Recensione L'era glaciale 2 - Il disgelo (2006)

I presupposti per un successo annunciato ci sono tutti: i valori dell'amicizia e della famiglia, i problemi che coinvolgono l'ambiente, il rischio di estinzione di alcune specie, e tanta tanta ironia.

Il congelamento della fantasia

Il cinema di animazione spesso e volentieri è cinema corale, in cui i singoli personaggi rappresentano personalità differenti per facilitare l'immedesimazione dello spettatore e quindi crearne il coinvolgimento. Inoltre, seguendo la regola d'oro "squadra che vince non si cambia" i creatori de L'era glaciale 2 - il disgelo hanno riportato il bradipo Sid, il mammuth Manny, la tigre dai denti a sciabola Diego e il mitico scoiattolo preistorico Scrat sulla scena per raccontare una storia di ecologia e animalismo dalla chiara morale.

Questa volta è il global warming, l'effetto serra, a minacciare il popolo dei ghiacci che deve fuggire dal rapido disgelo che potrebbe portare a un'inondazione che seppellirebbe la valle gelata. Nel lungo viaggio, Manny vive nella convinzione di essere l'ultimo esemplare di una razza in estinzione, ma con il supporto degli amici che cercano di consolarlo, la speranza d trovare una compagna sopravvive.
Un mondo a parte è quello del piccolo Scrat che nel perenne inseguimento dell'agognata ghianda, intervalla, sotto forma di sketch irresistibili, le avventure degli altri protagonisti.

I presupposti per un successo annunciato ci sono tutti: i valori dell'amicizia e della famiglia, i problemi che coinvolgono l'ambiente, il rischio di estinzione di alcune specie, e tanta tanta ironia. Il problema che affligge però L'era glaciale 2 è la discontinuità. La storia è composta da una serie di quadri tenuti insieme da un collante a presa rapida: lo scoiattolo Scrat.
E' lui il mattatore assoluto del film dalla prima scena, parodia del free climbing di Tom Cruise in Mission: Impossible II. E' lui che causa la crepa nei ghiacci (come nel primo film). E' lui che ha una visione paradisiaca, uno dei momenti più divertenti del film. I suoi momenti sono come degli spot , che frammentano una storia slegata e poco lineare. Questo aspetto può essere considerato dai più come un peccato veniale, ma dopo un capolavoro come il primo lungometraggio non si può non notarlo. E' come se gli sceneggiatori avessero avuto un'idea centrale e portante e l'avessero dilatata per giungere alla durata finale.

Gli effetti speciali al contrario sono impressionanti, perchè l'acqua e i ghiacci sono realizzati alla perfezione, con riflessi a specchio e movimenti naturali. Lo stesso vale per il doppiaggio in cui svetta il logorroico Sid di Claudio Bisio.
Niente di nuovo quindi nel mondo dell'animazione, sempre ad alti livelli, ma con un tocco di inventiva in meno. L'era glaciale 2 è vero intrattenimento (anche per il solo Scrat) e piacerà comunque, senza restare nella storia e nella preistoria.