Il ritorno dei Re
Arriva in Italia, dopo un'anteprima per il pubblico di giovanissimi del Giffoni Film Festival, il secondo capitolo delle avventure scritte da C.S. Lewis ed ambientate nel mondo di Narnia, dove i fratelli Pevensie vengono nuovamente trasportati dopo un anno dalla loro partenza.
Ma il tempo, si sa, è relativo, così l'anno trascorso dai ragazzi in Inghilterra equivale a ben 1300 anni nel tempo di Narnia e quindi i giovani protagonisti della saga ritrovano il mondo ben diverso da come l'avevano lasciato al termine del primo film della serie, Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio: i Telmarini hanno conquistato Narnia, ponendo fine alla sua Età dell'Oro, ed ora è il perfido Lord Miraz a governare il regno senza pietà. Contro di lui si schierano i quattro ragazzi tornati a Narnia, aiutati dal giovane Principe Caspian, costretto alla clandestinità dalla cospirazione esistente contro di lui con lo scopo di far salire al trono il figlio appena nato di Lord Miraz.
Rispetto al suo predecessore, Le cronache di Narnia: Il principe Caspian ha una struttura più simile a quella di una storia d'azione: due grandi battaglie segnano il passo del film, lasciando meno spazio ai personaggi ed all'approfondimento delle loro personalità e motivazioni. Ma questo non va inteso come un difetto, quanto una scelta cosciente degli autori, coordinati dal regista Andrew Adamson (a cui dobbiamo anche i primi due capitoli di Shrek), che hanno deciso di dare questo tipo di impronta all'adattamento del secondo capitolo della serie.
Se invece di punti deboli vogliamo parlare, dobbiamo considerare due aspetti: prima di tutto la lunghezza del film, pari a quasi due ore e mezza, che sembra non essere giustificata dagli avvenimenti previsti dalla sceneggiatura e rende difficile tenere alto il ritmo della narrazione come una storia basata sull'azione richiederebbe; in secondo luogo, la magia del mondo di Narnia, seppur ora più cupo e travagliato di quello del primo film, non riesce sempre a varcare i confini dello schermo cinematografico, riuscendo sì ad appassionare gli amanti del genere ma faticando a coinvolgere tutti i tipi di pubblico, non riuscendo quindi ad imporsi come classico cinematografico al pari della saga degli Anelli di Peter Jackson.
Ma se Adamson e i suoi sceneggiatori non riescono a dare quel tocco in più al film che gli possa far superare i confini del genere a cui appartiene, riescono a tenere in piedi con sicurezza la storia e le battaglie che ospita, girando delle sequenze d'azione ordinate, vivaci ed immediate, che permettono allo spettatore di seguire le vicende di tutti i personaggi senza disorientarsi nonostante la messa in scena articolata.
Si confermano di buon livello il trucco e gli effetti speciali visivi, che fanno vivere con realismo le innumerevoli creature di Narnia, dai nani ai topi ed ai centauri, tutti con un look più selvaggio in linea con i secoli di difficoltà vissuti, e che arricchiscono gli ambienti ripresi tra Nuova Zelanda, Repubblica Ceca e Polonia, ricreando il mondo immaginato decenni fa da C.S. Lewis.
Nel complesso, pur cambiando ritmo ed atmosfere, Il Principe Caspian si mantiene sui livelli del suo precedessore ed aggiunge un secondo tassello solido alla saga cinematografica di cui fa parte, in attesa che il viaggio continui nei prossimi anni con il film successivo della serie, Le Cronache di Narnia: Il viaggio del veliero, che segnerà l'arrivo alla regia di Michael Apted e vedrà la luce a Maggio del 2010.
Movieplayer.it
3.0/5