Island, la recensione: la serie fantasy horror coreana in cui ce n’è per tutti i gusti

La Corea continua a sfornare prodotti seriali di genere interessanti e l'ultimo in ordine di tempo è Island su Prime Video: un fantasy horror action diviso tra leggenda e realtà, tra passato e presente, con tre personaggi uniti da un'inevitabile destino.

Island, la recensione: la serie fantasy horror coreana in cui ce n’è per tutti i gusti

Gli umani vivono di causa ed effetto e dietro ogni causa c'è il destino.

Che la Corea e in generale la produzione orientale live action si stia facendo sempre più largo nella serialità, promuovendo i prodotti di genere declinati con vari toni e approcci, è oramai un dato di fatto. Dopo i fenomeni mondiali di Squid Game e Alice in Borderland e altri show come Avvocata Woo o The Sound of Magic - ma i titoli sono davvero molti - sulla concorrenza, anche Prime Video inizia a proporre una propria offerta in tal senso. Arriviamo così alla recensione di Island, serie disponibile dal 27 febbraio in versione originale sottotitolata sulla piattaforma.

Il potere del trio

Island Scena 3
Island: un'immagine della serie

Island è un fantasy horror action (quindi già abbiamo tre commistioni di toni in una sola serie) che vive di citazioni e suggestioni da film, serie e romanzi di genere che si possono intravedere qui e lì durante la visione, una storia epica sul combattere il Male per salvare il mondo. Diretto da Bae Jong-ok, il serial vede come protagonisti tre ragazzi il cui destino si rivelerà indissolubilmente legato. Miho (Lee Da-hee) è una giovane ereditiera di un'importante catena di alberghi coreana che deve combattere con i parenti per il proprio posto nella compagnia. Dopo un incidente che strizza l'occhio alla cancel culture di oggi, viene mandata su un'isola storica e sperduta per fare ammenda e ripulire la propria reputazione. Peccato che l'isola sia sede di antiche divinità e presenze, spiriti maligni che a quanto pare lei attira come una calamita perché è la reincarnazione della Salvatrice del mondo intero contro di loro. La giovane donna però non ricorda nulla delle proprie vite passate e in suo soccorso arriverà l'Uomo in Nero, (Kim Nam-gil), un cacciatore di demoni che è stato addestrato fin da piccolo per questo, in attesa che lei ritrovi il proprio antico potere. Il loro cammino si incrocerà anche con quello di Yohan/Giovanni (Cha Eun-Woo), un giovane esorcista anticonformista dal fare moderno e dai risultati comprovati, appassionato di k-pop e k-drama, inviato sull'isola per proteggere la giovane.

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Destino o libero arbitrio?

Island Scena 2
Island: un momento della serie

Island vuole mettere in scena, prendendo spunto dal folklore coreano più antico e sedimentato, l'eterna e immortale lotta tra Bene e Male e soprattutto il millenario divario tra destino e libero arbitrio. Siamo predeterminati a vivere una certa esistenza e ad abbracciare uno scopo già scritto oppure siamo padroni del nostro percorso nel grande disegno delle cose? È quello che continueranno a chiedersi i protagonisti, mentre provano a ricordare il proprio passato e potrebbero scoprire che in una vita precedente forse si conoscevano e addirittura hanno condiviso molto più di quanto pensassero. Nel corso del romanzo di formazione individuale per ognuno di loro, dovranno domandarsi: possiamo cambiare il nostro futuro e quello del mondo o è destinato a ripetersi come vuole la profezia? Il fatto che la serie sia al momento disponibile solamente in lingua originale sottotitolata permette di godere di alcune scene ambientate in Italia, sede della Chiesa cattolica per eccellenza, e recitate in italiano dagli interpreti di Giovanni e di altri sacerdoti nostrani, contribuendo ad ampliare il fascino che lo show vuole generare sul pubblico in streaming. Cha Eun-woo si dimostra il fiore all'occhiello dello show, che potrà attirare anche il pubblico più giovane.

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Messa in scena affascinante

Island Scena
Island: una scena della serie

Tanti sono gli elementi che contribuiscono in realtà a rendere affascinante quest'opera. Il folklore orientale già nominato, messo in scena attraverso i racconti dei personaggi e soprattutto attraverso antiche statue e totem religiosi. Aggiungiamo una foresta apparentemente infinita e piena di terrori (come avrebbero detto nel Trono di Spade) e creature misteriose nell'entroterra dell'isola, luogo scelto non a caso come sede del Male del mondo per la sua stessa natura "dimenticata da Dio e dagli uomini", e il gioco è fatto. Fotografia, scenografia, sonoro, effetti speciali e visivi sono tutti aspetti tecnici fortemente valorizzati per creare un mondo fantasy horror che vive di suggestioni passate ma possiede anche un'identità propria. Un romanzo pop-up che si sfoglia davanti ai nostri occhi, con un'attenzione già vista in un'altra produzione fantasy Prime Video, Carnival Row. La storia, per quanto già vista, possiede un'attrattiva innata e senza tempo, che non potrà non coinvolgere gli spettatori appassionati del genere (meno quelli non avvezzi a questo tipo di racconti). Non manca la componente action, che omaggia nelle scene d'azione grazie alla regia dinamica il combattimento orientale, che ha a sua volta una propria tradizione secolare al cinema e in tv. Ovviamente i personaggi fanno il resto, non solo i protagonisti - la ragazza scettica e smemorata, il giovane uomo taciturno e tenebroso, il ragazzo pop dalla battuta sempre pronta, con le cuffie perennemente addosso - ma anche i comprimari come il maggiordomo di Miho, una sorta di Alfred orientale che le ha insegnato a difendersi, oppure l'imbranato autista. Insomma, i fan del genere troveranno pane per i propri denti. Pronti a scoprire il destino del trio?

Conclusioni

Che dire, a conclusione della recensione di Island, se non che gli ingredienti per un mix affascinante e riuscito di un prodotto di genere ci sono tutti? Messa in scena ad arte che omaggia la tradizione orientale dei prodotti di combattimento, fantasy con venature horror che propone un’antica leggenda e profezia da confermare o smentire, la battaglia più antica tra il Bene e il Male assoluto e tre protagonisti che si ritrovano ad incrociare i propri destini e i propri percorsi di formazione.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Lee Da-hee, Kim Nam-gil, Cha Eun-woo sono degli interpreti riusciti, soprattutto l’ultimo, un esorcista anticonformista e giovanissimo.
  • Il misto di folklore coreano e realismo magico messo in scena da regista e produttori.
  • Tutto l’apparato tecnico contribuisce a creare un mondo davvero affascinante.
  • Il binomio destino/libero arbitrio messo in mano ai personaggi.

Cosa non va

  • Chi non è fan del genere difficilmente digerirà un prodotto così pregno di suggestioni e citazioni.