Il DVD di Dellamorte Dellamore

Extra strepitosi con cinque ore di contenuti speciali per l'edizione da collezione del cult di Michele Soavi con Rupert Everett e Anna Falchi.

E' un'edizione da collezione incredibile quella proposta da Cinekult, la collana di CG Home Video curata da Nocturno, per Dellamorte Dellamore, il film di Michele Soavi tratto dal libro di Tiziano Sclavi che ha ispirato Dylan Dog. Di certo le atmosfere del film sono davvero quelle del celebre fumetto.
Edizione incredibile perché oltre a una qualità tecnica soddisfacente, l'edizione DVD propone addirittura cinque ore di extra (e il blu-ray avrà anche il commento audio in più), una quantità record in senso assoluto, figuriamoci per un film italiano, fra l'altro di 17 anni fa. Dellamorte Dellamore è un film decisamente anomalo, un horror intriso di umorismo da fumetto merscolato ad aspetti grotteschi e riflessioni metafisiche. Davvero un'opera particolare che infatti ha trovato maggior popolarità all'estero che in Italia, e che comunque negli anni è diventato un vero e proprio cult.

Protagonista della vicenda Francesco Dellamorte, interpretato da Rupert Everett, custode del cimitero di Boffalora, dove i morti risorgono animati da istinti omicidi. Per ucciderli definitivamente, bisogna spaccare loro la testa, atto diventato ormai di pura routine per il solitario Dellamorte. Fino alla comparsa di una prosperosa e affascinante vedova di un defunto, la sensuale Anna Falchi.

Per la recensione del DVD di Dellamorte Dellamore, stavolta è davvero opportuno partire dai contenuti speciali, vista l'eccezionalità del reparto. Nel primo disco, oltre a una galleria fotografia, troviamo già due contributi. Il primo "Conversando Dellamore", dura circa 30 minuti e attraverso le interviste di Michele Soavi, dei produttori Gianni Romoli e Tilde Corsi, e dell'attrice Barbara Cupisti, parla soprattutto dell'inizio del progetto e della nascita dell'idea dal libro di Tiziano Sclavi. Segue poi "Conversando Dellamorte" (34 minuti), in cui ai precedenti intervistati si aggiungono il responsabile degli effetti speciali Sergio Stivaletti e lo scenografo Antonello Geleng: si parla delle riprese sul set, degli effetti, della location e delle difficoltà di illuminazione durante le riprese.

Nel secondo disco troviamo innanzitutto un making of di quasi 18 minuti con interviste e riprese fatte all'epoca del film, in cui interviene anche il direttore della fotografia Mauro Marchetti.
In un'altra featurette il saggista Luca Crovi racconta in vari aneddoti Tiziano Sclavi (11 minuti), mentre "Quel fenomeno di Dylan Dog" dura quasi 40 minuti e scava nella popolarità del personaggio dei fumetti assieme all'editore Sergio Bonelli, lo sceneggiatore di Dylan Dog Michele Masiero, il direttore del Dylan Dog Horror Fest Stefano Marzorati e gli altri già visti nei precedenti contributi.
Segue una retrospettiva sullo stesso Dylan Dog Horror Fest (34 minuti), mitico festival andato in scena con quattro edizioni dal 1987 al 1993 con grande affluenza di pubblico.
E proprio a preziosissime immagini provenienti dalle edizioni del Dylan Dog Horror Fest è dedicato l'ultimo lunghissimo extra di 2 ore e 12 minuti di durata, che documentano tantissimi interventi alle kermesse dell'epoca, fra cui Robert Englund, Rupert Everett, Wes Craven e Bruce Campbell, solo per citarne alcuni.

Tutto questa abbondanza non deve far comunque dimenticare la parte tecnica, che risulta comunque di buon livello. Nei momenti più luminosi il video risulta chiaro, nitido e fornito anche di un discreto dettaglio. Buona anche la pulizia, a parte qualche raro graffietto, però nelle scene più scure (e non sono poche) il quadro diventa un po' più confuso e rumoroso, le immagini diventano pastose e il nero tende a inghiottire tutti i particolari. Nel complesso, però, il video è soddisfacente.

L'audio è presente solamente con una traccia 2.0 stereo, ma fa la sua degna parte e oltre a dialoghi sempre puliti, presenta anche una buona dinamica nei momenti più spaventosi o durante gli spari. Non ci sono ovviamente il respiro e la spazialità delle tracce multicanale, ma la scena presenta comunque una certa apertura.