iNumber Number: l'oro di Johannesburg, la recensione: su Netflix un poliziesco in lingua zulu

La recensione di iNumber Number: l'oro di Johannesburg, film sudafricano dove un duo di poliziotti cerca di sgominare la criminalità locale, salvo scontrarsi con diversi imprevisti e inaspettati tradimenti.

iNumber Number: l'oro di Johannesburg, la recensione: su Netflix un poliziesco in lingua zulu

Parte da lontano la storia alla base di iNumber Number: l'oro di Johannesburg, produzione originale Netflix di cui vi parliamo in questa recensione, che recentemente ha scalato la classifica dei film più visti sulla piattaforma. Infatti il film appartiene a un franchise che ha visto originariamente la sua prima incarnazione su grande schermo in Avenged (2013), per poi trovare ulteriore espansione quattro anni dopo nella omonima serie televisia iNumber Number.

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iNumber Number: l'oro di Johannesburg - una foto del film

Ritroviamo così alcuni dei protagonisti alle prese con una vicenda che ancora una volta ci accompagna nelle pieghe e nelle piaghe della criminalità sudafricana, con dei rocciosi e tenaci poliziotti pronti a tutto pur di fermare i loschi traffici di spietati criminali. Il tutto con la peculiarità di essere girato quasi interamente in lingua zulu, un idioma che non si sente spesso sui nostri schermi.

In lotta contro il male

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iNumber Number: l'oro di Johannesburg - una scena del film

Chili Ngcobo è un poliziotto specializzato in missioni sotto copertura, stanco e disilluso in quanto alcune delle sue ultime missioni hanno portato a un nulla di fatto e diverse gang criminali sono state assolte in assenza di prove schiaccianti. Per il suo nuovo incarico decide così di rischiare il tutto per tutto al fine di incastrare un potente boss locale, trafficante di lingotti d'oro. Il piano è studiato al dettaglio e nell'effettiva realizzazione, nonostante qualche imprevisto, le cose sembrano mettersi per il meglio almeno fino a quando Chili, e il suo fido collega e amico Shoes Moshoeshoe, non scoprono di essere stati ingannati. Ancora una volta con le pive nel sacco, subiscono una dura reprimenda da parte dell'arcigna e subdola comandante della polizia locale, ma Chili è subito pronto per avere un'altra occasione quando gli viene chiesto di infiltrarsi in una banda di esperti ladri, il cui motto è quello di moderni Robin Hood. L'agente finisce per condividere sempre più la causa dei rapinatori, rischiando di mandare a monte la sua carriera e quella del partner. Ma ben presto i due avranno ben altre insidie a cui far fronte.

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Black & Furious

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iNumber Number: l'oro di Johannesburg - Noxolo Dlamini in una scena del film

Sin dall'inizio, con le riprese "a volo di drone", una colonna sonora di musica hip/hop e rap d'accompagnamento e una marcata stilosità nella scelta di costumi e scenografie, si comprende la cifra stilistica volutamente tamarra dell'operazione, che torna a far capolino in più occasioni nel corso delle due ore di visione. Tra selvaggi e gratuiti balletti in discoteca, con tanto di twerking irrefrenabile, scene di arti marziali al rallentatore che stonano con l'ambientazione indigena e altri rimandi che richiamano un immaginario automobilistico alla Fast & Furious, il film dimostra un'essenza povera e derivativa, rifacentisi a stereotipi fin troppo consolidati in maniera ben più che improbabile. Cattivi sui generis, ladri che - citando testualmente il motto - "rubano ai ricchi per restituire alla gente" e tradimenti inaspettati, con una coppia di protagonisti che vorrebbero richiamare atmosfere alla Infernal Affairs ed emuli, caratterizzano una sceneggiatura poco accattivante e di sovente inverosimile, sovraccarica di forzature.

Città dolente

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iNumber Number: l'oro di Johannesburg - Bongile Mantsai in una scena del film

Da una moglie che si trova a partorire proprio nel bel mezzo di una missione cruciale a una iena "da compagnia" realizzata artificiosamente suscitando un effetto a dir poco ridicolo, fino a rese dei conti e corse dell'ultimo minuto, iNumber Number: l'oro di Johannesburg è dominato da una caotica baraonda che toglie fiato e respiro ai personaggi, non certo aiutati da un cast o troppo anonimo o - antiteticamente - eccessivamente sopra le righe. Tanto che a regalare motivi di interesse finiscono per essere soprattutto i vari posti che fanno da contorno alla storia, con la città di Johannesburg che viene mostrata in molti dei suoi luoghi simbolo, con sullo sfondo malinconici tramonti. La fotografia d'altronde risulta forse il solo valore tecnico aggiunto di una pellicola altrimenti sgangherata.

Conclusioni

Due poliziotti si (ri)trovano a lottare contro un sistema corrotto e per avere la meglio sulle bande criminali dovranno fare il doppio gioco, infiltrandosi tra le gang che "rubano ai ricchi per ridare ai poveri" e fare poi i conti con la propria coscienza, finendo per non potersi fidare di niente e di nessuno. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di iNumber Number: l'oro di Johannesburg, questa produzione sudafricana non brilla per regia e recitazione, con una sceneggiatura ricca di forzature e situazioni paradossali che si rifanno a stereotipi e cliché vari, aggiornati in salsa indigena senza particolare ispirazione.

Movieplayer.it
1.5/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • La città di Johannesburg è uno sfondo suggestivo e la fotografia la esalta in più occasioni.

Cosa non va

  • Un cast poco equilibrato.
  • La sceneggiatura è ricca di forzature e inverosimiglianze, oltre ad essere parecchio derivativa.
  • Registicamente povero e privo di guizzi, sia nelle dinamiche action che in quelle più tensive.