Il fuoco del peccato, la recensione: un thriller erotico che non racconta nulla di nuovo

Protagonista de Il fuoco del peccato è un giovane bibliotecario che viene sedotto da un'affascinante donna sposata e si ritrova trascinato in un torbido intrigo. Con Diane Kruger e Ray Nicholson, su Prime Video.

Un'immagine promozionale di Il fuoco del peccato

La tranquilla cittadina di Twin Oaks, a Rhode Island, fa da sfondo al torbido racconto che caratterizza la trama di Il fuoco del peccato. La storia ha inizio su una spiaggia deserta, dove la bionda Marilyn Chambers - una Diane Kruger quarantaseienne ai tempi delle riprese, ma che non li dimostra - esce dalle acque per imbattersi nel giovane Connor, che stava facendo il suo jogging mattutino. Il ragazzo, che lavora nella biblioteca locale e in passato ha avuto dei guai con la giustizia, resta a bocca aperta non appena la vede, in quello che per lui sembra un vero e proprio colpo di fulmine.

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Diane Kruger sexy femme fatale ne Il fuoco del peccato

Dopo un breve dialogo di presentazione, i due hanno modo ritrovarsi proprio tra gli scaffali dei libri e lì lui scopre come la donna, con dei vistosi occhiali neri a coprire dei lividi in faccia, sia vittima di una burrascosa situazione coniugale, con il marito solito picchiarla nei momenti d'ira. Tra loro nasce una relazione all'insegna della passione, che spingerà Connor in una situazione sempre più pericolosa.

Il fuoco del peccato brucia a fiamma bassa

Out Of The Blue Diane Kruger
Una passione pericolosa in Il fuoco del peccato

Fin dal titolo italiano - l'originale era un ben diverso Out of the blue - l'impressione è quella di voler scimmiottare un grande classico del cinema noir quale La fiamma del peccato (1944), con la femme fatale pronta a sedurre e raggirare l'ingenuo malcapitato di turno per i suoi interessi. Ma il protagonista si ritrova anche guardare un altro cult come Detour - Deviazione per l'inferno (1945), tra omaggi più o meno gratuiti nella ricerca di aggiornare il filone ai canoni contemporanei, con un pizzico di erotismo ad accompagnare.

L'impresa tentata da Neil LaBute si è rivelata purtroppo un grosso buco nell'acqua, con tanto di colpo di scena nell'epilogo a rendere ancora più improbabile questa torbida sex-love-story dai risvolti chiave già scritti e ampiamente prevedibili anche da uno spettatore meno smaliziato. Il regista americano ha d'altronde alternato in carriera produzioni interessanti come La terrazza sul lago (2008) e l'horror "da camera" House of Darkness (2022) a titoli ben poco ispirati e Il fuoco del peccato appartiene proprio a quest'ultima categoria.

Out of the Blue, Diane Kruger e il cinema classico di Neil LaBute Out of the Blue, Diane Kruger e il cinema classico di Neil LaBute

Sirene e bambolotti

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Ray Nicholson e Diane Kruger in una scena

Questo nonostante la presenza nel cast di una Diane Kruger sempre bellissima e, almeno dal punto di vista della logica maschile, è facile comprendere come il personaggio interpretato dal sempre più lanciato figlio d'arte Ray Nicholson sia facilmente ceduto al suo fascino. Ciò nonostante il legame prende una deriva via via sempre più improbabile e forzata, con diverse inverosimiglianze date anche dal background pregresso di Connor, che avrebbe dovuto spingerlo a una maggior prudenza.

Nei cento e rotti minuti di visione latita la tensione, visto che quanto a venire è arido oltremisura nelle cosiddette scene di sesso, che promettono molto per poi mostrare praticamente nulla lasciando quasi tutto fuori campo, con le continue citazioni a un altro film seminale quale Il postino suona sempre due volte (1981) - guarda caso interpretato da papà Jack Nicholson - a sottolineare ulteriormente la piega degli eventi raccontati. Un gioco cinefilo più insistito e gratuito che effettivamente raffinato, quasi a compiacere lo stesso regista e meno il pubblico che guarda.

Un contorno poco sfumato

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L'amore fa fare follie in Il fuoco del peccato

La vicenda è ambientata in una cittadina pressoché impalpabile, scarno teatro di questa storia hard-boiled col freno a mano tirato, dove l'incredibile rivelazione a precedere i titoli di coda riesce a far scadere il tutto in un ridicolo involontario che, pur non senza difficoltà, fino a quel momento era stato almeno schivato.

A rompere il ritmo i continui sbalzi temporali, con tanto di invasive didascalie giganti sparate su schermo a sottolineare come i giorni avanzino inesorabilmente per segnare il destino dei protagonisti, con la figura secondaria del poliziotto di Hank Azaria - sicuramente il più divertito e azzeccato del cast - a incarnare la pur breve e minimale componente investigativa. In un film dove le decisioni errate sono prossime a costare caro, ma dove è soprattutto una sceneggiatura svogliata a rovinare sul nascere le potenzialità di una situazione archetipica rivisitata senza pepe e personalità.

Conclusioni

Il fuoco del peccato tenta di rivisitare i canoni del noir classico, ma finisce per inciampare in tutti i cliché del genere senza la tensione e la coerenza narrativa necessari per renderli efficaci. La confezione appare pretenziosa ma vuota, tra citazioni cinefile fini a sé stesse, un intreccio poco credibile e personaggi incapaci di suscitare un sincero coinvolgimento. Non basta la bellezza glaciale di Diane Kruger a salvare un racconto che, più che infiammare, affoga nel proprio compiacimento. Il film di Neil LaBute è così un esercizio di stile mal riuscito, che naufraga definitivamente nel colpo di scena finale.

Movieplayer.it
1.5/5
Voto medio
2.7/5

Perché ci piace

  • Diane Kruger è una femme fatale sulla carta perfetta.

Cosa non va

  • Ray Nicholson poco credibile.
  • Una rilettura del noir sfacciata e gratuita.
  • Erotismo e tensione ai minimi.
  • Colpi di scena improbabili.