Due fratelli, un mondo duro e ostile, nel loro futuro la fondazione di una grande città, che sarà al centro di un impero, di cui soltanto uno sarà però il primo re. Arriva nelle sale italiane dal 31 gennaio Il primo re, film di Matteo Rovere che racconta le origini di Roma viste attraverso gli occhi di due dei fratelli più famosi della storia, Romolo e Remo, interpretati rispettivamente da Alessio Lapice e Alessandro Borghi.
A ottobre 2017 siamo stati sul sul set de Il primo re a Manziana, dove abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano oggetti di scena e costumi, di sentire il fango appiccicoso sulle suole e il freddo sulla pelle, e soprattutto di incontrare il protagonista Alessandro Borghi e con il regista Matteo Rovere, che ella prima parte dell'intervista pubblicata su Movieplayer, ci ha parlato della cura per i dettagli, della fotografia magica di Daniele Ciprì e della scena dell'inondazione, qualcosa mai fatto prima in Italia, che ci incuriosisce molto.
In quell'occasione Rovere ci ha parlato anche del complesso rapporto tra i due fratelli, ormai ufficialmente una sua ossessione personale, visto che anche il suo film precedente, Veloce come il vento, si concentra sulla relazione difficile tra un fratello e una sorella: "Nella vicenda mitologica ho trovato qualcosa di molto attuale e contemporaneo" - ci ha detto, proseguendo - "L'origine di Roma ci parla di accoglienza, di qualcosa che nasce per includere le persone che non hanno nulla. È ciò che effettivamente è accaduto: c'è una fase tribale, che poi viene sostituita da un inizio di ordine che, come sappiamo, è durato secoli. Nella vicenda mitologica tutto questo si semplifica in un sentimento fortemente emotivo, molto caldo, che è il sentimento tra due fratelli, che noi siamo abituati a conoscere, nella leggenda, come uno che ha ucciso poi l'altro, ma in realtà, nella mia visione, dietro questo fatto c'è un calore, c'è un sentimento, c'è una volontà di aiutarsi a sopravvivere e di salvarsi in un mondo in cui apparentemente è tutto impossibile."
Il primo re e il rapporto con la Roma contemporanea
Cosa ci dirà quindi questo film sulla Roma contemporanea? Rovere: "Ci dirà tante cose importanti: senza entrare nel dettaglio, la storia è chiaramente molto vicina ai giorni nostri, ha molti elementi che ci parlano del presente, non solo per quanto riguarda la parte emotiva, ma anche una parte di senso che ci fa riflettere su quella che è l'origine della nostra civiltà. Ho voluto alzare il tiro e tentare di parlare, con molta umiltà, di un tema importante: mi annoiano i film che facciamo in Italia, tutti un po' simili, ho cercato di stimolare lo spettatore, anche provocandolo in modo difficile. Rischiare è un dovere che abbiamo per cercare di costruire strade nuove." La Sibilla Rovere ha parlato.
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La colonna sonora di Il primo re
Visto il grande realismo del film, che si può apprezzare nella scelta di girare tutto con luce naturale, nella cura maniacale per il dettaglio e l'idea coraggiosa di far recitare gli attori in latino arcaico, che tipo di colonna sonora ci dobbiamo aspettare? Rovere: "Ho un compositore estero con cui sto lavorando molto sulla costruzione di suoni dell'ambiente, suoni naturali che diventano orchestrazione, suoni tribali ma che allo stesso tempo nascono dai rumori che si potevano sentire all'epoca. Ci ho pensato molto: ho fatto anche uno studio sulla musica antica, ma poi abbiamo preferito prendere un'altra strada. Abbiamo fatto un lavoro quasi diegetico, partendo dai suoni prodotti dall'ambiente che poi diventano, speriamo di esserci riusciti, musica e composizione."
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