di sì a mezzo mondo, l'effervescente e generoso Jim Carrey non poteva certo dire di no alla stampa italiana. L'incontro con Jim e col cast di quella che per molti sarà la commedia rivelazione del 2009 è avvenuto pochi giorni fa a Roma, nella elegante cornice del Grand Hotel Hassler a Trinità dei Monti. Accanto all'istrionico attore americano si sono presentati la collega Zooey Deschanel, che nel film interpreta un personaggio adorabile come Allison, e il regista Peyton Reed.
Tutti e tre si sono prodigati per dispensare buonumore non soltanto sullo schermo, ma anche in una conferenza stampa che li ha visti scherzare praticamente su tutto, lasciando peraltro intendere come la satira nei confronti delle associazioni di auto-aiuto e di certi guru popolarissimi negli States non volesse risultare affatto aspra; già, perché Peyton Reed e i suoi attori, a quanto pare, tendono a considerare benevolmente questo tipo di sostegno psicologico! Senza volerci fossilizzare sulle pur legittime riserve che alcuni di noi hanno sull'argomento, possiamo dire che il dialogo tra giornalisti e ospiti si è svolto con toni particolarmente allegri, cordiali, mettendo in evidenza non solo la grande professionalità, ma anche l'amore per le commedie intelligenti, creative, brillanti, che sembra accomunare Jim Carrey agli altri realizzatori di Yes Man.
Ecco, in breve, come si è sviluppato l'incontro.

A Jim Carrey vorremmo chiedere subito quali sono le cose più bizzarre, alle quale ha dovuto dire sì durante la lavorazione di Yes Man.

Jim Carrey: Devo precisare che alcune scene, purtroppo, non sono entrate nel film, ad esempio quella in cui cambio sesso! Tra le cose che abbiamo fatto realmente, prendere lezioni di coreano e già abbastanza curioso (e qui Jim sfodera, con apparente scioltezza, un saluto in lingua coreana associato a una espressione facciale davvero indimenticabile), per giunta il mio trainer si è dovuto impegnare parecchio, magari nel dubbio che lo rispedissero a casa se io non facevo progressi.
Senza dimenticare le scene da brivido sul ponte, che mi hanno fatto stare con le chiappette strette per un bel po'!

Da noi la figura dello "yes man" tende ad avere una connotazione negativa, ma nel film non è propriamente così, giusto?

Jim Carrey: Lo so, la connotazione di solito è negativa perché si viene associati a figure servili, ma qui abbiamo voluto giocare con le parole, con il significato comune, perché ci interessava proporre un'immagine positiva; quella di qualcuno che sta obiettivamente a pezzi, ma che provando a cambiare trova il modo di risollevarsi. In questo caso, allora, è qualcosa di diverso, smettere di dire no a tutto significa smettere di dribblare regolarmente il confronto con gli altri.
Il mio, quindi, è un personaggio con cui tutti si possono identificare.

Non c'entra col film, ma potrebbe rifarci due minuti dell'imitazione di David Caruso al Dave Letterman Show?

Jim Carrey: Oh, magari potrei dirvi del mio incontro col

vero David Caruso a Las Vegas, in occasione di un match di pugilato che vedeva come protagonista Mike Tyson. Era quella volta in cui Tyson vinse dopo appena 90 secondi, il pubblico all'uscita era infuriato perché l'evento era durato pochissimo, così per evitare casini ci siamo affrettati tutti a cercare un taxi. Ma lì davanti chi ho avuto la fortuna di incontrare? Proprio Caruso e consorte, lui conosceva già la mia imitazione e mi si e rivolto così... (qui Jim cambia tono di voce e comincia a parlare imitando David Caruso, suscitando l'ilarità generale)

Sia Jim Carrey che gli altri ospiti sembrano preferire le commedie intelligenti, dotate di contenuti. Come mai?

Jim Carrey: Penso che a volte una buona commedia sia come la medicina con un po' di zucchero, aiuta a capire certe cose risultando anche piacevole.
Ma sarebbe interessante sentire cosa ne pensano gli altri!

Peyton Reed: Da parte mia credo che Jim abbia ragione, noi volevamo che il pubblico si divertisse e abbiamo finito per divertici tantissimo anche sul set. In più abbiamo lanciato un messaggio importante, quello di aprirsi alle possibilità della vita.

Sembra però che nel film ci sia anche una velata critica a quei fenomeni di massa, quale può essere il gruppo di sostegno cui si rivolge Jim, con Terence Stamp nella parte del guru di turno. Cosa pensate a riguardo?

Peyton Reed: In America esistono vari programmi di auto-miglioramento, però alcuni di quelli che riempiono gli stadi a mio avviso possono essere utili, senza che uno si lasci andare agli eccessi. Noi nel film presentiamo una versione di questo fenomeno abbastanza esagerata, ma non penso che il personaggio di Terence Stamp, ad esempio, sia da considerarsi un cattivo.

Jim Carrey: Alcuni di questi guru sono fantastici, danno risposte sensate, altri vengono magari deificati con troppa facilità, quando invece è il loro messaggio che conta.

Ci risulta che Jim e Zooey siano nati lo stesso giorno, il 17 gennaio. Ciò vi lusinga, pur sapendo che anche Al Capone è nato quel giorno?

Zooey Deschanel: Oh, ma anche Muhammad Ali, se è per questo!

Jim Carrey: Però ho sentito che pure Richard Nixon è nato a gennaio, perché non dirlo?

Zooey Deschanel: Ecco, magari questo era meglio non farlo proprio sapere! (sorridendo maliziosamente)
Scherzi a parte, volevo aggiungere che lavorare con Jim è stato davvero grande, perché lui è un professionista e un perfezionista al 100%. Riesce a pensare anche dal punto di vista del regista, entrando subito in sintonia con ciò che gli viene richiesto, in più è una persona assai divertente, come potete notare.

Jim Carrey: Anche a me piace lavorare con me stesso, quando me lo propongono!
No, tornando seri, vorrei precisare che anche a me è piaciuto confrontarmi con una persona creativa come Zooey, lei ha qualcosa che non è così comune, tra l'altro le canzoni particolari e divertenti che ha regalato al film si sono rivelate un arricchimento notevole. Adoro anche il rapporto che si è creato tra i nostri personaggi sullo schermo, un rapporto basato sulla spontaneità; quando poi il pubblico vede sbocciare un sentimento tra me e lei, durante il film, capisce subito che il mio personaggio ha dovuto fare tanto per guadagnarselo.

L'ottimismo che lei ogni volta dichiara, Jim, è stato utile per cominciare a fare l'attore?

Jim Carrey: Semplicemente dico di sì a quello che mi viene incontro, cerco di ragionare positivamente e se le cose si mettono male cerco di essere all'altezza della sfida.

A Zooey vorremmo invece chiedere qualcosa di più sul suo rapporto con la musica.

Zooey Deschanel: Beh, la musica è qualcosa con cui ho avuto sempre a che fare e che colora ogni aspetto della mia vita. Recentemente è uscito anche il mio primo album, questo mi rende davvero felice.

Peyton Reed: All'inizio doveva esserci una cantante stonata, dalla voce irritante, quando poi per il ruolo è comparsa lei abbiamo cambiato un sacco di cose, per poter sfruttare meglio la piacevolezza della sua voce e dare profondità al personaggio.

Quando è nata invece l'idea di trasformare Jim, attraverso un equivoco, in possibile terrorista?

Peyton Reed: Mettendo insieme, in fase di scrittura, elementi come l'insegnante di coreano, il sito per trovare mogli persiane, le lezioni di volo, ci è sembrato buffo ideare una soluzione del genere, per mostrare quanto possa diventare pericoloso dire sempre di sì, senza fermarsi un attimo a pensare!

Per Jim Carrey quale è il ruolo da cui è stato più difficile staccarsi, forse The Truman Show?

Jim Carrey: No, in realtà penso che per ogni ruolo ci sia il momento giusto, anzi, si potrebbe persino dire che siano i ruoli a scegliere te, venendoti naturalmente incontro. Così, per esempio, quando ho fatto Se mi lasci ti cancello ero nello stato d'animo giusto per fare quello, sentivo il cuore a pezzi, tanto che il regista mi ha quasi chiesto di restare così, con un po' di dolore dentro, perché per il film andava benissimo! E allo stesso modo Yes Man è arrivato al momento opportuno, per le differenti sensazioni che provo adesso.
Con i ruoli funziona così, è un po' come trovare il partner ideale per un ballo, occorre fiducia!

E lo farebbe un film col nostro Roberto Benigni?

Jim Carrey: Oh, avrei quasi paura di quel che può fare, magari mi si arrampicherebbe addosso! (dice ridendo) A dire il vero penso che sarebbe un'esperienza notevole, l'ho già incontrato in passato ed è una bella persona, di grande talento.

Secondo voi il prossimo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è in sintonia con l'ottimismo di Yes Man, che fa quasi rima col suo "Yes We Can"?

Zooey Deschanel: Per me sì, è una persona sorprendente.

Jim Carrey: Intanto possiamo suggerirgli di impegnarsi a costruire un rapporto di maggior comprensione nei confronti del resto del mondo, rispetto a quanto è stato fatto in America negli ultimi otto anni, purtroppo.