Rileggere il mito di Re Artù in chiave contemporanea e affidare a un manipolo di adolescenti il compito di salvare il mondo? Fatto. Ve lo racconteremo in questa recensione de Il ragazzo che diventerà re, film a metà tra il fantastico e il teen movie in sala dal 18 aprile. Ad assumersi la responsabilità di una missione più che epica, è Joe Cornish, comico e autore inglese che per anni ha trovato nella sceneggiatura la sua comfort zone: basti pensare a Ant-Man e Le avventure di Tintin scritti insieme all' amico Edgar Wright che nel 2010 produsse il suo debutto alla regia, il sovversivo Attack the block - Invasione aliena.
Qui cerca di adattare fin troppo il suo spirito anarchico alla confezione del fantasy, abdicando in parte al lato ironico e dissacrante del suo primo film da regista, a favore di un prodotto più accomodante, che rispetta i canoni del cinema per ragazzi ma che rischia di essere un mix male assortito di temi, generi e intenzioni.
Una trama da fantasy contemporaneo
Ripensare la leggenda di Re Artù e i Cavalieri della tavola Rotonda e trasporla nella contemporaneità non era certo un sfida semplice, ma Joe Cornish ci lavorava da anni, almeno da quando ancora bambino, agli inizi degli anni '80, vide per la prima volta Excalibur di John Boorman e E.T. L'extraterrestre di Steven Spielberg, due film che gli avrebbero ispirato la storia di un ragazzino comune che secoli dopo ritrova quella spada. La trama de Il ragazzo che diventerà re ripercorre quei fatti leggendari combinando il fantasy alla commedia: battaglie epiche si intrecciano a scene di vita quotidiana della Londra dei nostri giorni, simulacro di un mondo sempre più diviso, impaurito e privo di una guida.
Il protagonista è Alex (Louis Ashbourne Serkis), un ragazzino qualunque, nerd appassionato di storie di cappa e spada e cresciuto con le epiche avventure di Re Artù. Disilluso dalla vita e bullizzato insieme all'inseparabile Bedders (Dean Chaumoo), trova l'occasione del riscatto in Excalibur, la mitica spada nella roccia, che il destino ha deciso di consegnargli pur non avendo nessuna traccia di sangue blu. Insieme agli amici di sempre, ai nemici diventati alleati e al leggendario mago Merlino, avrà il coraggio di affrontare la malvagia fata Morgana, tornata a rivendicare la spada.
Il racconto trasferisce i valori del codice cavalleresco - audacia, perseveranza, verità e rispetto per le persone che si amano - alle regole di comportamento di alcuni adolescenti londinesi, mentre la magia di altri tempi irrompe nella modernità.
Cornish fa sua la narrazione del cinema per ragazzi anni '80, che va da Spielberg al più recente Stranger Things, la infarcisce di citazioni delle più celebri saghe fantasy (da Il trono di spade a Harry Potter e Star Wars) e la condisce di azioni epiche, trasformando i giovani protagonisti in combattenti "impavidi, leali e nobili".
Il Ragazzo che diventerà Re, video intervista esclusiva al regista Joe Cornish
L'immagine inedita del personaggio di mago Merlino
Rispetto alla tradizione del genere fantastico e d'avventura il film di Cornish mette al bando bacchette magiche e libri di incantesimi affidandosi ad una magia fisica, a partire dal multiforme mago Merlino che crea e disfa oggetti riproducendo ogni volta una complicata sequenza di movimenti delle mani.
Interessante l'operazione compiuta sul celebre personaggio delle leggende arturiane, che qui ha un'immagine abbastanza inedita: più invecchia e più ringiovanisce fisicamente, assumendo alternativamente le sembianze di Patrick Stewart e Angus Imrie. Il Merlino di Cornish ha quasi le fattezze di un freak, indossa una maglia dei Led Zeppelin e mangia alette di pollo.
Non bastano però una manciata di intuizioni e il tentativo di riscrivere il mito a salvare un film da un pastrocchio di generi e toni, che produce un confusionario ibrido, un anonimo blockbuster per famiglie. Il ragazzo che diventerà re rivela tuttavia nel finale tutta la sua attualità; nell'epoca di Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese nota per le sue lotte contro il cambiamento climatico e diventata l'immagine simbolo di una generazione, le ultime parole rivolte da Merlino all'improbabile esercito di ragazzini acquistano il sapore di un manifesto: "Un paese si misura dalla grandezza dei suoi leader e voi sarete eccellenti leader".
Conclusioni
Al termine della recensione de Il ragazzo che diventerà re, resta un grande dubbio: quanto un prodotto simile possa appassionare un pubblico di ragazzi, il cui gusto si è forgiato negli anni su saghe di ben altro calibro da Harry Potter a Star Wars. Il mix di generi e toni non sempre funziona, rischiando di trasformare il film nell’ennesima copia di una narrazione già vista altrove. Apprezzabile lo sforzo di Joe Cornish di attualizzare la leggenda di Re Artù, trasferendo i valori del codice cavalleresco nella quotidianità degli adolescenti dei nostri giorni.
Perché ci piace
- La rivisitazione in chiave contemporanea del mito di Re Artù.
- L’omaggio al racconto del cinema per ragazzi anni ’80 e le citazioni delle più celebri saghe fantasy.
- Un inedito mago Merlino, che più invecchia più ringiovanisce fisicamente.
Cosa non va
- L’alternanza di generi non funziona alla perfezione e lo spirito più anarchico e sovversivo di Joe Cornish si perde in un blockbuster anonimo, che rischia di non incuriosire il pubblico per cui è stato pensato.