Il quarto giorno della 69ª edizione del Festival di Cannes è pervaso di magia, grazie al Grande Gigante Gentile di Steven Spielberg, un'opera che ha riunito il regista con la sceneggiatrice Melissa Mathison, già autrice dell'incredibile successo planetario E.T. L'Extraterrestre. E proprio alla Mathison, scomparsa prematuramente lo scorso novembre, è dedicata la pellicola che racconta di una straordinaria amicizia tra una bambina e un gigante. Alla conferenza stampa erano presenti il regista, la piccola e simpatica protagonista, Ruby Barnhill, la "Regina" Penelope Wilton, il gigante gentile Mark Rylance, il gigante cattivo Jemaine Clement, Rebecca Hall, che recita nel ruolo di Mary, la cameriera della Regina e i produttori Frank Marshall e Kathleen Kennedy. Durante l'introduzione la Kennedy ha ricordato come il progetto di adattamento del romanzo firmato da Roald Dahl, è rimasto in lavorazione per parecchi anni e di come la scelta della Mathison come autrice per la sceneggiatura sia stata del tutto naturale "E.T. fu presentato a Cannes nel 1982, ed è stato uno degli apici della mia carriera, pensare che il romanzo fu pubblicato nello stesso anno è davvero incredibile" Spielberg ha aggiunto "quando ho sentito che Kathleen e Melissa stavano lavorando al progetto ho cominciato a chiedermi, ho sentito quasi come una voce sussurrarmi all'orecchio non sarebbe fantastico, non sarebbe davvero come un sogno che si avvera se io potessi lavorare con loro a questo film come regista?".
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Fantastico è il termine usato da tutti i membri del cast per descrivere quest'esperienza, fantastico e magico, come ha detto la giovane Ruby, rimasta quasi senza parole quando le hanno chiesto com'è stato partecipare a questo film e come ci si sente a essere ospiti di una manifestazione così importante come quella di Cannes "si, è fantastico, veramente fantastico... davvero fantastico!" scatenando l'ilarità in sala. Anche il veterano regista ha dimostrato enorme entusiasmo per questo suo ultimo lavoro, raccontando di come, dopo tanti film "seri" e basati su fatti storici, sia stato meraviglioso ritornare alle sue origini e raccontare storie inventate "quando lavoro a progetti storici non c'è spazio per la fantasia, devo attenermi ai fatti e rendergli giustizia, ma con questo ho sentito di ritornare alle origini, è stato liberatorio, non avevo barriere, potevo fare quello che volevo. Non è stato un ritorno al passato, piuttosto rivisitare quello che amo fare di più, è stato molto emozionante, soprattutto per via di Melissa e di Dahl: ho letto tante volte il libro ai miei figli, io ho sette figli, e mentre lo facevo, io diventavo il Gigante Gentile, questa storia mi ha sempre colpito, ispirato".
un magico sogno diventato realtà
Un casting da favola
La storia di The BFG racconta di Sophie, una piccola orfana che durante le sue escursioni notturne nell'orfanotrofio dove vive, viene "rapita" da un Gigante, veloce come il vento, che la porta con se' nella Terra dei Giganti, un posto magico, dove lui - un vegetariano a differenza degli altri suoi simili che amano mangiare carne umana - trascorre il tempo a raccogliere sogni che poi distribuisce ai bambini durante la notte. Tuttavia, gli altri della sua specie continuano ad andare in giro a rapire e mangiare bambini e Sophie decide, con l'aiuto del suo nuovo amico, di avvisare la Regina e fare in modo di intrappolare i giganti carnivori. La storia, ambientata in Inghilterra, necessitava di un cast di attori del posto secondo il regista: "questa era davvero l'unica volta in cui non potevo mettere un attore americano nel cast per poi sentirmi chiedere, perchè hai fatto una cosa del genere?".
Spielberg ha continuato dicendo "gli attori che sono qui con me sul palco sono in assoluto quelli che ritenevo perfetti per questo film, il processo di casting è importantissimo e mi risparmia tantissimo lavoro, spiegazioni. Quando sai di aver preso l'attore giusto, non devi fare altro che dirigerlo". Ma com'è stato per gli attori ricevere la notizia di essere stati ingaggiati per il film? Ancora una volta gli aggettivi si sprecano, d'altronde quale attore non vorrebbe lavorare per Spielberg? E' un sogno che si avvera, proprio come ha detto Jemaine Clement, che nel film interpreta Fleshlumpeater "ricordo ancora quando il libro venne pubblicato e ci venne mostrato dalla nostra insegnante... è stato davvero molto divertente ed elettrizzante partecipare a questo film. Non so quante volte ho finto di essere al telefono con Spielberg di fronte ai miei amici, facevo finta di parlare con lui, 'scusate ragazzi è Spielberg!', e non importa se non avevo un telefono a portata di mano, usavo una bottiglia, qualsiasi cosa".
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Reazione incredula anche dalla Wilton "ho ricevuto questa telefonata che Spielberg mi voleva per fare la Regina e ho detto, suvvia adesso! Siate seri! Spielberg che mi vuole per recitare nella parte della Regina, non siamo assurdi! All'epoca stavo facendo Downton Abbey e non potevo credere di essere stata ingaggiata per fare la Regina! Ma è stata un'esperienza davvero magica, Steven è un regista che sa cosa vuole dagli attori, sa come dirigerli e io mi sono sentita tranquilla, sapevo dov'ero. Spero di aver reso giustizia alla Regina, è stata interpretata tante volte! Vedremo come andrà". Ancora una volta la piccola Ruby è rimasta sopraffatta dall'emozione, raccontando di come la sua previa esperienza in fatto di recitazione fosse stata soltanto la scuola di arte drammatica e una serie TV.
Amore, divertimento e immaginazione
"Questo è forse il fim più vicino a una storia d'amore che io abbia mai fatto. Un tipo diverso di amore, ma di certo è una storia d'amore, amore inteso come amicizia, lealtà, l'amore che i nonni hanno per i loro nipoti e che i bambini hanno per i loro nonni" ha detto Steven. Anche se tutti hanno lodato la giovane Barnhill, alla sua prima prova importante come attrice, quello che ha trafitto il cuore di tutti è stato Rylance con gli occhi del Gigante Gentile. Nonostante gli effetti speciali e la performance capture, l'intensità delle emozioni di entrambi i protagonisti ha praticamente conquistato il pubblico in sala "sul set io ero sospeso in aria con le attrezzature della perfcap ma anche quando non eravamo vicini potevo vedere gli occhi di Ruby e rispondere alle sue emozioni" ha detto l'attore. Rylance ha poi proseguito paragonando la perfcap alle prove che si tengono in teatro prima della messa in scena: "assomiglia molto a quello che facciamo in teatro prima di avere gli oggetti di scena e i costumi, non c'era niente sul set, soltanto noi, e Steven era lì vicino a me, così come è adesso, anzi, a volte gli ho dovuto dire di allontanarsi un pochino perchè rideva troppo!".
Ma oltre ad essere un racconto pieno di emozioni, The BFG è anche molto divertente, specie per quanto riguarda la presenza della Regina nella storia "credo che sia stato così divertente perchè abbiamo messo la Regina in situazioni in cui normalmente non ti aspetti di vederla. Un po' come ridere in chiesa, non dovresti farlo, ma non puoi farci niente quando ti scappa!" ha detto Penelope Wilton "abbiamo un enorme rispetto per la Regina, non so cosa farò quando non ci sarà più, è lì da sempre! Ma sappiamo anche che ha un meraviglioso senso dell'umorismo". La Regina compare anche nella scena preferita del regista, quella della famosa colazione preparata nel palazzo reale per il Gigante, un'altra prova di quanta immaginazione serva per poter realizzare un film del genere "in pratica abbiamo girato prima con Ruby, l'unica persona sul set seduta a questo enorme tavolo, con i bicchieri giganteschi ma vuoti, poi ci siamo spostati in un set a grandezza normale, dove era tutto in scala per noi, ma Mark era sempre lì sospeso in aria a guardarci dall'alto. Abbiamo lasciato questa scena per ultima, è stato un bel modo di chiudere la produzione". Non ci sono state molte deviazioni dal materiale originale, ma ovviamente qualche piccolo cambiamento è stato apportato "un libro e un film sono due cose diverse, diciamo che hanno due sistemi di propulsione differenti quindi è inevitabile che ci siano delle modifiche, ma non abbiamo avuto nessun genere di problemi con i rappresentanti di Dahl, ogni stesura della sceneggiatura è stata accolta favorevolmente e con entusiasmo" ha spiegato Spielberg.
A caccia di una buona storia
La molla che spinge Spielberg a fare film è sempre la stessa, trovare una buona storia da raccontare e questa del Gigante Gentile è davvero un'ottima storia, che per una volta non riflette gli eventi sociali che ci circondano "il sogno ultimo per uno come me, per chi come me fa questo genere di mestiere è riuscire a fare un film che trascenda, che va oltre i confini del suo paese o di paesi dove si parla la lingua inglese. Spero che ci siano emozioni e sentimenti in questo film che possano risuonare in tutti. Ogni film è come un orfano che ha bisogno di trovare il suo posto, e speriamo che questo film trovi tante case dove appartenere. Questa è una storia senza un'ombra di cinismo, che celebra la diversità, l'amicizia e la speranza". Una favola piena di magia che spinge a sognare e a credere nei sogni, ma come fare a dare fiducia ai sogni, a credere alla magia in un modo come il nostro, segnato da ogni genere di orrore? Ebbene secondo il papà di E.T. "più il mondo diventa terribile più dobbiamo credere alla magia, perchè quella magia ci darà la speranza e quella speranza ci darà la forza di reagire. La speranza nasce dalla magia e penso che è quello che i film possono dare alla gente, un motivo per combattere per arrivare al giorno dopo. La speranza è tutto per me".