Il miracolo di Linklater
Nove anni fa Richard Linklater, allora noto solo per due commedie indipendenti e giovanilistiche come Slacker e La vita è un sogno, stupì tutto il mondo con una delle storie d'amore più delicate e poetiche viste al cinema da molte stagioni a quella parte, fatta di un romanticismo che era l'antitesi delle di quello delle commedie zuccherose o dei drammoni sentimentali di Hollywood.
Il film era ovviamente Prima dell'alba, delicato racconto dell'incontro tra due ventenni, un interrailer statunitense e una francese in viaggio per l'Europa e della notte che i due trascorsero insieme a Vienna: una notte fatta di passeggiate, di parole, di chiacchiere mai banali sulla vita, sui rapporti di coppia, sul futuro, di baci e di intimità. Già solo per questo film coraggioso, Prima dell'alba si faceva addirittura temerario nel proporre un finale assolutamente anomalo: i due ragazzi, Jesse e Celine, si davano l'addio nonostante tutto, non si scambiavano né indirizzi né numeri di telefono, cedendo parzialmente a quella meravigliosa utopia d'amore soltanto all'ultimo, con la promessa di incontrarsi ancora di lì ad un anno, su quello stesso binario che stava segnando il loro (definitivo? momentaneo?) addio. Tutta la magia e la delicatezza di Prima dell'alba risultava quindi esponenzialmente amplificata da questo finale struggente ed aperto, che da un lato riconduceva la follia di una notte alla razionalità e dall'altro lasciava spazio alla speranza di un sogno che continuasse a sopravvivere: e per anni chi si era fatto stregare da quel film si era cullato in questo finale, sospeso in un dubbio che si poteva risolvere di volta in volta di modo diverso.
Proprio per questo motivo, a molti sono tremati i polsi alla notizia che Linklater e i suoi due protagonisti (ma anche co-autori del film) Julie Delpy e Ethan Hawke erano in procinto di realizzare un sequel di quel film, di far incontrare di nuovo Jesse e Celine. Cosa sarebbe successo? Sarebbe crollata la magia regalataci da quel film e dal suo finale non concluso? Perché rischiare? Anche chi scrive era vittima degli stessi dubbi e delle stesse paure ed è quindi con enorme soddisfazione e sollievo che possiamo senza dubbio dire che Linklater, Hawke e Delpy (con la loro intelligenza e la loro sensibilità) sono riusciti nel miracolo di far incontrare di nuovo i loro personaggi senza deludere nessuno e senza perdere un briciolo di poesia rispetto a Prima dell'alba.
La scelta per quanto riguarda Before Sunset - Prima del tramonto è chiara ed intelligente: abbiamo lasciato Jesse e Celine al loro ambiguo destino nove anni fa, e nove anni dopo li ritroviamo. Per loro è passato lo stesso intervallo di tempo, Jesse è diventato uno scrittore (che scrive di Celine e della magia di quella notte), Celine lavora in un'importante organismo internazionale. S'incontrano di nuovo assolutamente per caso: lei abita a Parigi e capita proprio nella libreria dove lui sta presentando alla stampa francese il suo ultimo romanzo - e attenzione, qui non siamo di fronte ai soliti pretesti posticci del cinema contemporaneo, ma alle sorprendenti casualità della vita.
Ovviamente si riconoscono, e decidono di trascorrere insieme il resto della giornata, fino al tramonto appunto, quando Jesse deve ripartire alla volta degli USA. E come a Vienna nove anni prima, anche a Parigi il tempo trascorso insieme sarà fatto di parole e riflessioni: ma se nella capitale austriaca a confrontarsi erano due ventenni ancora sognatori, che ancora non avevano chiaro il loro futuro, due ragazzi sospesi (come il film che li vedeva protagonisti) tra razionalità e irrazionalità, tra realismo e utopia, lungo le vie della capitale francese si confrontano due trentenni, due giovani adulti le cui idee, i cui sogni, i cui idealismi sono stati messi a dura prova dalla realtà della vita. Entrambi con rapporti più o meno fallimentari e soddisfazioni e insoddisfazioni professionali alle spalle, Jesse e Celine s'incontrano nove anni dopo e ragionano di conseguenza: da un lato raccontano e riflettono quello che sono diventati (anche per via di quella notte passata insieme a Vienna), dall'altro si (ri)scoprono, si (ri)conoscono per quello che erano un tempo e che sono ancora. E noi (ri)scopriamo in Before Sunset quel film romantico ma anche esistenziale e filosofico che era Prima dell'alba.
È assolutamente stupefacente come regista e interpreti riescano a restituire in maniera identica (ma allo stesso tempo diversa, più matura) le atmosfere, i ritmi, i temi di quel primo film come se quei nove anni - pur importanti e fondamentali nella psicologia dei personaggi e di tutto il film - non siano trascorsi. Il miracolo di Linklater, Hawke e Delpy è questo: quello di aver realizzato un film uguale e diverso al tempo stesso rispetto al suo predecessore, così come uguali e diversi al tempo stesso siamo tutti noi rispetto all'implacabile (tra)scorrere del tempo. Un miracolo che si conclude ancora una volta con un finale magico, sospeso, aperto. Un finale che permette allo spettatore di continuare a riflettere, a sognare e di versare nuovamente calde lacrime, fatte di felicità e struggimento insieme, proprio come avvenuto nove lunghi (eppur brevissimi) anni fa.