Dare seguito a un episodio come Kissed by Fire, denso di avvenimenti e di emozioni, gestito in maniera sublime, non deve essere stato facile per il team di autori de Il trono di spade: in The Climb, sceneggiato dagli showrunner David Benioff e D.B. Weiss, che fanno un ottimo lavoro nel coordinare le numerose storyline prendendosi anche qualche macroscopica licenza dal canone martiniano, e diretto da Alik Sakharov, già esperto direttore della fotografia che ha messo il suo senso dell'immagine al servizio di alcuni momenti particolarmente spettacolari dell'episodio, siamo alle prese con le conseguenze degli eventi che ci siamo appena lasciati alle spalle, per un episodio che inizia con ritmo blando e atmosfere pacate per poi stupirci con un esaltante crescendo finale.
Un crescendo che lo stesso titolo suggerisce: The Climb, l'arrampicata, che nell'ottimo teleplay di Weiss e Benioff è sia metaforica che reale. Ma andiamo con ordine... finché ci è concesso.
Nonostante la regia insinui la minaccia che, nella notte delle terre del selvaggio Nord, incombe sull'industriosa neomamma Gilly, sul suo piccolo, e su un Sam Tarly che, in compagnia della ragazza, sembra aver ritrovato il buonumore nonostante le due carneficine a cui è appena sfuggito, la scena che li vede scaldarsi intorno al fuoco e fare musica è molto dolce e "domestica": Sam, da sempre incompatibile con i voti della Guardia della notte, è in procinto di dimostrare di essere capace non solo di cantare le lodi dei Sette, ma anche di scoprirsi valoroso per proteggere l'amata, magari con l'aiuto del misterioso pugnale di ossidana trovato sul Pugno dei Primi Uomini.
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E nel frattempo, quello che sembra un insignificante dettaglio inserito per legare due storyline, la visione di Jojen Reed che dichiara di aver visto Jon Snow, rischia di diventare, alla lunga distanza, un elemento fondamentale dell'affresco martiniano.
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Non lontano da qui, nella sede ancestrale dei Tully, il Re del Nord Robb Stark è impegnato in una difficile iniziativa diplomatica che rappresenta l'unica speranza per una guerra che sta perdendo pur avendo vinto tutte le battaglie: conquistare il supporto dei Frey delle Torri gemelle. Lord Walder, in cambio della sua alleanza e del perdono dello sgarro del Giovane Lupo, che era promesso in matrimonio a una delle sue figlie e invece ha impalmanto la sua Talisa, pretende da Robb il dominio di Harrenhal, e la mano di suo zio Lord Edmure Tully per la diciannovenne Roslin. Edmure, che sarebbe il signore di Delta delle Acque anche se nessuno lo tratta come tale, ambasciatori dei Frey inclusi, è ovviamente riluttante a farsi mettere nel sacco dal prolifico vegliardo, ma alla fine cede onorevolmente in nome della nobile impresa del nipote.
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Rispetto a ciò che sta capitando al rampollo delle Isole di Ferro, il trattamento purificatore inflitto a Jaime Lannister dagli uomini dei Bolton sembra quasi poca cosa a questo punto; il grande protagonista dell'episodio precedente, infatti, ci pare di nuovo scoppiare di salute, ed è anche abbastanza vivace da tornare a millantare con il suo carceriere Lord Roose la ricchezza e l'onnipotenza di suo padre Tywin. Il signore di Forte Terrore, da parte sua, è fin troppo zelante nel liberare Jaime chiedendogli di fare notare al padre che non è colpa sua se il figlio prediletto ha perso la mano di spadaccino, ma è inamovibile sul destino di Brienne, accusata di aver tradito Re Robb e la coalizione del Nord in complicità con Lady Catelyn Stark.
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Per chi lamenta l'abbondanza di dialogo rispetto alle scene di azione e battaglia ne Il gioco di troni: guardate alla sequenza che mette di fronte tra Lord Tywin e Lady Olenna e vedrete i leggendari Diana Rigg e Charles Dance ingaggiare un duello verbale tra guardinghi alleati che riesce ad essere ad un tempo tagliente, avvincente e divertente. Mentre i due personaggi più navigati e intelligenti della saga mettono il sigillo sul loro futuro, Cersei e Tyrion vivono uno dei loro rari momenti di tregua fraterna nella disgrazia che li accomuna, i matrimoni imposti da Tywin; lui, il cuore gentile in un corpo deforme di casa Lannister, teme il momento in cui dovrà dire a Sansa Stark che sarà lui a portarla all'altare e non il bel Loras Tyrell; e lei, la perfida reggente, ci appare quasi da compatire quanto Sansa. In fondo il suo destino non è tanto migliore, in balia com'è di un padre tiranno e di un figlio coronato e psicopatico, e sul punto di essere letteralmente ceduta ai Tyrell.
Forse meno emotivamente risonante, ma ugualmente pregno di significato, è il dialogo che suggella questo episodio, che si svolge tra i due cospiratori di professione Lord Varys e Lord Baelish. In partenza pacato e allusivo come sono normalmente i confronti trai due astuti membri del Concilio Ristretto, questo è diverso: perché Ditocorto non si limita a vantarsi dell'ultimo trionfo col collega, la sovversione dei suoi piani per il matrimonio tra Sansa e Loras, ma gli annuncia anche la tragica fine della sua spia. Colpevole di rappresentare un "cattivo investimento", Ros è stata consegnata, per un gioco mortale, a Re Joffrey, solo apparentemente curato della sue mostruose proclività dalla fidanzata Margaery Tyrell. Di Ros, The Climb ci risparmia, fortunatamente, l'agonia, ma ci mostra il corpo crivellato da tre frecce, anche per suggerire un inquietante parallelo - "Joffrey, Cersei, Ilyn Payne" - tra il sadico sovrano e la sua nemica giurata, Arya Stark.
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