La colonna sonora di un film, soprattutto nel linguaggio dell'animazione, è tanto importante quanto gli altri reparti, anzi funge quasi da accompagnamento e guida. Ne sa qualcosa Kris Bowers, che dopo aver lavorato con artisti del calibro di Kanye West, Jay-Z, Alicia Keys, Kelly Rowland, Beyoncé, pellicole come Green Book, Una famiglia vincente, Il colore viola e serie come Bridgerton, Mrs. America, Dear White People e When They See Us, si è voluto lanciare nell'animazione.
Per farlo ha scelto Il Robot Selvaggio, film candidato ai prossimi Golden Globes (e probabilmente anche agli Oscar 2025) dove lui stesso ha ricevuto una nomination per le musiche: lo abbiamo intervistato. Torniamo sulla pellicola targata DreamWorks Animation, disponibile dal 12 dicembre in acquisto digitale su Prime Video, Google Play, Apple Tv, Rakuten Tv e Microsoft, e dal 19 dicembre a noleggio in digitale su tutte le piattaforme, incluse Sky Primafila e Mediaset Infinity, e distribuito da Universal Pictures Home Entertainment sempre dalla stessa data.
Il Robot Selvaggio: intervista a Kris Bowers
Partiamo nella nostra chiacchierata dalla prima esperienza del compositore con il linguaggio animato: "Penso sia stato più difficile ma più stimolante per me perché si sta molto più tempo sul progetto rispetto ad un live action; circa un anno e mezzo, quasi due anni. Per questo sono stato capace di lavorare sugli elementi e comporre per immagini in modo molto più dettagliato.
"Nei progetti con attori in carne ed ossa la scena può diventare molto più lunga o venire tagliata drasticamente mentre nell'animazione una volta impostata è difficile che cambi in modo sostanziale affinché io possa costruirci sopra l'apparato musicale, a partire dalla prima versione fino a quella finalizzata che vedrà il pubblico. In questo caso specifico, poi, non la volevano solo dettagliata ma che fosse un vero e proprio personaggio della pellicola. Mi ha permesso di potermi dedicare maggiormente ad elementi come l'orchestra, la composizione, il sound design, per i quali di solito non ho tanto tempo purtroppo".
Il tema musicale della pellicola
Bisogna poi trovare il main theme de Il robot selvaggio. "Per me la difficoltà maggiore è stata trovare il tema musicale principale da cui partisse tutta la colonna sonora. Ho scritto un paio di pezzi solo per trovare il sound del film. Come le percussioni che rappresentassero la parte selvaggia della storia, alcuni suoni sintetici per rappresentare Roz, da combinare alla parte più organica. Per trovarlo però mi sono approcciato alla sequenza della migrazione durante la quale era plausibile facesse il suo ingresso il primo tema. Per riuscirci ho pensato a quando mia figlia andrà all'università (all'epoca aveva sei mesi) e a come avrei affrontato quel distacco, perché mi sembrava il sentimento più vicino a ciò che poteva provare Roz in quel momento".
Plot twist: "Mi sono confrontato con il regista Chris Sanders e lui non era convinto perché io stavo pensando di salutarla in circostanze serene e favorevoli, ma non è ciò che accade in quella scena, molto più dolceamara e devastante. È diventato quasi terapeutico a quel punto per me perché ho pensato che nonostante ce la metta tutta, ci sono momenti in cui fallirò come genitore, in cui non mi sentirò all'altezza e in cui dovremo trovare dei compromessi con mia figlia. Si spera non arriveremo a situazioni irreparabili come quella (ride) ma pensarci mi ha aiutato ad immedesimarmi maggiormente e a comporre quello che è diventato il tema principale. Da quel punto in poi è andata più liscia con gli altri brani e col benestare di Chris, ma quelle sono state settimane difficili di tentativi ed errori".
Un film d'animazione tra razionalità ed istinto
Come si traspone la razionalità tecnologica di Roz e l'istinto animale di Fink e degli altri animali in musica? Dice Bowers, felice della domanda: "Per Roz ho cercato dei suoni specifici con l'aiuto di alcuni designer sintetici da combinare ad altri che avevo già, in modo che rappresentassero il suo mondo. Per la parte animale, invece, volevo rappresentare il lato selvaggio in un modo che non avevo già sentito prima. Di solito si tratta di flauti etnici e fiati che vengono da culture specifiche, mentre io volevo approcciarmi con qualcosa di generico. Mi sono lasciato ispirare dai suoni nella natura e da quelli degli animali quando corrono e si spostano nella foresta, salgono sugli alberi e di come tutto questo si scontri con Roz, graffiandola, facendola cadere e colpendola. Ho trovato così un _ensemble di percussioni che provenivano dal rumore della sabbia, di tubi e scatole di metallo, di bottiglie di vetro, di rami d'albero. Volevo fossero combinati in modo organico a livello orchestrale e non semplicemente sovrapposti l'uno sull'altro"_.
Conclude: "A proposito degli animali, ho preferito un sound generale per la parte animale e non concentrarmi su ognuno di loro, anche perché molti si vedono poco. Mi sono concentrato piuttosto sui temi per personaggi specifici e quindi per il trio protagonista e il loro nucleo familiare. Ci sono comunque momenti in cui il castoro o qualche altro animale hanno il loro momento e quindi il loro tema dedicato".
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Oltre i dialoghi
In questa pellicola ci sono pochissimi umani, fino alla fine. Una difficoltà o un aiuto comporre per una storia di questo tipo? Chiosa Kris: "Penso che personalmente mi abbia aiutato perché richiedeva che la musica fosse un narratore a propria volta, dato che non c'erano moltissime parti dialogate, non tra umani e tra animali. Chris è riuscito a creare questi spazi in cui fosse la musica a prendere il sopravvento. Un aspetto che mi ha permesso di comporre una colonna sonora più dettagliata ed intricata. Anche perché credo che ci siano momenti in cui è giusto che la musica rimanga sullo sfondo e non distragga lo spettatore dalla storia. Quindi ho cercato di essere organico ma rispettoso, presente ma non invadente".