Recensione Legend (1985)

Opera godibile per gli appassionati del genere, Legend appare in realtà la meno riuscita tra le pellicole dirette da Ridley Scott.

Jack e Lily

Con Legend Ridley Scott si concede un'escursione nel fantasy più classico. In un regno al di là del tempo la bella e virtuosa principessa Lily ama, ricambiata, il giovane Jack. Ma il Signore delle Tenebre trama nell'ombra per impossessarsi del mondo e farlo sprofondare, così, nella notte più nera. Per riuscirci dovrà eliminare ogni forma di Bene presente sulla Terra: incarica perciò il malvagio folletto Blix di uccidere gli ultimi due unicorni rimasti, simboli di bontà, luce e bellezza. Involontariamente è proprio Lily a scatenare il caos favorendo, suo malgrado, il ferimento di uno dei due unicorni. Il gelo esplode sulla Terra ricoprendo tutto, e Lily e Jack, brutalmente separati, saranno costretti a combattere le forze del Male, aiutati da un manipolo di strane creature, per proteggere la vita dell'ultimo unicorno rimasto e salvare la Terra dalla rovina.

Opera godibile per gli appassionati del genere, Legend appare in realtà la meno riuscita tra le pellicole dirette da Ridley Scott. A dispetto della fama di mago dell'action movie che si è conquistato negli anni creando capolavori di culto e realizzando enormi successi commerciali, in questo caso il regista fatica ad imprimere il giusto ritmo al film che risulta perciò, in molti momenti, piuttosto noioso e poco scorrevole. La prima a difettare è la trama: la trovata su cui si regge l'intera vicenda, e che da il là all'azione, è assai pretestuosa e poco credibile anche nella sua dimensione fantastica, soprattutto se paragonata ad altre pellicole dello stesso genere (La storia infinita, La storia fantastica, Ladyhawke) che colmano le lacune puntando sul ritmo degli eventi, sull'intensificazione del sentimento o sull'ironia. Tutte e tre componenti di cui la pellicola difetta; scegliendo di percorrere la via mediana, Ridley Scott ottiene un risultato piuttosto scialbo e poco incisivo. Da parte loro, gli attori non contribuiscono a rendere la pellicola indimenticabile: se si esclude la giovane protagonista, Mia Sara, dolce ed intensa quanto basta, il resto del cast risente dell'effetto "cartone animato" più del necessario; Tim Curry, imbacuccato in un travestimento che lo rende assolutamente irriconoscibile, usa il mestiere per dare vita al villain stereotipato di turno, il terribile Signore delle Tenebre, mentre Tom Cruise, ancora agli inizi della carriera, risulta piuttosto inespressivo e assai poco convincente nei panni dell'eroe della foresta. Grande cura traspare, invece, nello stile registico e nella ricostruzione degli ambienti, anche se Scott eccede nell'uso di effetti speciali e nel manierismo decorativo, intensificando così il senso di pesantezza e l'atmosfera tetra che caratterizzano la pellicola almeno fino alla conclusione. La tetraggine e l'oscurità si alleggeriscono, infatti, solo nel finale che, come quello di ogni bella favola che si rispetti, non può che volgere in un canonico happy end.

Movieplayer.it

2.0/5