Il Grande Gioco, la recensione: se il business del calcio diventa una serie thriller

La recensione de Il Grande Gioco: intrighi famigliari, affari milionari, le luci di Milano e una serie che esplora (in modo romanzato) il business scottante dietro al calcio. Protagonista, Francesco Montanari. Otto puntate su Sky e NOW.

Il Grande Gioco, la recensione: se il business del calcio diventa una serie thriller

Intrighi milionari, fatti e fattacci, un'epopea famigliare e la religione laica del nostro paese. Se è opinione comune che il calcio al cinema o in tv è materiale complicato (ma qui avremmo da ridire, spezzando la testi), allora ecco che la passione che unisce e divide gli italiani può diventare materia interessante, da analizzare negli aspetti meno battuti. O almeno, negli aspetti che vengono filtrati dai giornali. Pensateci, come spettatori vediamo solo una piccola parte del grande apparato calcistico: tutto ciò che avviene al di fuori dei novanta minuti di gioco è avvolto dall'oscurità. Le dichiarazioni a mezzo stampa? Riflessi di facciata. Le dinamiche dello spogliatoio? Inviolabili. Congetture arbitrali? Altro non sono che le opinioni personali di chi non è direttamente coinvolto. Per non parlare del calciomercato che, a conti fatti, è tutto il contrario di tutto. Da questo spunto Tommaso Capolicchio, Giacomo Durzi, Filippo Kalomenidis, Marcello Olivieri e Andrea Cotti, su idea originale di Alessandro Roja e Riccardo Grandi, scrivono gli otto episodi de Il Grande Gioco, diretti da Fabio Resinario e Nico Marzano e disponibili su Sky e NOW.

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Il grande gioco: una scena della serie

Al centro, riviste, spettacolarizzate e accelerate, proprio le dinamiche economiche e politiche che ruotano attorno al calcio. Un panorama che, negli ultimi anni, abbiamo imparato a conoscere e, purtroppo, abbiamo imparato a considerarle all'interno dell'universo sportivo. Affari da miliardi e miliardi, trattative piratesche, procuratori senza scrupoli e svolte thriller. Ecco, il thriller: considerando la vicenda, costruita sfruttando la spettacolarizzazione dell'argomento, Il Grande Gioco può essere considerato come un thriller disfunzionale che sfrutta una cornice definita, rifacendosi però all'esplosività del genere. Nel bel mezzo di trattative, pseudo-campioni e una Milano decisamente lussuriosa a far da sfondo, la serie Sky avanza il quesito che lega gli eventi: con i soldi si può davvero comprare tutto?

Il grande gioco: Francesco Montanari assediato dalla squadra di Sky Sport (VIDEO)

Romanzo famigliare. Tra calcio e intrighi

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Il grande gioco: una foto di scena della serie

La risposta bisogna rintracciarla nel plot della serie. Nonostante una meravigliosa Porsche d'epoca, il manager Corso Manni (Francesco Montanari) è diventato una sorta di outsider del mondo finanziario pallonaro. È passato dall'essere la punta di diamante nella squadra dei procuratori della ISG ad emarginato e reietto. Errori, amicizie sbagliate, dinamiche compromesse. Il calcio ha la memoria corta, ed essendo una vera e propria industria non si fa scrupoli nello scaricare i talenti. Che siano talenti sportivi o talenti finanziari. A Corso, allora, non resta che tentare (di nuovo) la scalata. Ad aiutarlo il giovane procuratore Marco Assari (Lorenzo Aloi), che affiancherà Corso nell'agguerrito contenzioso del campione argentino Carlos Quintana (Jesus Mosquera Bernal) e del promettente Antonio Lagioia (Giovanni Crozza Signoris). Due "fenomeni" che non vorrebbe farsi scappare, e che potrebbero garantire a Corso una nuova strada personale.

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Il grande gioco: un'immagine della serie

Dinamiche economiche, alleanze inaspettate e tradimenti da romanzo spionistico si amalgamano con la presenza inquieta di Dino De Gregorio (Giancarlo Giannini), scostante papà di Elena De Gregorio (Elena Radonicich), rispettivamente il CEO della ISG e l'ex moglie di Corso. Ma non finisce qui: in pieno umore thriller psicologico, sarà l'entrata in scena di Sasha Kirillov (Vladimir Alexsic), procuratore russo, a far saltare il banco. Come? Puntando ad essere il re del mercato italiano, anche e soprattutto acquistando i terreni della ISG.

Il grande gioco: il trailer della serie ambientata nel mondo del calcio, dal 18 novembre su Sky e NOW

Adrenalina e suspance

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Il grande gioco: un momento della serie

Come definita dagli stessi autori, Il Grande Gioco è qualcosa di più di una serie legata allo sport. In questo caso - nonostante una sovrastruttura a tratti ingombrante e un'estremizzazione dei personaggi con conseguente sovraccarico situazionale - il fattore 'drama' gioca (per restare in tema) una partita cruciale. Un ritmo serrato che puntella gli aspetti meno battuti del calcio, illuminando con filtro narrativo un business che, anno dopo anno, ha divorato quasi completamente l'aspetto più puro e cristallino dello sport. Diritti televisivi, plusvalenze, budget, clausole e i tifosi che, purtroppo, sono diventati "dei commercialisti", dimenticando invece quanto il pallone sia innanzitutto un'esibizione fisica e tattica. I compensi prendono il posto dei gol, i contratti sono più importanti della passione. Il Grande Gioco puntella con adrenalina e suspense ciò che ascoltiamo in tv, facendo poi della serie una sorta di romanzo famigliare in cui non manca nulla (forse c'è troppo?): autodistruzione, ambizione, anaffettività, bramosia.

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Una foto di scena della serie Il grande gioco

Per questo la serie Sky è un'opera che ha un suo carattere e una forte fruibilità, nonché sfata ancora una volta il vecchio mito che vorrebbe l'impossibilità del calcio tradotto in cinema o serialità: perché poi tutto sta nel come si affronta l'argomento, e di come si sceglie di rappresentarlo. Il Grande Gioco spiega che - ahinoi - il calcio è anche altro, e non è meno spettacolare di un gol in rovesciata. Un mondo parallelo spregiudicato, viziato e controverso che riflette sui tracciati umani. Ed è qui che la metafora sportiva diventa metafora di vita. Una vita che potrebbe aver perso la sua magia, restando incastrata tra mille disillusioni e mille aspettative. Del resto, per rispondere alla domanda: sì, con i soldi puoi comprare tutto. Tutto tranne la felicità.

Conclusioni

Concludiamo la recensione de Il Grande Gioco sottolineando quanto la serie sia strutturata in base ad un ritmo adrenalinico, capace di tenere alta l'attenzione. Interessante lo sfondo sportivo e calcistico, che segue dinamiche oscure e pruriginose.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • Francesco Montanari, molto credibile nel ruolo del protagonista.
  • L'atmosfera spionistica.
  • Il calcio come metafora di vita.

Cosa non va

  • Alcune dinamiche sono un po' troppo caricate.
  • I momenti umoristici funzionano poco.