Invasion, la recensione dei primi episodi: Umanità sotto attacco

La recensione dei primi episodi di Invasion, l'attesa serie di fantascienza di Simon Kinberg e David Weil, con Golshifteh Farahani e Sam Neill, disponibile su Apple TV+ dal 22 ottobre.

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Invasion: Sam Neill in una scena della serie Apple

Iniziamo la recensione dei primi episodi di Invasion con le immagini suggestive della bellissima opening ancora negli occhi, conquistati dal doloroso immaginario che veicolano. La serie disponibile con i suoi primi tre episodi su Apple TV+ dal 22 Ottobre, per poi proseguire settimanalmente fino al 10 dicembre, ci aveva incuriositi sin dal primo trailer e non ha deluso le aspettative con questo incipit che conferma la bontà del lavoro che sta portando avanti la piattaforma. Come già per Fondazione, è evidente l'investimento fatto su questa nuova produzione, tra esterni in diverse location di tutto il mondo, un cast ricco e un impianto visivo di grande impatto.

They're here!

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Invasion: Shioli Kutsuna in una scena della serie Apple

Il titolo parla chiaro: Invasion racconta un'invasione aliena e lo fa in modo sottile, oseremmo dire in punta di piedi se non fosse per alcune sequenze di grande impatto già dai suoi primi episodi. Lo fa in modo indiretto, attraverso punti di viste e prospettive diverse, portandoci in varie location del mondo, da Tokyo a New York, Londra o in Kandahar, per consentirci di svelare poco a poco quel che si sta verificando, attraverso accadimenti più o meno misteriosi ed eventi più o meno espliciti: tra stormi di insetti impazziti, bambini con nasi sanguinanti, esplosioni e interferenze, la presenza aliena sul nostro pianeta si fa sempre più evidente.

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L'umanità al centro

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Invasion: Shamier Anderson in una scena della serie Apple

Prospettive diverse perché tanti e vari sono gli sguardi che intercettano e in qualche modo indagano questi fenomeni. Individui di ogni tipo disseminati sul globo terrestre, che sia l'addetta alle comunicazione dell'Agenzia Spaziale Giapponese, Mitsuki, interpretata da Shiori Kutsuna, o lo sceriffo John Bell Tyson di Sam Neill o ancora il soldato Trevante Ward di Shamier Anderson e la Aneesha Malik di Golshifteh Farahani con i suoi problemi familiari. Simon Kinberg e David Weils ci immergono nelle loro vite e le usano come velo attraverso il quale percepire frammenti dell'invasione che stiamo subendo, indagando gli animi dei protagonisti, i loro problemi e le loro difficoltà, ancor prima del dramma globale in divenire, che diventa un filtro per osservare queste diverse declinazioni di umanità.

Lo spettacolo dell'emozione

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Invasion: Billy Barratt e India Brown in una scena della serie Apple

Non manca lo spettacolo e l'ambizione visiva, perché Invasion non rinuncia a una messa in scena elegante, suggestiva nella fotografia, lodevole nella cura delle ambientazioni e delle situazioni. Merito degli script approfonditi, ma anche dei due registi Jakob Verbruggen e Amanda Marsalis, che gestiscono bene i tempi delle sceneggiature in perfetto equilibrio tra atmosfera, analisi dei personaggi e i loro drammi, nuovi indizi sull'invasione aliena, suggerendo più che mostrando. Sul fronte dell'atmosfera va sicuramente attribuito merito alla colonna sonora composta da Max Richter, che asseconda ed enfatizza le vicende, capace di essere presente ma non invadente.

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Invasion: l'artwork della serie

Un inizio promettente quindi per Invasion, una serie che racconta l'invasione aliena in antitesi a quanto fatto da tanti blockbuster del passato, evocando, senza eccessi visivi e con ritmo ragionato, guidandoci nel cuore della vicenda e dei personaggi.

Conclusioni

In conclusione della recensione dei primi episodi di Invasion ribadiamo la soddisfazione per i primi passi della nuova serie Apple TV+, capace di raccontarci un’invasione aliena senza affidarsi al mero spettacolo visivo, mettendo piuttosto al centro i personaggi, il loro dramma personale e proponendo indizi e dettagli poco a poco, andando a comporre un’immagine composita e ricca, che promette di andarsi a comporre nel corso dell’intera prima stagione. Un’impostazione che funziona sia per la scrittura dei due autori, che per le prove dei vari interpreti che riescono a comunicare le emozioni dei rispettivi personaggi con efficacia, senza trascurare la colonna sonora struggente di Max Richter.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • La scelta di raccontare un evento globale concentrandosi su punti di vista specifici e personali.
  • I personaggi e i rispettivi interpreti, che fanno da ponte tra lo spettatore e quel che sta accadendo.
  • Atmosfera e ritmo ragionato…

Cosa non va

  • … che possono scoraggiare chi predilige un’impostazione più spettacolare e chiassosa al genere.