Prima di diventare un film diretto da Clint Eastwood, Jersey Boys è stato uno dei musical teatrali di maggior successo degli ultimi anni. Lo spettacolo narra la storia della band The Four Seasons dalla sua formazione al suo scioglimento, passando ovviamente per gli anni del grande successo. La struttura è costruita da quattro "stagioni", che riflettono proprio il significato del nome del gruppo, ognuna narrata da uno dei suoi membri. I diversi approcci alla storia dei protagonisti e alla musica sono stati costruiti grazie al lavoro di ricerca compiuto da Rock Elice che ha intervistato i quattro pilastri della band: Frankie Valli, Bob Gaudio, e Tommy DeVito, e ricostruito poi il punto di vista di Nick Massi, morto prima della creazione del progetto, insieme a Marshall Brickman. Eastwood ha compiuto la scelta giusta nell'adattare lo spettacolo per il grande schermo affidando nuovamente a John Lloyd Young, dopo l'esperienza sul palco di Broadway, il ruolo di Frankie Valli, potendo quindi contare sulla sua ottima conoscenza del personaggio e soprattutto sul suo talento vocale. Sono infatti le musiche a sostenere e trascinare Jersey Boys, facendo passare in secondo piano i difetti del lungometraggio.
La colonna sonora del film è composta da venticinque tracce, che seguono con poche differenze le canzoni utilizzate a teatro, tra brani originali e successi internazionali che hanno scalato le classifiche di vendita in tutto il mondo. E' presente solo un brano strumentale nella tracklist: il brevissimo preludio che virtualmente fa alzare il sipario su una lunga selezione delle canzoni che hanno regalato la fama a Frankie Valli e ai The Four Seasons, grazie a sonorità dance a sfumature rock e pop che hanno dominato le classifiche mondiali negli anni settanta.
Una selezione di brani che spazia dalla dance alle ballate romantiche
December, 1963 (Oh, What a Night), con la sua intro fatta di percussioni e poche note ripetute al pianoforte, fa emergere subito la formula di successo del gruppo grazie a un testo nostalgico, che parla di un amore passato, semplice e facilmente memorizzabile, cori in falsetto e un ritmo trascinante. Radicalmente diverso l'arrangiamento e la partitura di My Mother's Eyes che, per sonorità e approccio vocale, ricorda le ballate che hanno reso immortale Frank Sinatra. Atmosfera nuovamente leggera per le cover di I Can't Give You Anything but Love, Baby - una canzone popolare risalente alla metà degli anni Venti - e A Sunday Kind of Love, brano composto negli anni Quaranta e diventato ben presto immancabile in ogni repertorio di cantanti jazz e pop come Ella Fitzgerald ed Etta James. Spazio poi al pianoforte grazie alla base di Moody's Mood for Love, che permette a John Lloyd Young di dimostrare la sua estensione vocale sulle note di una canzone romantica. La tracklist prosegue con la più spensierata, nonostante il testo parli di una storia d'amore finita, Cry for Me che nel film (e nel musical) è uno dei momenti più importanti perché rappresenta la prima canzone scritta da Bob su cui poi gli altri membri dei The Four Seasons si inseriscono progressivamente aggiungendo strati musicali e vocali. Il primo singolo pubblicato in carriera dal gruppo è stato poi l'accattivante Sherry che nel 1962 ha raggiunto in breve tempo la prima posizione della classifica Billboard, seguita pochi mesi dopo da Big Girls Don't Cry e nel 1963 da Walk Like A Man.
Una serie di successi conosciuti in tutto il mondo
Nella tracklist c'è quindi spazio solo per un brano non interpretato dai The Four Seasons o Frankie Valli: My Boyfriends' Back, uno dei successi del gruppo tutto al femminile The Angels. Successivamente la fine del matrimonio tra il protagonista e Mary dà vita alla struggente My Eyes Adored You, che nel 1974 ha rappresentato anche il primo singolo di successo della carriera solista di Valli e in Jersey Boys può contare sul sostegno della voce femminile e dei cori che enfatizzano i problemi di cuore dell'artista, causati dalla fama e dai lunghi tour che lo hanno portato distante dalla donna amata. Tra le tante hit scritte da Bob Gaudio inserite nella tracklist ci sono anche Dawn (Go Away), in cui chitarre e percussioni attribuiscono ritmo alla canzone, e Big Man in Town, strumentalmente più ricca nonostante l'atmosfera leggera. E' però forse Beggin' il successo più conosciuto in tutto il mondo dei The Four Seasons, anche grazie a una versione remixata pubblicata nel 2007. Nella colonna sonora la voce di John Lloyd Young si adatta bene alle sonorità soul e ai continui cambi di ritmo sottolineati dai cori, dalle pause e dai crescendo delle percussioni. Il medley viene utilizzato per raccontare i problemi del gruppo e si può quindi ascoltare un accattivante insieme del doo-wop di Stay, della rock di Let's Hang On!, del crescendo ritmico e vocale di Opus 17 (Don't You Worry 'bout Me), e dello swing di Bye, Bye, Baby (Baby Goodbye). L'ultimo successo dei The Four Seasons prima del loro scioglimento è invece C'mon Marianne in cui un riff di chitarra ripetuto accompagna con bravura la voce. Impossibile, inoltre, non conoscere Can't Take My Eyes Off You che, nonostante negli anni Settanta si sia fermato alla posizione numero due in classifica, è tuttora una delle canzoni più amate e popolari anche grazie alle centinaia di cover incise nel corso degli anni.
Un finale che celebra i The Four Seasons
Working My Way Back to You negli anni Sessanta non ha replicato i dati di vendita di altre hit, ma nel musical è stato inserito verso la parte finale della storia nella narrazione di come Frankie e Bobby riescano a ripagare tutti i debiti di Tommy, prima di lasciare spazio alla struggente Fallen Angel che esprime il dolore di Valli nell'affrontare la morte di sua figlia a causa di un'overdose. Il finale è quindi affidato a Who Loves You che precede quattro tracce riassuntive: Closing Credits (con brevi spezzoni tratti da Sherry e December, 1963 interpretate da John Lloyd Young, Erich Bergen, Michael Lomenda e Vincent Piazza). le versioni originali di Sherry, Dawn (Go Away), e Rag Doll, uno dei brani più amati della discografia dei The Four Seasons.
Conclusione
Le atmosfere nostalgiche e senza tempo della musica anni Sessanta e Settanta sostengono con facilità una colonna sonora che soddisferà pienamente gli amanti dei musical e delle canzoni del passato che, nonostante gli anni passino, riescono ancora a emozionare o far venir voglia di ballare.