Recensione Noise (2007)

Bean nel suo film abusa di voice off e di quegli stratagemmi un po' furbi per conquistare le simpatie del pubblico, ma Tim Robbins è bravo ed il suo personaggio così irresistibile che riesce da solo a reggere e portare a termine il film.

Il supereroe e l'antifurto

Il 2007 è stato l'anno in cui gli ambientalisti hanno finalmente fatto sentire a tutto il mondo la propria voce, sperando che arrivasse in primo luogo ai potenti, gli unici in grado di poter modificare il corso delle cose. E' recente l'assegnazione del Nobel per la pace ad Al Gore, ex vicepresidente americano ed autore di un documentario premio Oscar sui cambiamenti climatici e sulle loro potenziali conseguenze disastrose, mentre ancora ci ricordiamo del grande successo, con relativo impatto, dell'evento Live Earth la scorsa estate, una maratona musicale per la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul problema del surriscaldamento climatico. L'uomo sta rovinando il pianeta e c'è bisogno dell'impegno di ognuno di noi perché le cose non precipitino in tempi rapidi, quando sarà ormai troppo tardi per rimediare al disastro. Il problema è che ci si sta abituando alla degenerazione del nostro ambiente, a partire dall'adeguamento ad una vita tra cemento, smog e rumore come quella che si consuma nelle metropoli. Un film che si inserisce a pieno diritto in questa nuova tendenza ambientalista che chiama al ravvedimento è Noise, presentato nella sezione Premiere alla seconda Festa del cinema di Roma, nel quale un uomo ossessionato dal rumore degli allarmi delle automobili sceglie di ribellarsi alla dittatura dell'inquinamento acustico distruggendo quei dispositivi infernali che disturbano la vita quotidiana degli abitanti di New York.

Noise è un gradevole divertissement scritto e diretto da Henry Bean, il regista di un film duro e provocatorio come The Believer, ma che nel suo curriculum ha purtroppo la macchia indelebile di aver sceneggiato Basic Instinct 2. L'idea alla base del film è senza dubbio geniale, e portata con tale abilità su celluloide è anche estremamente divertente, tuttavia è un'intuizione che esaurisce in fretta il suo potenziale. La figura del vendicatore ambientalista notturno ha un grande fascino e conquista lo spettatore con la sua ironia ed il coraggio di azioni clamorose volte a risolvere il problema personale ed immediato dell'insostenibilità del rumore, ma anche dirette a scuotere le coscienze dei concittadini affinché non continuino a subire passivamente il logorio del proprio udito. Nella grande metropoli infatti si vive così in fretta e talmente assorbiti dai propri impegni che quasi non s'avverte più il fastidio del degrado ambientale. Il peggioramento delle condizioni di vita urbana s'è sposato con un livello di sopportazione da parte degli individui che è ampiamente cresciuto. Nella metropoli si riconfigura non solo lo sguardo, che segue la verticalità tracciata dai grattacieli, ma anche i nuovi limiti dell'orecchio, raggiunto da inediti stimoli acustici e da una sovrabbondanza di disordine sonoro. Tim Robbins, nel ruolo fatale del Correttore, si accanisce sugli allarmi delle automobili, ma i suoi sono gesti simbolici perché quelli ai quali si ribella sono tutti i rumori che nella città disturbano la quiete del quotidiano.

Bean nel suo film abusa di voice off e di quegli stratagemmi un po' furbi per conquistare le simpatie del pubblico (come il rivolgersi in macchina dei personaggi) ma Tim Robbins è bravo ed il suo personaggio così irresistibile che riesce da solo a reggere e portare a termine un film che non ha materiale a sufficienza che ne giustifichi la durata. Detto di quanto sia insopportabile questa situazione di città sempre più invivibili a causa di un caos acustico incontrollato e fatti quattro salti sulle auto fracassone non resta infatti molto altro da aggiungere per riempire un'ora e mezza di film, perciò ci si inventa la figura di un ridicolo sindaco che si schiera contro il popolo degli ambientalisti e nutre così ulteriormente il lato comico della pellicola che può fregiarsi di alcuni passaggi brillanti, come il confronto tra il Correttore ed il sindaco nell'inferno di un'orchestra di antifurti in azione. Alla fine si fa il tifo per il supereroe (munito di divisa, marchio e sito ufficiale) trascinato in tribunale e pronto ad essere emulato da tutti coloro che hanno ritrovato nel messaggio da lui lanciato il proprio disagio nei confronti di un mondo avviato al declino. Il divertimento quando è così intelligente è ancora più trascinante.