L'animazione non è solo per bambini. Lo diciamo da sempre e non possiamo che ribadirlo nell'aprire questa recensione de Il naso o la cospirazione degli anticonformisti, film del veterano Andrey Khrzhanovsky, tratto da uno dei racconti più famosi della letteratura, Il naso di Nikolaj Gogol, e dall'omonima commedia buffa di Dmitrij Šostakovič, che arriva finalmente nelle sale dopo esser passato al Festival di Pesaro nel 2020. Designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani per come "riesce a cogliere il senso della Storia e la tragedia dell'umano", usando diverse tecniche d'animazione e brani di film sovietici "per raccontare la ciclica ricaduta nella repressione politico/ideologica in Russia".
Una storia in tre sogni
Non ha un impianto narrativo vero e proprio Il naso o la cospirazione degli anticonformisti, ma procede per suggestioni, accostamenti e sovrapposizioni. Apre su un aereo, con attori in live action che guardano film diversi sui rispettivi monitor, spunto perfetto per introdurre e giustificare i diversi approcci visivi che lo spettatore si troverà ad ammirare, e prosegue con quella che il film stesso definisce una storia in tre sogni, che prende spunto dal racconto di Gogol in cui il protagonista si ritrova un giorno senza il naso. Un'opera visuale in cui la componente sensoriale è più importante nel veicolare il messaggio rispetto a uno sviluppo narrativo tradizionale, sposando tecniche di animazione diverse (dal disegno a mano al collage) ed estratti di film sovietici e materiali d'archivio per creare un tutto eterogeneo ma perfettamente coerente, che intrappola lo spettatore nella sua rete.
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Più celebrazione che racconto
Una costruzione visiva e sonora che rappresenta una celebrazione, più che un racconto in senso stretto. Una celebrazione di tutti quegli anticonformisti, citati anche nel titolo completo italiano, che si opposero alle imposizioni culturali del regime staliniano e che, di conseguenza, ne subirono le persecuzioni. Il Naso o la cospirazione degli anticonformisti è un'opera post-moderna che attinge alla cultura ed esperienza del suo autore, che la dedica a "quei pionieri dell'arte e della scienza che ebbero il coraggio di andare controcorrente." E controcorrente era andato Dmitrij Šostakovič già nel 1927 nel iniziare a lavorare a un'opera lirica ispirata al racconto, ostacolata dal partito sovietico dei musicisti e concessa in esclusiva al regista Khrzhanovsky per trarne un lavoro di natura diversa e visuale.
Un'opera ambiziosa e anarchica nella concezione, compiuta e coerente nella realizzazione, preziosa per come riesce a comunicare a quegli spettatori che siano disposti a perdersi nel fluire caotico, almeno in apparenza, delle sue suggestioni visive e sonore. Non un'opera di facile fruizione, ma attuale e profonda nel raccontare lo spaccato di un mondo e la ricerca di una propria identità, che arriva da noi con un novero di meritati riconoscimenti a livello internazionale che speriamo la facciano notare dal pubblico distratto e inondato di contenuti di questi ultimi tempi.
Conclusioni
Arriviamo alle battute finali della recensione de Il naso o la cospirazione degli anticonformisti e non possiamo che ribadire il valore assoluto di un’opera che attinge a diversi stili e suggestioni per veicolare il proprio messaggio e la propria celebrazione di tutti quelli che hanno scelto di essere contro le imposizioni culturali di un regime, con una compiutezza e consapevolezza di sé e dei propri riferimenti culturali che richiedono dedizione e cura anche nella sua fruizione.
Perché ci piace
- Il messaggio: prezioso e attuale.
- La ricerca visiva e sonora, ottenuta con sapiente miscela di stili e tecniche diverse.
- La coerenza contenutista e la capacità di dare ordine al caos.
Cosa non va
- Non è un film di facile fruizione, ma ripaga ampiamente l’impegno e l’attenzione dei suoi spettatori.