In occasione delle feste natalizie Sky presenta un film d'animazione tratto da un famoso romanzo per ragazzi del geniale autore britannico Sir Terry Pratchett. Tra gatti parlanti, pifferai fuori di testa e valorosi ratti, eccovi la recensione de Il prodigioso Maurice.
La storia
Un piccolo villaggio è assediato da un'orda di ratti. Le bestiacce sembrano apparire ovunque: rubano il cibo, imbrattano e insudiciano, scatenando il panico. Gli abitanti sono alla disperazione quando un magico gatto parlante gli offre una via di salvezza: il mitico Pifferaio Magico. Ed ecco che, all'orizzonte, appare un'esile figura incappucciata, preceduta da una soave melodia. Mentre il pifferaio si avvicina i ratti, ipnotizzati, vengono attrattati dalla musica e iniziano a seguirlo, per essere condotti sulla riva di un torrente e costretti a gettarsi in acqua. Il villaggio è salvo, il gatto viene adeguatamente ricompensato per i suoi servigi e il pifferaio sparisce nell'ombra da cui è venuto. Per poi ricongiungersi ai poveri, fradici ratti, poco più a valle, e allo stesso gatto, per spartirsi il bottino.
La truffa, ideata dall'astuto gatto Maurice (prego: pronuncia alla francese... ci tiene), va avanti da parecchio e ha già fruttato un bel gruzzoletto al gatto e al giovane pifferaio, il timido e goffo Keith. Questo nonostante i dilemmi morali della tribù di ratti, anch'essi dotati di parola e intelletto, capitanati dal saggio Fagiolino (Dangerous Beans, in originale). A quanto pare i roditori si stanno progressivamente affrancando dalla condizione di animali, sviluppando una propria morale, una coscienza sociale e, soprattutto, il sogno di giungere infine in un'isola dove anche gli altri animali sono come loro, ben vestiti ed educati, idea che hanno avuto leggendo un libro di fiabe palesemente ispirato ai racconti di Beatrix Potter. Nel loro peregrinare da un villaggio all'altro dove ripetere la truffa, Maurice, Keith e i topi arrivano infine nella cittadina di Bad Blintz. Qui succedono diverse cose degne di nota: per cominciare incontrano la vulcanica Malicia, la figlia del sindaco, accanita lettrice di fiabe, e racconti epici, che non aspetta altro che vivere un'avventura come quelle che ha sempre letto... e al tempo stesso completamente priva di senso pratico.
Inoltre, a quanto pare, la cittadina è il teatro di una misteriosa carenza di cibo, e sotto l'influsso malefico di un paio di inquietanti acchiappatopi e del loro ancor più misterioso e inquietante signore. Toccherà al recalcitrante Maurice, al non-pifferaio-magico-Keith e ai prodigiosi ratti districare la matassa che sembra minacciare tutta la città, fino allo scontro finale con un potentissimo e mortale avversario.
Benvenuti sul Mondo Disco
Non si può parlare di Maurice senza citare l'autore del romanzo originale da cui questo film è tratto: Sir Terry Pratchett, per gli amici Pterry. Nonostante qui in Italia sia ancora ingiustamente poco conosciuto, Pratchett è stato uno degli autori più influenti e innovativi degli ultimi anni, maestro indiscusso del genere "fantasy comico" e grande amico di Neil Gaiman, con cui ha scritto a quattro mani Good Omens - E buona Apocalisse a tutti, da cui è stata tratta una miniserie con David Tennant e Michael Sheen. L'opera più famosa di Sir Pratchett è la saga del Mondo Disco, che conta più di 40 romanzi che hanno venduto decine di milioni di copie e tradotti in tutto il mondo, diversi saggi e da cui sono state tratte diverse versioni dal vivo e in animazione, più o meno riuscite.
Il Mondo Disco, in cui è ambientata anche Il prodigioso Maurice e i suoi geniali roditori, è un curioso mondo piatto che poggia sul dorso di quattro mastodontici elefanti, a loro volta sorretti dalla tartaruga cosmica A'Tuin, un essere immenso che vaga nello spazio nel punto dove le leggi della fisica si arrendono e diventano dei timidi suggerimenti. Specchio di mondi infiniti, il Mondo Disco è l'occasione, per il suo autore, di giocare con gli stereotipi e le convenzioni dei generi, con grandi eroi barbari ormai ridotti alla senilità, spade senzienti in crisi emotiva e maghi più preoccupati di avere la quinta porzione di formaggio durante la terza colazione piuttosto che di esplorare le vie mistiche. Ah: e un orangutan che lavora come bibliotecario nell'Università della magia, naturalmente.
Oltre a uno stile unico fatto di umorismo dissacrante e giochi di parole (spesso, ahimè, intraducibili) e a una fantasia apparentemente infinita, Pratchett riesce anche ad arricchire i suoi libri con una sottile e micidiale critica politica e sociale, evidenziando i difetti della cosiddetta "umanità" con garbo feroce e purissimo british humor. Il prodigioso Maurice è il primo romanzo della serie Mondo Disco creato appositamente per un pubblico più giovane. Scritto nel 2001 è stato immediatamente acclamato dalla critica e dai lettori, vincendo, nello stesso anno, la prestigiosa Medaglia Carnagie come Miglior libro per bambini, e ha venduto più di 100 milioni di copie in tutto il mondo. Come tutti i libri della saga è tranquillamente leggibile anche senza conoscere nulla del Mondo Disco ma, se avete già avuto la fortuna di passeggiare per le strade di Ankh-Morpok e se avete conosciuto personaggi come il mago fallito Scuotivento, la Guardia Cittadina o la personificazione antropomorfa della Morte (accompagnata dalla personificazione topesca della morte, la Morte dei Ratti), il divertimento è ovviamente moltiplicato esponenzialmente.
Come una favola, più di una favola
Ci sono due temi principali che attraversano il film: da una parte la crescita emotiva e sociale dei ratti. Dopo aver acquisito intelligenza e coscienza di sé, le bestioline hanno iniziato anche a sviluppare un loro codice etico e morale, che spesso si scontra con il subdolo pragmatismo di Maurice o con l'odio degli umani nei loro confronti. La loro tribù è guidata da Fagiolino/Dangerous Beans, in originale doppiato da David Tennant (Doctor Who), che agisce come bussola morale e guida spirituale del gruppo. La loro non è una semplice lotta per la sopravvivenza ma una ricerca esistenziale, di un loro posto nel mondo attraverso, secondo le intenzioni di Dangerous Beans, l'affermazione delle proprie identità e la pacifica convivenza con gli umani.
Speranza che si scontrerà con il piano del Rat King/Re dei ratti, la malvagia - e sinceramente inquietante - nemesi della storia, che invece agisce come una mente alveare spersonalizzante e mossa unicamente dalla brama di potere e distruzione. Parallelamente, i meccanismi di funzionamento delle favole vengono evidenziati, in tutta la loro paradossale ineluttabilità, dalla meravigliosa Malicia, doppiata in originale da Emilia Clarke (Il trono di spade), probabilmente uno dei personaggi meglio riusciti della storia. Incrollabilmente convinta che il modus operandi dei personaggi delle storie sia quello da seguire anche nella vita reale, Malicia agisce come motore e propulsore instancabile, spingendo Keith (visibilmente e goffamente invaghito della ragazza) a intraprendere un Viaggio dell'Eroe che, evidentemente, è molto lontano dalle sue corde. Ma sarà proprio Malicia, alla fine, a riuscire a piegare la realtà e il destino con la forza delle sue convinzioni, perché, come lei stessa ammette: "Se non sei tu il personaggio principale di una storia, finisci per diventare il personaggio secondario della storia di qualcun altro". Il che, detto da un personaggio di fantasia, è un bel gioco di rimandi metatestuali.
E chiudiamo infine con il personaggio principale, ovvero Maurice, meravigliosamente reso da Hugh Laurie (Dr. House): furbo, opportunista e cinico come la sua razza impone, il micione scoprirà, durante gli eventi drammatici a Bad Blintz, di essersi ormai affezionato ai suoi compagni/potenziale cibo ratti, nonostante debba tener loro nascosta sia la verità sull'isola magica che i roditori vogliono raggiungere, sia il vero motivo per cui anche lui è dotato del dono dell'intelletto.
Resta un dubbio sull'effettivo target a cui il film è rivolto, visto che, anche se la storia risulta godibilissima e divertente, occorre un certo grado di sintonia con il particolare umorismo e una buona dimestichezza con tematiche anche complesse per apprezzarne a pieno la profondità di scrittura. Se il film soffre di un character design a tratti un po' banale e poco espressivo e di scene d'azione tutto considerato poco spettacolari, dal punto di vista della sceneggiatura e della messa in scena traspare tutto l'amore e il rispetto per l'opera di Pratchett da parte dei registi Toby Genkel e Florian Westermann, con tanto di cameo e inside jokes che faranno la felicità dei pratchettiani convinti, che finalmente possono godersi un'opera fedele, nelle intenzioni e nella resa finale, allo stile dell'autore.
Conclusioni
Nel giudizio finale a questa recensione de Il prodigioso Maurice bisogna premettere un’ammirazione sconfinata nei confronti di Terry Pratchett. Se si è già conoscitori del Mondo Disco, questo film rappresenta un piacevolissimo intrattenimento natalizio che in più di un’occasione strapperà delle belle risate. Altrimenti, può essere un ottimo biglietto d’ingresso per scoprire uno degli universi fantastici più ricchi e intriganti degli ultimi anni. Va dato atto alla produzione di aver fatto un certosino lavoro di adattamento dell’opera originale, senza gli stravolgimenti di senso e trama visti in occasioni precedenti. Rimane comunque un’operazione destinata a una visione familiare, piacevole pur senza un impatto visivo più roboante e spettacolare tipico delle ultime produzioni d'animazione.
Perché ci piace
- La storia è semplicemente deliziosa e fedele al romanzo di Practhett.
- Oltre alla narrazione degli eventi, sono presenti numerosi spunti di riflessione e rimandi al resto della saga che faranno la felicità dei fan dell’autore britannico.
- Il doppiaggio originale, con un parterre di grandi star, è una vera gioia per le orecchie.
Cosa non va
- Il character design non brilla per originalità.
- I momenti d’azione sono gestiti in modo poco spettacolare e, a tratti, abbastanza piatto.