Iron Mask - La leggenda del dragone, la recensione: il fantasy con Jackie Chan e Arnold Schwarzenegger

La recensione di Iron Mask - La leggenda del dragone, kolossal sino-russo che ci accompagna in un'avventura ricca di situazioni e personaggi non sempre memorabili, stasera su RAI4.

Iron Mask - La leggenda del dragone, la recensione: il fantasy con Jackie Chan e Arnold Schwarzenegger

Nel diciottesimo secolo il cartografo inglese Jonathan Green è ancora alle prese con il viaggio, iniziato per scopi scientifici e naturalistici, che lo ha ora condotto fino in Cina. Al suo fianco un assistente di origini asiatiche, che lui ignora essere una principessa, nascosta sotto mentite spoglie maschili per poter far ritorno in patria e ricongiungersi con il suo popolo, oppresso da una crudele usurpatrice che tramite la magia ha assunto la sua identità e instaurato un regime di terrore.

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The Iron Mask - La leggenda del dragone: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Iron Mask - La leggenda del dragone, molte altre sono le pedine coinvolte in questo fantasy ambientato in giro per il mondo. Il padre della ragazza infatti si trova imprigionato in un carcere - gestito dall'integerrimo capitano britannico James Hook - in una cella dove si trova anche lo zar di Russia, tradito anch'esso e ora nascosto da una maschera di ferro che ne cela il volto, impedendogli di reclamare quanto suo di diritto. Quando il sovrano riesce a fuggire, la sua strada si incrocia con quella di Miss Dudley, compagna di Green ora alla ricerca dell'amato: i due risulteranno determinanti per aiutare la principessa nel tentativo di liberare la sua gente oppressa.

Di tutto e di più

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The Iron Mask - La leggenda del dragone: una foto

Se la sinossi sopra esposta vi sembra già ricca di eventi e personaggi, sappiate che in realtà è solo un breve sunto di quanto avvenente nelle due ore di visione, ricche di situazioni e figure secondarie all'insegna di un eccesso che rischia di strabordare spesso dai limiti del consentito. Iron Mask - La leggenda del dragone è una produzione sino-russa nata come sequel di un grande successo di pubblico risalente a qualche anno prima, ovvero Viy (2014), che era incentrato sulle gesta del cartografo Green - e che viene brevemente accennato in un flashback - nonché liberamente ispirato ad un'opera di Nikolai Gogol. Ma è questo prosieguo ad aver ottenuto maggior considerazione al di fuori dei confini nazionali, soprattutto per la presenza nel cast di due vere e proprie star del cinema d'azione quali Jackie Chan e Arnold Schwarzenegger, che si ritrovano a condividere per la prima volta lo schermo e sono ovviamente protagonisti di un combattimento uno contro l'altro, purtroppo meno memorabile di quanto previsto.

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Dalle stelle alle stalle

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The Iron Mask - La leggenda del dragone: una scena del film

I due amati attori sono infatti figure secondarie, meri specchietti per le allodole: se il funambolico saltimbanco di Hong Kong è qui invecchiato con una lunga parrucca grigia, il gigante austriaco ha invece in dotazione due folti baffoni che lo rendono volutamente caricaturale. E d'altronde Iron Mask - La leggenda del dragone è un film che non si prende mai sul serio, schiavo inerte di logiche spettacolari che guardano a Hollywood cercando di contaminare l'avventura classica con il cappa e spada orientale, in un mix spesso derivativo. I momenti migliori sono proprio quando emerge l'anima wuxia, con le coreografie che in una manciata di scontri si rivelano suggestive al punto giusto, salvo poi altrove essere del tutto depotenziate dagli invasivi effetti speciali, in una deriva fantastica che prende progressivamente il sopravvento fino a quell'epilogo che potrebbe aver ispirato la mezzora finale del più recente Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli (2021), con tanto di gigantesco drago-serpente a giocare un ruolo fondamentale nella resa dei conti fra la principessa e la sua crudele nemesi.

Uno spettacolo privo di pathos

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The Iron Mask - La leggenda del dragone: un momento del film

Se nella messa in scena va lodata la cura per i costumi e le scenografie vicine, allo stesso tempo appare preponderante l'uso del green screen per tutto ciò che concerne il resto, con il digitale che rischia di risultare invasivo in più frangenti privando di quella parziale atmosfera epica che ogni tanto sembra far capolino, aiutata da canzoni eroiche che si ispirano ai classici canti popolari dell'antica Cina. Iron Mask - La leggenda del dragone paga la sua essenza spuria, con le due ore di visione che procedono su un accumulo sovente gratuito di sottotrame di poco conto, con altrettante figure secondarie prive di carisma in un cast multietnico che, tolti i succitati nomi di rilievo, non offre molte sorprese. Qualche citazione più o meno volontaria a classici del wuxia e ad un cult tra i cult come Grosso guaio a Chinatown (1986) finisce per essere ipotetico punto di interesse per i puristi del genere, ma al giungere dei titoli di coda l'impressione è quella di aver assistito a una baracconata, pur a tratti divertente, fine a se stessa. La saga comunque è ben lungi dal fermarsi qui, giacché un terzo capitolo è previsto in uscita nei prossimi mesi, speriamo con un pizzico di maturità ed esperienza in più su cui poter fare affidamento.

Conclusioni

Un esploratore inglese, lo zar di Russia, una principessa cinese. Tre figure chiave che incroceranno i loro destini per liberare un popolo oppresso da una crudele despota e (ri)trovare il proprio scopo nel mondo. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Iron Mask - La leggenda del dragone, questo fantasy sino-russo nasce come sequel ma è fruibile da un pubblico anche all'oscuro dell'originale - con un breve flashback a introdurre gli eventi precedentemente accaduti - che potrebbe fare incuriosire per la presenza nel cast di Jackie Chan e Arnold Schwarzenegger in due ruoli, pur fondamentali, di supporto. In realtà le due ore di visione risultano essere un polpettone improbabile, che scimmiotta in maniera più o meno coerente l'epica wuxia (un paio di coreografie ispirate non bastano però a restituirne il giusto climax) e punta costantemente all'eccesso, senza curarsi troppo della forma e della scrittura.

Movieplayer.it
2.0/5

Perché ci piace

  • Un paio di sortite che guardano ai wuxia ad alto budget possono incuriosire il relativo target.
  • Jackie Chan e Arnold Schwarzenegger che se le danno di santa ragione...

Cosa non va

  • ... pur in uno scontro meno ispirato del previsto.
  • Troppi personaggi e sottotrame prive di profondità.
  • Il divertimento potenziale finisce per essere oppresso dal voler esagerare a tutti i costi.