Terzo tra i film Netflix presentati a Venezia 2019, Il re è finalmente disponibile per tutti sulla piattaforma streaming. Ambizioso adattamento dell'Enrico V di Shakespeare, il film diretto da David Michôd ha come protagonista il giovane ma già amatissimo Timothée Chalamet. Il re rielabora e reinterpreta il testo teatrale a cui si ispira, dando vita ad un'opera originale ed interessante: se nei panni di Enrico V eravamo abituati a vedere attori più maturi come Laurence Olivier e Kenneth Branagh, Chalamet è perfetto per un film in cui si parla della difficoltà di sostenere il peso del potere già in giovane età, riuscendo ad emanciparsi dall'ombra dei propri predecessori.
A Venezia abbiamo avuto la fortuna di incontrare il regista e tre dei membri del cast del film - di cui tra l'altro abbiamo parlato nella recensione de Il Re - il protagonista Chalamet, Joel Edgerton - che oltre ad interpretare il più fidato consigliere di Enrico ha coscritto insieme a Michôd la sceneggiatura - e Lily-Rose Depp. Insieme abbiamo parlato delle difficoltà che girare un film di questo genere ha comportato, soprattutto per quanto riguarda le complesse e articolate scene di battaglia, e di come gli attori hanno costruito e sviluppato i propri personaggi.
Un eroe molto diverso da quelli a cui siamo abituati
Come è stato ricostruito il periodo storico in cui il film è ambientato? Quali sono stati i vostri riferimenti?
David Michôd: Per quanto riguarda i riferimenti visivi non mi sono ispirato a quadri o pittori in particolare, non ho potuto rifarmi all'arte del periodo medioevale, che è piuttosto basica e primitiva. Questo da un certo punto di vista è stato anche positivo, perché mi ha permesso di creare l'immaginario che volevo, mi ha lasciato molta libertà. Volevo che il mondo del film sembrasse quasi alieno, anche nel linguaggio, nelle performance e nella musica. Il personaggio di William, interpretato da Sean Harris, per esempio, cammina in un modo molto particolare, unico, volevo che risultasse strano.
Il protagonista è un eroe un po' diverso, non muscolare, le sue caratteristiche principali sono il coraggio e la determinazione. Come è stato interpretarlo?
Timothée Chalamet: L'eroe del film non è un gladiatore, non crede nella guerra, vorrebbe fare di tutto per evitarla. Mi interessava poter interpretare un personaggio diverso, le cui caratteristiche più importanti non sono i muscoli e le doti in battaglia.
Cosa hai apprezzato di più del tuo personaggio?
Timothée Chalamet: La sua umanità, la sua giovinezza, la sua indecisione. Ho trovato molto interessante il fatto che una persona così giovane possa già avere così tanto potere. Mi è piaciuto parlare di questo tema. E' un ragazzino che si ritrova in una posizione di enorme potere e non sa come muoversi, è circondato da adulti che non sa se fanno il suo bene o meno. La sua è una posizione estremamente difficile.
Una spettacolare scena di battaglia
Parliamo della scena di battaglia, sia dal punto di vista tecnico che visivo, come l'avete realizzata?
David Michôd: Realizzare quella scena è stato molto difficile, soprattutto perché proprio questo tipo di sequenze nei film medioevali sono estremamente caotiche, non si capisce quello che sta accadendo sullo schermo. Per me era importante che la scena seguisse, senza mai perderla, la prospettiva di un personaggio, prima quello di Joel Edgerton poi quello di Timothée. Volevo che fosse dal punto di vista delle persone che partecipano, perché lo spettatore sentisse di più l'esperienza.
Joel Edgerton: Abbiamo discusso molto su come dovessero essere realizzate le scene della battaglia: per noi doveva avere un punto di vista particolare, ma doveva anche essere creata con estrema cura, tutto doveva essere perfetto. Dovevamo coordinare, oltre ai personaggi principali, anche gli extra e i cavalli, ed è stato estremamente complicato. Anche dal punto di vista visivo è stato un lavoro estremamente complesso, volevamo che allo spettatore sembrasse di essere presenti e di assistere alla battaglia in maniera diretta. Noi non sappiamo esattamente come questa battaglia si sia svolta nella realtà, quindi abbiamo dovuto lavorarci molto. Per girarla ci abbiamo messo più di due settimane, ha richiesto un grande sforzo e un grande impegno.
Timothée Chalamet: Non doveva essere una battaglia nello stile di Hollywood, doveva sentirsi la confusione, la fatica, volevamo che fosse estremamente realistica. Inizialmente avevamo lavorato per un mese ad una coreografia stunt, ma non funzionava, era troppo trattenuta. Poi ne abbiamo fatta una molto più confusa, più forte, ma decisamente più reale.
David Michôd: La scena con Joel sommerso da corpi durante la battaglia è l'unica che abbiamo girato con la camera dall'alto, durante il resto della sequenza ci trovavamo anche noi nel mezzo della folla di personaggi.
Joel Edgerton: Pensavo di soffocare ad un certo punto della registrazione. Abbiamo voluto rappresentare il più possibile le emozioni che si dovevano provare i soldati in una situazione di quel tipo. Mi sono chiesto che cosa potessero provare coloro che la battaglia l'hanno fatta veramente, volevo comprendere le sensazioni.
Le fonti di ispirazione per i personaggi
Alcuni dei personaggi maschili sono rappresentati in luce piuttosto negativa, sono ingannevoli e pieni di secondi fini. Il personaggio interpretato da Lily-Rose Depp, Caterina di Valois, invece è forte e onesto. Che cosa l'ha spinta ad interpretarlo?
Lily-Rose Depp: La forza del personaggio è ciò che mi ha attratto di più di lei. La sua forza e la convinzione con cui porta avanti le sue opinioni. Anche sua madre e sua sorella erano donne molto forti, e questo è incredibile visto il periodo in cui la storia è ambientata. Il suo consiglio alla fine del film è quello corretto,
Questo è quello che mi ha attirato in questo ruolo, la forza e la convinzione con cui porta avanti il suo pensiero, anche sua madre e sua sorella sono donne molto forti, in un periodo come quello in cui la storia è ambientata è senza dubbio un messaggio importante.
Per il ruolo di Enrico V, Lawrence Olivier e Kenneth Branagh sono stati una fonte d'ispirazione?
Timothée Chalamet: Prima di iniziare la preparazione del film non avevo visto i due originali, ma non volevo che influenzassero in qualche modo la mia interpretazione. Nell'opera teatrale e negli altri film il tema più importante era il senso dell'onore che deriva dall'ottenere il potere, nel nostro film invece si parla della difficoltà di farsene carico, soprattutto quando si è giovani, e del peso della famiglia e della discendenza.
David Michôd: L'opera teatrale per noi è stata solo un punto di partenza, non volevo che Timothée guardasse i film con Branagh e Olivier perché erano qualcosa di veramente diverso rispetto a quello che noi volevamo fare. Abbiamo preso dall'opera teatrale solo alcuni elementi.