Abbiamo celebrato i dieci anni dall'uscita nelle sale internazionali di Interstellar in un approfondimento dedicato. In esso abbiamo menzionato uno dei punti di forza del capolavoro di Christopher Nolan, ovvero la colonna sonora realizzata da Hans Zimmer senza la quale, probabilmente, le emozioni che il film suscita non sarebbero state così eccezionalmente indimenticabili.
Per diversi anni, il compositore tedesco (naturalizzato statunitense) è stato il riferimento di Nolan per le partiture dei suoi film. Zimmer ha composto le musiche di Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro (insieme a James Newton Howard), Inception, Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno, ovviamente Interstellar e Dunkirk, per ora ultima collaborazione tra il regista e il musicista. Nonostante Ludwig Göransson abbia scritto due magnifiche colonne sonore per TENET e, soprattutto, Oppenheimer (premiata con l'Oscar), è indubbio che il sodalizio tra Nolan e Zimmer ancora adesso venga ricordato come foriero di lavori magnifici. E chissà che in futuro non possa continuare.
Per creare le musiche di Interstellar, Hans Zimmer è partito da un semplice spunto. Come di consueto, Christopher Nolan svela ai suoi collaboratori quello che racconterà il suo film soltanto un passo alla volta, descrivendo elementi generici in una prima fase tanto al suo cast creativo, quanto a quello artistico. A Zimmer disse soltanto di pensare a una storia di un padre che deve separarsi da suo figlio per portare a conclusione qualcosa di importante. Hans creò una breve composizione per pianoforte e organo, che delineasse la sua idea di paternità. A quel punto, il regista britannico illustrò completamente a Zimmer la trama di Interstellar, che aveva ovviamente le caratteristiche di uno sci-fi epico, ma anche un fulcro centrale dove i sentimenti e una storia universale del rapporto tra un padre e una figlia avrebbero varcato i confini spazio-temporali.
La costruzione musicale di Interstellar
Così, il musicista comprese come la sua colonna sonora avrebbe dovuto essere intima in alcuni passaggi, ma anche imponente e corposa in altri, trovando un fondamentale equilibrio tra le diverse prospettive che avrebbero composto il film. Ascoltando molti dei brani della colonna sonora, vi è uno strumento che, più di tutti, è ricorrente: il già menzionato organo, e quello utilizzato in fase di registrazione non sarebbe stato uno qualunque. Zimmer ha chiesto specificamente che l'organista Roger Sayer, direttore musicale della Temple Church di Londra, suonasse l'organo Harrison & Harrison a quattro tastiere costruito nel 1926. L'aspetto fisico dell'organo (e le sue inimitabili canne) ricordava a Zimmer i postbruciatori delle astronavi, mentre la leggerezza del suo suono richiamava l'aria, sempre più rarefatta per gli astronauti che si inoltrano nello spazio, uscendo dalla Terra. L'orchestra attorno all'organo è stata composta da trentaquattro archi, ventiquattro fiati, quattro pianoforti e un coro di sessanta voci.
Registrata tra la Temple Church e l'AIR Lyndhurst Hall di Londra nella primavera del 2014, la colonna sonora di Interstellar è stata ritenuta dallo stesso Hans Zimmer come il suo miglior lavoro. Scegliere tra tante magnifiche opere non è, comunque, affatto semplice ma, di certo, questa è una composizione che è stata consegnata alla storia della musica. Di seguito, andremo a riscoprirla nel dettaglio, proponendo i passaggi più significativi della partitura. Buona lettura e buon ascolto.
Un tempo alzavamo al cielo lo sguardo...
La soundtrack di Interstellar è stata pubblicata da Water Tower Music in tre versioni, successivamente all'arrivo del film nelle sale internazionali. La prima è quella "Standard", ovvero la partitura principale che accompagna i vari momenti del film, e si racchiude in sedici brani, dall'apertura della pellicola fino al magnifico finale. La seconda è l'edizione "Deluxe", che aggiunge otto brani alternativi alla versione Standard e include First Step, traccia inclusa nel teaser trailer del film, pubblicato diversi mesi prima dall'uscita di Interstellar. La terza edizione, e definitiva, è quella "Expanded", che aggiunge sei ulteriori brani alla versione Deluxe e, come quest'ultima, include delle variazioni dei temi dell'edizione Standard, ma stavolta più estesi e non solo alternativi. Noi ci concentreremo soprattutto sull'edizione principale, che già consente di cogliere l'essenza delle note pensate da Hans Zimmer per il film.
Dreaming of the Crash, Cornfield Chase e Dust aprono la colonna sonora di Interstellar. Accompagnano la parte iniziale del film, dove Cooper è un ex astronauta adesso dedito all'agricoltura, ma che sente come sia chiamato a compiere qualcosa di più importante.
Anche grazie alla perspicacia della figlia Murph, dieci anni e un'intelligenza superiore alla media, Cooper entrerà nuovamente in contatto con la NASA, che ha una missione di cui incaricarlo. Soltanto con il tempo Cooper e Murph comprenderanno come quello che è accaduto in quei giorni non era frutto del caso...
In questi tre brani, si "assapora" completamente l'atmosfera della casa di Cooper, immersa tra i campi coltivati, sferzati dalla carestia, e avvolta dalla polvere sollevata dalle frequenti tempeste di vento, provocate dal cambiamento climatico che sta rendendo il territorio sempre più arido. Ma quella "polvere", che dalle finestre si introduce anche nelle stanze della giovanissima Murph, sarà fondamentale per comunicare qualcosa di estremamente importante.
Un viaggio verso l'ignoto
Il momento della partenza di Cooper, e dell'equipaggio dell'Endurance, verso lo spazio e le galassie oltre il Sistema Solare è uno dei più toccanti: l'astronauta deve lasciare la propria famiglia e in particolare sua figlia Murph, che è ancora troppo giovane per comprendere l'importanza della missione cui il padre è stato chiamato. Ma con il trascorrere del tempo tutto sarà più chiaro, anche per lei.
Altri due brani fondamentali della colonna sonora di Interstellar sono Day One e Stay, i due temi portanti. Nel primo è fondamentale l'utilizzo del pianoforte e degli archi, in un crescendo straordinario che culmina nel finale vibrante, con l'organo a concludere la composizione.
Anche il secondo brano procede con un crescendo, soprattutto di intensità drammatica, con l'organo e gli archi protagonisti assoluti: accompagnano il saluto struggente tra Murph e Cooper, mentre l'Endurance è pronto a decollare.
Attorno Gargantua
Oltre l'Universo a noi conosciuto, i cunicoli spazio-temporali per attraversare le galassie sono rappresentati dai wormhole. Superato il primo attorno Saturno, apparso misteriosamente decenni prima degli eventi narrati nel film e osservato dalla NASA, l'Endurance approda in un altro sistema planetario, lì dove trovare nuovi mondi potenzialmente abitabili per l'umanità. Esso, però, gravita attorno a un buco nero supermassiccio, chiamato Gargantua: nessuno sa cosa si nasconda oltre il suo profondo buio.
Message From Home, The Wormhole, Afraid of Time e Running Out accompagnano le sequenze del viaggio interstellare dell'Endurance, diretto verso i pianeti dove i precedenti esploratori della missione Lazarus erano arrivati. Ma vi è quella minaccia, lì sullo sfondo: proprio Gargantua, che attrae qualunque oggetto, pianeta o corpo celeste gli si avvicini...
Vi è un brano, in particolare, molto significativo in questo passaggio della colonna sonora. È Mountains, il quale scandisce letteralmente il tempo che trascorre sul primo pianeta dove l'Endurance approda, e da cui saranno soltanto Cooper e Amelia Brand a riuscire a fuggire, mentre Doyle rimarrà intrappolato tra le onde gigantesche di un mondo formato soltanto da acqua e, dunque, inospitale. Se TARS e CASE, i due robot aggiunti alla missione, non possono percepire il trascorrere del tempo, non sarà così per i due sopravvissuti e per Romilly, che aveva atteso in orbita il ritorno dei compagni. Ma ogni ora su quel pianeta acqueo, per lo slittamento temporale tra galassie, significa anni al di fuori di esso, soprattutto sulla Terra. Lì dove Murph, ormai divenuta una scienziata, sta cercando di trovare una soluzione per salvare l'intera umanità.
Ma l'Endurance non può fermarsi, non ancora. C'è un secondo pianeta da esplorare, lì dove era giunto l'esperto Dottor Mann. I'm Going Home è un brano più riflessivo, che funge da trait d'union tra le sequenze drammatiche attorno il pianeta acqueo e il lungo confronto tra Cooper e Amelia, ma anche nel seguire i tormenti di Murph, sulla Terra, tra nostalgia per un padre che pensa ancora l'abbia abbandonata, il supporto all'anziano professor Brand e la preoccupazione per la famiglia del fratello Tom, ancora rimasto con essa nella casa paterna tra i campi ormai polverosi. Sul pianeta dove Cooper, Amelia e Romilly trovano Mann, le notizie non sono buone: è un mondo ghiacciato e impervio, dunque anch'esso inabitabile. Ma non era questo ciò che Mann aveva lasciato intendere: è stato solo un espediente per attrarre gli esploratori, e cercare di fuggire per tornare indietro.
Ecco che qui arrivano altri due brani fondamentali della colonna sonora di Hans Zimmer: Coward e Detach. Il primo è un crescendo drammatico tra organo, pianoforte e ausilio di suoni elettronici che accompagna il tentativo di fuga di Mann, mentre Cooper e Brand lo inseguono e tentano di dissuaderlo dai suoi propositi.
Il secondo ha come protagonisti anche gli archi che, insieme all'organo e al piano, preparano un crescendo di vibrante intensità fino alla chiusura del brano, che è forse il momento più sublime dell'intera soundtrack, in un trionfo ancora dell'organo e degli archi della durata di circa un minuto: indimenticabile.
La stanza di Murph
Dopo che Cooper avrà evitato il peggio a sé stesso, ad Amelia, a TARS e CASE e a quello che resta dell'Endurance, non potrà far altro che salvare Brand inviandola verso l'ultimo pianeta ancora da esplorare, mentre lui si lascerà attrarre da Gargantua, lì dove nessuno è mai entrato. Ma sarà qui che il prologo del film, e molti dei suoi misteri, verranno svelati.
Il brano che accompagna la sequenza di Cooper all'interno del tesseratto è S.T.A.Y., che altro non è che lo "Stay" eseguito come sottofondo alla partenza dell'astronauta dalla Terra, ma adesso in codice morse, necessario per mandare il messaggio che Murph aveva intuito quando aveva dieci anni, e che rappresenta la chiave per salvare l'umanità. "Resta", Murph: stavolta è lei che deve rimanere di fronte a quella libreria impolverata, non più suo padre.
Il finale di Interstellar è emozionante e audace, come l'intera opera di Christopher Nolan. Where We're Going chiude la colonna sonora e la pellicola, e si ricollega a Dreaming of the Crash, concludendo la narrazione circolare del film, in una versione più estesa che racchiude tutti i diversi temi portanti della soundtrack.
Bonus tracks
Dalla Extended Version segnaliamo altri tre brani. Uno lo avevamo già accennato: è First Step (il quale si riaggancia a Day One) ed è, come detto, il brano che fa da sottofondo al primo teaser trailer ufficiale di Interstellar, dove si mostrano le conquiste dello spazio del Novecento e il desiderio di esplorare l'ignoto che appartiene per natura agli esseri umani.
Il secondo è Murph, brano dedicato al personaggio interpretato da Mackenzie Foy e Jessica Chastain, che racchiude versioni alternative dei principali passaggi della colonna sonora, in versioni molto più estese.
Il terzo è Tick-Tock, il quale è una versione più ampia di Mountains, che accompagna, come illustrato in precedenza, uno dei momenti più drammatici dell'intera pellicola.
La colonna sonora di Interstellar è un epico trionfo musicale da assaporare con passione ed emozione.