Caprino l'ha fatto di nuovo: dopo 1992 (e 1993) è ancora protagonista di una serie Sky nel ruolo di un politico. Questa volta è Fabrizio Pietromarchi, Primo Ministro che, all'alba di un referendum importante, si trova a gestire un fatto decisamente fuori dall'ordinario: nella casa di un boss della 'ndrangheta viene ritrovata una statuetta della Madonna che piange sangue.
Allo scetticismo iniziale segue il panico: non c'è trucco, la statua produce effettivamente diversi litri di sangue al giorno, che, effettuati i test di laboratorio, si scoprono appartenere a un uomo. Il Presidente del Consiglio deve dunque decidere cosa fare: se mantenere segreta la cosa o renderla pubblica, con tutte le conseguenze che questo implicherebbe.
Ideata, scritta e diretta da Niccolò Ammaniti, Il miracolo, serie, prodotta da Sky Italia e Wildside, in onda su Sky Atlantic HD dall'8 maggio, racconta, in otto episodi, come un fatto incomprensibile e imprevedibile possa influenzare e stravolgere la vita delle persone, che siano politici, donne di scienza o uomini di fede.
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Il genere Ammaniti
Abbiamo incontrato Caprino a Roma, alla presentazione ufficiale della serie, dove ci ha confessato di non sapere come definire Il miracolo: "È qualcosa di veramente personale e autoriale: non saprei definirla e forse questa è la sua grande qualità. A volte mi sembra gotica, altre volte un noir, c'è anche commedia... è Il miracolo. Speriamo di aver proprio fatto un miracolo! È un miscuglio di generi che fanno un genere completamente diverso, che è Niccolò Ammaniti: se non sapessi nulla di questa serie e la guardassi per caso in tv, capirei sicuramente che dietro c'è lui."
Il personaggio di Caprino è un leader tormentato: in molti si interrogano su come dovrebbe essere, c'è anche chi dice che non dovrebbe dimostrare forza ma comprensione. Lui è sicuramente una persona che prima di agire vuole capire le cose: è questo il segreto di un buon leader? "Il mio personaggio è totalmente in crisi fin dalla prima scena: parte già in quinta e questa era la difficoltà maggiore nell'interpretarlo, sommare tutte le sue crisi, non lasciarlo monocolore e allo stesso tempo mantenerlo tutto d'un pezzo. Spero di esserci riuscito. Quindi non so dare una risposta a questa domanda, perché nemmeno Fabrizio la sa".
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