Titolo decisamente azzeccato nella traduzione italiana (per una volta) per il nuovo film di Emma Thompson, Il piacere è tutto mio. Presentata in anteprima al Sundance Film Festival 2022 e, a ruota, alla Berlinale, la pellicola dimostra che parlare di sesso e piacere femminile si può senza falsi pudori e senza alcuna volgarità. Basta avere un team ben affiatato al servizio di un'attrice straordinaria, pronta a "mettersi a nudo" (nel senso letterale del termine) grazie alla complicità di una spalla altrettanto efficace. Il risultato è un film intimo, sincero e divertente che dà una spallata a decenni di tabù e condizionamenti psicologici in una manciata di ore trascorse in una stanza d'hotel.
Protagonista de Il piacere è tutto mio, Emma Thompson si cala nei panni di una compita vedova inglese di nome Nancy Stokes che non ha mai conosciuto il piacere dell'orgasmo col marito. Ora che si ritrova sola, decide di sperimentare le sfaccettature del sesso affidandosi a un professionista, il solare e affascinante Leo Grande. Quando apre la porta della camera d'hotel che ha affittato per l'occasione, Nancy si trova a fare i conti con tutti i dubbi, la vergogna e i sensi di colpa inculcati dalla società perbenista in cui è vissuta. Ci vorranno l'impegno, la pazienza e la parlantina dell'esperto Leo Grande per aiutarla a sciogliersi e a venire a patti con la propria sessualità.
Sesso senza amore
Pur essendo stata scritta per il grande schermo, la sceneggiatura firmata da Katy Brand sarebbe una perfetta pièce teatrale. 100 minuti di dialoghi serrati, intimità e confessioni racchiusi in poche lunghe sequenze in un unico ambiente con solo due personaggi. Cinema da camera (d'albergo) dove avviene l'incontro tra la matura Nancy e il professionista del sesso Leo Grande. Il rischio monotonia presente sulla carta viene spazzato via dalle straordinarie performance di Emma Thompson, che butta il cuore oltre l'ostacolo accettando un ruolo che richiede una buona dose di coraggio, e Daryl McCormack.
Impossibile trovare un momento di stanca nel confronto tra due attori capaci di infondere una straordinaria vita interiore ai loro personaggi, due sconosciuti che si scoprono a vicenda mettendosi reciprocamente a nudo in modo perfino inaspettato. Lo script di Il piacere è tutto mio condensa una girandola di emozioni, sentimenti, cambi d'umore anche se di fatto poco o niente accade. Il mondo esterno viene escluso per scelta e l'attenzione massima è focalizzata sul processo di conoscenza di Nancy e del professionista del sesso da lei ingaggiato per aiutarla ad ampliare i propri orizzonti. A vivacizzare la situazione ci pensa, inoltre, la regia delicata e puntuale dell'australiana Sophie Hyde. Non stupisce che sia un team femminile a firmare un film come questo che, in fin dei conti, aderisce a un punto di vista femminile sul sesso pur sforzandosi di ascoltare la controparte rappresentata dall'ottimo Leo Grande.
Tra inibizioni, battibecchi e scoperte: nudi alla meta
Mostrare una donna della buona società inglese, una madre, moglie e insegnante che, dopo trent'anni di matrimonio solido, ma sessualmente insoddisfacente, ingaggia un professionista del sesso per provare ciò di cui finora è stata privata è già un bel tabù che viene infranto. Se poi si considera che il personaggio di Emma Thompson abbia con sé perfino una lista di posizioni da provare e di voci da smarcare, si comprende l'approccio esplorativo, del tutto svicolato da amore e sentimento. Inaccettabile, per alcuni. Di controcanto, interrogato dalla sua cliente, Leo Grande tesse un elogio del suo mestiere a cui si dedica con eccezionale professionalità, spiegando il suo approccio unico nei confronti delle sue clienti. Dialoghi da far tremare i polsi ai moralisti ci vengono proposti con un candore e un coinvolgimento da spingerci a credervi fino in fondo. In attesa del sesso, quello vero, la parola può essere sexy quanto un amplesso e il film ne è una dimostrazione.
Se Il piacere è tutto mio rappresenta una sfida per Emma Thompson, che a 62 anni mette in mostra il proprio corpo diventando istantaneamente un modello di accettazione, la pellicola di Sophie Hyde è soprattutto la storia di un incontro e di un percorso di conoscenza di due estranei lontani per età, interessi, estrazione sociale ed esperienze sessuali. Due sconosciuti costretti a raccontare se stessi più di quanto avrebbero voluto per via della situazione in cui si trovano. La dolcezza con Daryl McCormack si accosta alla sua compagna e la naturale comicità di Emma Thompson donano la necessaria leggerezza a un'opera che altrimenti sarebbe risultata ben più difficile da digerire. Diretto, immediato, sincero, Il piacere è tutto mio è un divertissement con un chiaro messaggio di fondo: mentire sul sesso è inutile perché è impossibile ingannare il proprio corpo. E allora, largo al piacere.
Conclusioni
Commedia “intima” in tutti i sensi, la recensione de Il piacere è tutto mio non può che valorizzare i pregi della pellicola inglese interpretata da un'eccezionale Emma Thompson e da Daryl McCormack. Impossibile non apprezzare la sincerità di un film che esplora i meandri del sesso dal punto di vista femminile affrontando pregiudizi, moralismi e complessi con grande delicatezza. Il sesso c'è, e si vede, ma quello tra Emma Thompson e Daryl McCormack è soprattutto uno straordinario duetto di attori che danno vita a personaggi dotati di una straordinaria vita interiore, tanto che alla fine del film si fa fatica a dir loro addio.
Perché ci piace
- L'eccezionale duetto attoriale a cui danno vita Emma Thompson e Daryl McCormack.
- La leggerezza con cui si affrontano temi come il sesso, l'intimità e l'accettazione di sé, che non sfocia mai in banalità.
- L'efficacia nella scrittura di Katy Brand.
Cosa non va
- La sequenza nel bar crea un'apertura che infrange il magico flusso della camera d'albergo.
- Il finale dolceamaro, che ci costringe a dire addio a personaggi da cui non ci vorremmo ancora separare.