Il nemico bambino
Maria Vial è una volitiva, indipendente e orgogliosa francese che gestisce una piantagione di caffè non esattamente fiorente nel cuore dell'Africa. Nonostante le difficoltà finanziarie, fino a questo momento la donna ha vissuto un'esistenza pressocché serena con il suo anomalo ménage familiare - un suocero che l'ammira e intende lasciarle tutto, un ex marito che ha avuto un bambino con la sua seconda moglie, una ragazza africana, un rabbioso e ingestibile figlio adolescente - e ha sviluppato un legame straordinariamente forte con la terra - una terra che "i bianchi non meritano, e che nemmeno sanno comprendere".
Con la minaccia della guerra civile, i ribelli che incalzano e l'esercito in arrivo dalla direzione opposta, squadroni di pericolosissimi soldati-bambini attraversano le aree circostanti alla piantagione, Maria e i suoi si trovano in una situazione di grave rischio: loro sono "white material", odiati sfruttatori della popolazione locale che si sono arricchiti grazie alle risorse della terra e del sangue altrui e ora stanno cercando di sgattaiolare fuori dal paese. Ma Maria Vial ha un raccolto di caffè che andrà peduto se lascerà la proprietà, e non ha la minima intenzione di abbandonare ciò che le appartiene. Nel frattempo, però, suo marito stringe un patto con il sindaco del paese per la cessione della piantagione, e nella sua casa approda un misterioso miliziano gravemente ferito: le Boxeur, il "pugile", uno dei più temuti e ricercati leader della ribellione.
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Interpretato ottimamente non solo dall'inappuntabile Huppert ma anche da un gruppo di ottimi comprimari, tra cui spiccano il carismatico Isaach De Bankole e il giovane e inquietante Nicolas Duvauchelle, oltre a un redivivo Cristopher Lambert, White Material è un film duro e asciutto capace di raccontare con vigore e senza un briciolo di retorica quella che è, per molti paesi del continente aficano, un'atroce quotidianità.
Movieplayer.it
3.0/5