Ne Il rapimento di Arabella c'è tutto il cinema di Carolina Cavalli

"Racconto una difficoltà universale: diventare adulti senza tradire ciò che siamo stati", spiega la regista che torna in sala con un'opera seconda capace (già) di illuminare una poetica riconoscibile.

Carolina Cavalli e Benedetta Porcaroli

Dopo la folgorazione Amanda (2022), Carolina Cavalli rafforza la sua identità di cinema ne Il rapimento di Arabella. Storia di fughe e di fast food, di magie e di personaggi. Un romanzo di formazione, lo specchio di una riconciliazione ritrovata. Raccontando la storia di Holly, 28 anni e infinite insicurezze, la regista parte dalla così detta "versione sbagliata".

Il Rapimento Di Arabella Benedetta Porcaroli Lucrezia Guglielmino Immagine
Il rapimento di Arabella: Benedetta Porcaroli e Lucrezia Guglielmino in un'immagine

Il viaggio di Holly, in un luogo che non esiste, si scontra con quello della piccola Arabella, in cui dice di rivedere "se stessa da piccola". Ad interpretare le due protagoniste, Benedetta Porcaroli (premiata a Venezia 82) e Lucrezia Guglielmino. "Per me tutto parte sempre dai personaggi. Avevo immaginato una ragazza che non solo non amava chi fosse diventata da adulta, ma forse non amava neanche il fatto di essere diventata un'adulta", spiega Carolina Cavalli, presentando il film.

Il rapimento di Arabella: di luoghi e di volti

Un po' come in Amanda, anche ne Il rapimento di Arabella la location è fondamentale per la narrazione. Spazio onirici, liminali, fuori tempo e fuori luogo, resi grande cinema dalla fotografia di Lorenzo Levrini e dalla scenografia di Martino Bonanomi. "Per i luoghi, avevamo sempre in mente i disegni dei bambini, dove sembra sempre che non ci sia uno sfondo, però le cose che ci sono assomigliano davvero alla realtà".

Oltre a Benedetta Porcaroli, affiancata dalla rivelazione Lucrezia Guglielmino, nel cast ci sono anche Marco Bonadei, Chris Pine ed Eva Robin's. Attori e attrici che "vengono tutti da mondi diversi", dice la regista, "Eva aveva poche scene, ma doveva essere subito potente. La sceneggiatura le è piaciuta e ci siamo subito trovate. Chris Spine? lui studia italiano, è stata una coincidenza molto fortunata che in quel momento avesse voglia di fare un film in italiano. Il suo era un piccolo ruolo, ma è stato curioso e generoso".

Potere della scrittura

Il Rapimento Di Arabella Chris Pine
Chris Pine in scena

Il rapimento di Arabella - fin dal titolo - parte dalla scrittura. Carolina Cavalli spiega: "La parte che ancora mi piace di più nel fare un film è scrivere la sceneggiatura. Mi piace anche perché puoi cambiarla come vuoi. Amo arrivare con una sceneggiatura di cui sono davvero convinta sul set, ma ogni volta che devo cambiare qualcosa mi viene un po' di ansia". Una scrittura che si lega alla colonna sonora di Thomas Moked Blum e Noaz Deshe. "La musica parte della sceneggiatura, ascolto le tracce quando scrivo, mi aiuta ad entrare nell'atmosfera", continua Cavalli. "Ho lavorato con due autori che hanno un approccio privato alla musica, ma hanno dialogato con il processo narrativo".

Il Rapimento Di Arabella Benedetta Porcaroli Lucrezia Guglielmino Foto
Il rapimento di Arabella: Benedetta Porcaroli e Lucrezia Guglielmino in una scena

Crescere, restando fedeli a se stessi. Dietro Il rapimento di Arabella c'è una maturazione inafferrabile, che non dimentica il potere dei sogni e dell'immaginazione. "Ognuno prova a sfuggire alla crescita", confida Carolina Cavalli, "Vado d'accordo con la me bambina, mi sembra quasi di non averla abbandonata o almeno di dover ancora fare alcuni passi per essere completamente libera da questo legame. Un legame positivo. Alcune volte questo legame mi porta a fare delle scelte che mi fanno pensare di non essermi completamente distanziata da lei. La ricordo come una bambina severa nei propri confronti, tuttavia penso che sarebbe contenta di vedermi, apprezzando comunque quello che sono diventata, anche se non sono come si sarebbe aspettato".