Recensione Dogma (1999)

Uno dei film più irriverenti e controversi degli ultimi anni arriva finalmente anche da noi: riuscirà il Dogma di Kevin Smith a far parlare di sè anche in Italia?

In missione per conto di Dio

Mi stai dicendo che avere fede è una cosa negativa? No, credo solo che sia meglio avere delle idee. Voglio dire, un'idea si può cambiare. Cambiare fede è più difficile.
In questo dialogo si racchiudono le idee religiose del regista Kevin Smith, credente ma non praticante, feroce ma ironico oppositore del Cristianesimo e delle politiche della Chiesa di Roma, raccontate con sagacia in Dogma, sua quarta opera targata 1999, approdata in terra italiana soltanto quattro anni dopo.
Smith, considerato ancora oggi uno dei massimi esponenti del cinema indipendente americano soprattutto grazie al suo esplosivo esordio con Clerks - commessi, confeziona un film decisamente divertente e forse meno "irriverente" di quello che si potrebbe pensare, puntando tutto sulla brillante sceneggiatura e su un cast di attori semplicemente eccezionale.

Le storie di due personaggi che hanno perso fiducia in Dio si incrociano in maniera bizzarra: da una parte Bethany Sloane, cattolica ma impiegata in una clinica per aborti, la cui fede è stata incrinata da una serie di eventi drammatici quali una malattia che l'ha resa sterile e l'abbandono da parte del compagno, e dall'altra Bartleby, angelo caduto, confinato per punizione sulla Terra per l'eternità, dai tempi delle dieci piaghe d'Egitto, insieme al suo fedele compagno Loki, ex angelo vendicatore, reo di "aver mandato a quel paese" il Signore. Entrambi alla fine riusciranno, in un modo o nell'altro, a riconcialirsi con Dio, ma non prima di aver affrontato la loro personalissima missione che li vede uno contro l'altro: Bartleby ha infatti trovato una scappatoia in un dogma cattolico che gli permetterebbe di ottenere l'indulgenza plenaria e quindi poter tornare in paradiso purificato da ogni suo peccato; a Bethany il compito di fermarlo, perché in questo modo i due angeli dimostrerebbero che "Dio è fallibile" e ciò metterebbe in subbuglio l'intera esistenza.
Ad affiancare Bethany in questa santa crociata una serie di strani personaggi: dalla "voce di dio" Metatron al tredicesimo apostolo Rufus (escluso dal vangelo perché di pelle nera), dalla musa Serendipity ai due "profeti" Jay e Silent Bob, vecchie conoscenze per tutti coloro che conoscono la filmografia del regista.

Attraverso questi strambi personaggi, Smith attacca la Chiesa e i suoi ridicoli dogmi, ricordandoci che se Dio è infallibile, non si può dire altrettanto dei suoi rappresentanti umani, che con la loro fede e le loro credenze (contrapposte alle idee di cui parlavamo all'inizio) hanno più volte snaturato gli insegnamenti divini provocando odii razziali, guerre e conflitti di ogni genere. Ovviamente Smith lo fa a suo modo, eccedendo in ogni aspetto, ed è così che in maniera divertente ribalta tutti i punti fermi della "nostra" religione: Dio ha l'aspetto di una donna (e più precisamente quello della simpatica Alanis Morissette), è divertente ed appassionato di Skee-Ball; Gesù Cristo era nero (ma anche questo è stato ritenuto un particolare da non inserire nel Vangelo, perché "Un nero ti può rubare lo stereo, ma non può essere il tuo Salvatore") ed aveva fratelli e sorelle sparsi per il mondo; i morti spiano sì le sorti di noi umani, ma lo fanno soprattutto quando ci troviamo sotto la doccia.
Ma non bisogna pensare a questo Dogma soltanto come ad una interminabile sequenza di battute e gag, perché il film, nonostante qualche caduta di stile purtroppo non nuova al regista, è davvero ben confezionato, con una storia solida ed appassionante, citazionismo a raffica (da Indiana Jones a Karate Kid, passando per l'immancabile Guerre Stellari) e soprattutto un finale molto sentito, che non potrà non infondere una briciola di ottimismo e di fiducia anche nel più scettico degli spettatori.
Quindi, non lasciatevi ingannare dalla pessima distribuzione italiana o dalle accuse di blasfemia che sono state lanciate negli ultimi anni, con un po' di apertura mentale vi troverete davanti ad una delle commedie più originali ed intelligenti dell'ultimo decennio.

Movieplayer.it

4.0/5