In a Violent Nature, recensione: horror slasher tra ambizioni artistiche e il top del disgusto

Il sanguinolento e spiazzante slasher che lo scorso anno ha provocato malesseri nelle sale americane è disponibile in Italia con una splendida edizione homevideo. Tra lentezza, ambizioni autoriali, carneficine e una scena gore indimenticabile.

La locandina di In a Violent Nature

Un horror originale con venature artistiche e dalle trovate spiazzanti, o una vera truffa sopravvalutata? Chissà, forse tutte e due le cose, ed è questo il bello di In a Violent Nature. Sì, il film di Chris Nash, già mago di make-up ed effetti speciali, è proprio quello che un anno fa ha provocato creato malesseri nelle sale americane, cresciuto grazie al passaparola dopo un'apparizione al Sundance. E che ha spinto Stephen King a rivelare che: "Il killer mascherato sembra il Minion più terrificante del mondo". Ebbene adesso grazie a Eagle Pictures lo slasher è approdato in Italia in homevideo, l'occasione giusta per scoprirlo.

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Il killer in azione

Dicevamo che In A Violent Nature ha chiare ambizioni artistiche svelate dal fatto di essere un esperimento affascinante, quello di vedere un horror dalla prospettiva del killer, ma mettendo assieme lo splatter più splatteroso che ci sia alla lentezza di un film di Kieslowsky, abbinando lo stile di un videogioco alle atmosfere da Gus Van Sant, affiancando la vena estetica della natura matrigna con una motosega che urla senza freni. Un esperimento che merita andare ad analizzare.

Dal furto di una collanina agli efferati sgozzamenti

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La minaccia si avvicina alle spalle della ragazza

L'innesco della storia di In a Violent Nature è semplice: alcune voci fuori campo di ragazzi che rubano una collanina da una sorta di cimitero in una foresta. Un gesto che si rivelerà fatale perché quello che fu un essere umano, ma ormai somigliante a uno zombi, emergerà dalla terra e indossando una maschera inizierà un vero e proprio massacro, incavolato dalla perdita del cimelio che evidentemente lo teneva a riposo. Una carneficina che lo spettatore seguirà come detto dal punto di vista dello stesso serial killer evocato in modo soprannaturale, o meglio subito alle sue spalle.

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Una scena frequente di In a Violent Nature: il killer ripreso di spalle a camminare nel bosco

Qualche chiacchierata fra campeggiatori e una sorta di flashback innescato da una fotografia, rivelerà che l'essere si chiama Johnny e da piccolo gli è successo qualcosa di brutto. Lo seguiremo armandoci di grande pazienza, perché l'essere cammina nei boschi (le bellezze naturali del nord della regione dell'Ontario) per tempi infiniti, passeggiate interrotte solamente dagli efferati sgozzamenti ai quali sottopone chi incontra sul suo cammino. Perché in realtà Johnny fa parte della natura, come può esserlo un orso che vive nella foresta. Lì è il suo ambiente ormai naturale, mentre i veri intrusi sono gli incauti campeggiatori e i cacciatori.

Camminate, calma, squartamenti e una scena top del disgusto

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Un altro momento forte di In a Violent Nature

Nel film di Chris Nash c'è una dilatazione dei tempi acuita dal fatto che perfino i massacri avvengono con tranquillità, con il mostro che ostenta una calma assoluta, quasi fossero le tappe di un picnic. Non c'è niente di frettoloso, bensì un'estrema cura e quasi una curiosità infantile nello strappare, decapitare, squartare i corpi, fino a una sequenza memorabile e oggettivamente fantasiosa, il top del disgusto che tra l'altro è tutto merito di effetti artigianali molto efficaci. Certo, tra uno squartamento e l'altro il rischio noia c'è a seguire questo mostro implacabile ma muto, senza altri spunti di trama, e con momenti interlocutori occupati dal nulla, senza approfondimento delle vittime.

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La sopravvissuta intravede la salvezza

Ma a venire in soccorso ecco un sound design molto curato: se i dialoghi sono quasi inesistenti e la colonna sonora non c'è (la musica è solo diegetica), i suoni creati dalla natura (e non) hanno un ruolo fondamentale: dal vento alle foglie smosse, dagli uccellini allo scorrere dell'acqua, ma anche i pesanti passi del protagonista e poi ovviamente gli efferati rumori provocati dalla carneficina. Fino a quello di un macchinario per tagliare il legno che si infiltrerà in modo ossessivo nelle vostre orecchie.

Quel lungo finale che spiazza tutti

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Il killer ancora all'opera

Un discorso a parte lo merita la svolta a un quarto d'ora dalla fine, davvero spiazzante per quanto visto fino a quel momento. Il punto di vista del killer viene abbandonato (e con lui i massacri), la protagonista diventa l'unica sopravvissuta che miracolosamente torna sulla strada e si fa dare un passaggio da una donna. Eppure proprio lì cresce davvero la tensione, forse perché stavolta ci si mette nei panni della vittima.

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Un momento spiazzante del lungo finale del film

Perché è strano e inquietante che la scena si snoccioli tutta lì, in una lunga chiacchierata tra l'ancora scioccata ragazzina e la donna che cerca di capire cos'è successo e spiega quanto possono essere cattivi gli orsi. E ti chiedi continuamente cosa sta per succedere, perché non può continuare a non succedere nulla, vero? Oppure è proprio così?

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Il package dell'edizione blu-ray di In a Violent Nature

Blu-ray strepitoso con video sporco, audio da urlo e tanti extra

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La cover del blu-ray di In a Violent Nature

Come detto, In a Violent Nature ora è disponibile in homevideo grazie a una superba edizione blu-ray targata Eagle Pictures, che si presenta con slipcover e all'interno ha anche un booklet e due cartoline. Il video è grintoso ma anche per il basso budget piuttosto granuloso, comunque dotato di un buon dettaglio e perfetto con il suo look sporco a far entrare nella vicenda. Eccezionale l'audio in DTS HD 5.1 sia per l'italiano che l'originale: il sound design della natura e dei momenti efferati viene riprodotto con grande cura da tutti i diffusori con precisione e robusto apporto del sub. Ottimi anche gli extra: oltre al trailer originale troviamo Yoga Kill (4') sulla scena più efferata, Behind the scenes (13') che è un dietro le quinte durante le riprese, e lo strepitoso Making of the dead in the water (71'), che invece è il diario del lavoro della prima versione del film, che poi non sarebbe stata utilizzata.

Conclusioni

È il film che ha provocato malesseri nelle sale americane ed è stato al centro di polemiche e critiche contrastanti. In a Violent Nature, disponibile finalmente in homevideo, è un horror atipico che ribalta il punto di vista ed è vissuto dalla prospettiva del killer. Inoltre ha evidenti venature artistiche e sperimentali mettendo assieme scene truculente e fortemente splatter con lentezze tipicamente autoriali.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Girare un horror dalla prospettiva del killer.
  • L’estrema fantasia di alcuni omicidi, fra i quali una scena splatter indimenticabile.
  • Il sound design e il ruolo fondamentale della natura.
  • Lo spiazzante ultimo quarto d’ora.

Cosa non va

  • Ma proprio il finale può lasciare delle perplessità.
  • Le lunghe camminate del killer sono a rischio noia.