Recensione Angel - la vita, il romanzo (2007)

L'approccio lascia intravedere l'intento ironico e dissacrante del romanzo di Elizabeth Taylor senza abbracciarlo, così Angel si trasforma in quello che avrebbe dovuto criticare, ovvero in un mediocre romanzo d'appendice.

Il feilleuton dell'esistenza

François Ozon entra nel mondo dei bodice rippers con Angel, tratto dal romanzo omonimo di Elizabeth Taylor del 1957, che rappresenta una vivace e sarcastica riflessione sul rapporto tra la vita, la scrittura creativa e il mondo dell'editoria. Angel Deverell, che vive in un freddo paesino inglese, in uno spoglio appartamento sopra la drogheria materna, è una ragazzina sfrontata, egoista e precoce: pur non avendo nessun interesse né per i libri né per gli esseri umani (all'infuori di lei, naturalmente), ha un'immaginazione formidabile che le consente di creare romanzi dal nulla. Quando il suo racconto Lady Irania viene pubblicato da una casa editrice londinese e fa impazzire le lettrici di narrativa sentimentale, sembra che i suoi sogni di gloria e ricchezza si stiano avverando. Continuando a macinare libri, Angel è presto in grado di comprare la casa dei suo sogni, la sontuosa Paradise House, e di conquistare l'amore - sempre a suon di sterline - del pittore Esmé, fratello scapestrato della sua amica e segretaria personale Nora.

La sensazione è che, per rendere più cinematograficamente gradevole il personaggio, Ozon abbia voluto edulcorare i toni al vetriolo del romanzo della Taylor, e voglia presentare Angel come una sognatrice egocentrica ma in fondo non malintezionata: una ragazza dotata e fin troppo sicura di sé che è capace di grande fascino e generosità. Peccato che la cosa non funzioni: la protagonista, interpretata con entusiasmo e buona volontà ma scarso talento da Romola Garai, resta decisamente insopportabile. Il cast che circonda la Garai è di buon livello, e il film è visivamente piacevole, poiché è stato fatto indubbiamente un buon lavoro nel reparto costumi e scenografie. Il problema è l'approccio, che lascia intravedere l'intento ironico e dissacrante del romanzo di Elizabeth Taylor, ma rifiuta di abbracciarlo. Così Angel si trasforma in quello che avrebbe dovuto criticare, ovvero in un sentimentale, inane, mediocre romanzo d'appendice.
I capricci e le smorfie alla Vivien Leigh in Via col Vento della prima parte della pellicola potranno inizialmente cattivare le simpatie di qualche spettatore, ma un personaggio che non cresce, rimane statico, vuoto e freddo non può dare l'anima a un film. Ed è senz'anima Angel, e, come i romanzi della sua eroina, è destinato ad essere presto dimenticato.

Movieplayer.it

2.0/5