Con questa nuova versione de Il Grinch, la Illumination Entertainment riparte dalla tenera e vulnerabile "cattiveria" di Gru nella saga di Cattivissimo me e dalla coloratissima e scatenata comicità dei Minion per portare al cinema il pubblico più giovane con un nuovo film d'animazione. Sembra perfetta, infatti, la favola natalizia del Dr. Seuss - per la verità più popolare nei paesi anglosassoni, ma ormai conosciutissima in tutto il mondo - per riproporre gli elementi vincenti dei maggiori successi dello studio reinventando allo stesso tempo un classico delle Feste.
I cattivi del Natale più o meno redenti, dai tempi dell'inarrivabile prototipo dickensiano Ebenezer Scrooge, hanno rappresentato tutti i nemici del Natale e del suo spirito, i brontoloni, i cinici e i depressi che non tollerano lo spettacolo della felicità altrui.
Il Grinch del Dottor Seuss è un essere vendicativo e bisbetico, capace di essere solo e infelice anche nelle vicinanze di una comunità gioiosa come quella dei Chi; la sua intolleranza nei confronti degli allegri vicini aumenta a dismisura quando si avvicina il Natale e i Chi si preparano a festeggiare con decorazioni sempre più sontuose, alberi maestosi e dovizia di doni.
Mr. Grinch, in compagnia del cagnolino Max che non sa dire nemmeno "banana" ma è adorabile lo stesso, lavora ai suoi odiosi piani per fare naufragare il Natale dei Chi, ma non può certo immaginare cosa l'aspetti sotto l'albero...
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Una renna e una bambina
L'azione ne Il Grinch percorre due storyline, l'una in cui si dipana il progetto del protagonista per rubare i regali, gli abeti addobbati e la gioia dei Chi, e l'altra che vede la piccola Cindy Lou Chi impegnata in una altro genere di quest: incontrare Babbo Natale in persona, dopo che proprio il maligno Mr. Grinch ha insinuato il lei il dubbio che il giocondo amico di tutti i bimbi buoni non esista affatto. La seconda linea narrativa rappresenta un aggiornamento e un ampliamento (inevitabile considerata la brevità dell'opera del Dr. Seuss) rispetto al materiale originale, e fornisce un background e un certo spessore al personaggio di Cindy Lou, senza modificare il ruolo della piccola Chi, che, con la collaborazione di una buffa renna un po' nevrotica e di qualche evento fortuito, guiderà il Grinch alla scoperta del vero significato del Natale.
Il Natale è un posto a tavola
Perché non serve Santa Claus, che in ogni caso se ne sta nascosto al Polo per 364 giorni all'anno, non servono slitte cariche di regali e sfolgoranti decorazioni, il Natale è una casa ospitale, un fuoco che arde, una tavola imbandita. Una famiglia, degli amici, qualcuno che ci accolga e che ci voglia bene, insomma: perché in fondo il Grinch, come suggerito sapientemente dalla variegata e vibrante performance vocale di Benedict Cumberbatch (reinterpretata con efficacia in italiano da Alessandro Gassmann), non è mai stato del tutto cattivo, e basta un po' d'amore per fargli crescere il cuore di due taglie.
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Non serve Santa, o montagne di dolci e regali, basta aprirsi agli altri e sentirsi meno soli, e anche se il film non lo sottolinea più di tanto - dopotutto bisogna vendere il merchandising! - il messaggio anticonsumistico del Dr. Seuss in qualche modo arriva, alla fine di una travolgente, colorata e buffa cavalcata tra i colori e una colonna sonora festiva che delizierà i bambini con le sue canzoni. In fondo lo spirito nel Natale è quello che dovremmo vivere ogni giorno: accoglienza, solidarietà, condivisione. Peccato che il canto dei Chi non basti a fare crescere di due taglie il cuore dei veri villain della Terra, i prepotenti, gli sfruttatori, i miopi tiranni.
Movieplayer.it
3.0/5