Più maturo, ma non per questo completamente immune dai guai, l'indimenticabile quintetto formato da Jim, Kevin, Oz, Finch e Stiffler, con l'aggiunta dell'immancabile Michelle, è tornato a East Great Falls per celebrare i tempi dell'High School e della scoperta del sesso. Ma affrontare la tanto temuta riunione di classe a più di dieci anni dal diploma non è un'impresa facile nemmeno per i ragazzi di American Pie alle prese con i problemi di una vita adulta, ma non troppo. Come saranno diventati? Avranno finalmente messo la testa a posto o continueranno a fare baldoria nel tentativo di conquistare l'ennesima ragazza irraggiungibile? A raccontarlo nei dettagli è proprio American Pie - Ancora insieme, quarto capitolo "ufficiale" dell'ormai storica saga iniziata nel 1999. Distribuito da Universal dal 4 maggio in 350 copie e diretto a quattro mani da Jon Hurwitz e Hayden Schlossberg, il film riunisce per intero il cast del primo capitolo dando agli appassionati un motivo in più per non perdersi una rimpatriata destinata a diventare un cult del genere. A svelarci i retroscena di questa ultima, almeno per ora, avventura sono gli interpreti Jason Biggs, Mena Suvari e Chris Klein, arrivati a Roma per il tour promozionale del film.
Dopo nove anni da American Pie - Il matrimonio siete tornati a lavorare tutti insieme per quella che è stata una vera e propria riunione di classe. Come vi siete trovati a interpretare nuovamente Jim, Heather e Oz?
Jason Biggs: Ricomporre tutto il cast originale è stato il modo migliore per affrontare questo nuovo capitolo. Per noi è stata un'occasione irripetibile per ritrovarci dopo così tanto tempo. Abbiamo avuto sempre un legame molto forte che siamo riusciti a ricostruire sul set anche questa volta. In un certo modo, è stato giusto far passare otto anni perché abbiamo dato al pubblico la possibilità di sviluppare una nostalgia per la serie, esattamente com'è successo a noi.
Mena Suvari: Mi sono sentita incredibilmente onorata. Per me si tratta del terzo capitolo, visto che ho saltato il precedente, ed è stata una vera e propria sorpresa rientrare nel cast. Sono particolarmente affezionata a questa serie, mi ha dato la possibilità di crescere molto nel mio lavoro. In realtà American Pie ha cambiato tutta la mia vita.
Chris Klein: Sono incredibilmente felice di essere tornato a interpretare Oz. Soprattutto per aver incontrato nuovamente i ragazzi. La maggior parte del merito, però, va a Jon Hurwitz e Hayden Schlossberg, che hanno scritto il film modulando un po' di nostalgia con le gag di sempre.
Qual è stato l'inconveniente più divertente avvenuto sul set? Chris Klein: Difficile individuare un momento preciso. Credo che tutti abbiano avuto la possibilità di brillare con i loro momenti comici. Come abbiamo già detto, tra di noi si è creata un'alchimia senza precedenti che nel corso degli anni è diventata organica, tanto da andare oltre il set. Per questo posso dire che ci siamo divertiti allo stesso modo sia davanti che dietro le telecamere.
Nel 1999 il primo American Pie ci ha mostrato i guai di un gruppo di adolescenti in piena tempesta ormonale. Oggi, invece, ci troviamo di fronte a dei trentenni alle prese con la vita da adulti. Quali sono gli elementi che uniscono questo film ai precedenti e che, allo stesso tempo, lo differenziano ? Mira Suvari: Questi quattro capitoli ci hanno permesso di rimanere in contatto con i nostri personaggi. Per me è stato interessante mostrare Heather da un altro punto di vista. Capire come in questi anni è fiorita, si è trasformata in un medico realizzato e in una donna più consapevole.Jason Biggs: La sfida maggiore è stata riuscire a realizzare una storia più ardita che contenesse ancora la cifra umoristica del primo American Pie. Il nostro umorismo è abbastanza brutale, corrosivo e rischia di essere poco credibile. Quindi, abbiamo dovuto creare delle situazioni capaci di collegare l'insieme. In questo modo siamo riusciti a gestire una comicità un po' grossier, ma ancora funzionante, con una dolcezza inedita. Per quanto riguarda i film precedenti, invece, non sono andato a riguardarli. Mi sono completamente affidato ai registi che sono due fan scatenati della serie. Praticamente, conoscono gli episodi e i protagonisti a memoria.
Chris Klein: Questi quattro film rappresentano simbolicamente il viaggio della vita. Si parte dai sedici anni e dalla perdita della verginità per arrivare ai trenta e a una vita non sempre perfettamente compiuta.
Qual è il ricordo più bello dei vostri anni del liceo? Jason Biggs: Sicuramente tutta la seconda parte, ossia gli ultimi due anni. Prima mi dedicavo molto allo studio con il risultato di trascurare inevitabilmente la vita sociale. A sedici anni, poi, è arrivata la mia prima ragazza e con lei anche la patente. Questo, in particolare, ha cambiato totalmente l'organizzazione della mia vita e delle amicizie. Possedere una macchina, per la cronaca si trattativa di una Toyota Corolla, mi ha fatto sentire un adulto anche se, me ne rendo conto solo ora, non lo ero affatto.
Dalla vostra posizione di ex teenager, come giudicate la nuova generazione? Pensate che sia più matura? Jason Biggs: Ritengo che uno dei cambiamenti più radicali dipenda dall'utilizzo della tecnologia. Se ci pensate, le nuove generazioni hanno un accesso illimitato a qualsiasi tipo d'informazioni e possono rimanere in contatto in ogni momento della loro giornata. Però, se da una parte sembrano più pronti e consapevoli di quanto non lo fossimo noi, tutto questo sembra anche anestetizzarli non lasciandoli stupiti di fronte a nulla.Oltre l'ironia e l'umorismo un po' grossolano, il cuore centrale di American Pie: Ancora insieme è l'amicizia che, in questo caso, riesce a sopravvivere allo scorrere del tempo. Credete che sia questa la chiave del successo della saga? Jason Biggs: Assolutamente sì. Ora osserviamo i personaggi principali e vediamo cosa accade alle loro vite. Al centro della narrazione abbiamo le disavventure di un gruppo di amici, il rapporto padre figlio e il romanticismo. Alla fine, sono proprio questi elementi i motivi principali per cui i film sono diventati una serie. Il nostro merito è stato creare personaggi credibili e reali. Tutte le cose selvagge che succedono fanno ridere, ma ciò che porta veramente il pubblico in sala sono i rapporti umani raccontati in questi anni.
Questo è il capitolo finale o ne vedremo altri? Jason Biggs: Molto dipende dai lavori di ristrutturazione che sto facendo a casa. Voglio essere serio. È possibile, non posso dire di no a prescindere. L'ho già fatto una volta e mi sono dovuto ricredere. Se ci sarà un copione giusto, perché no?